Il punto della situazione tra Russia e Ucraina a tre settimane dall’inizio della guerra

La guerra in Ucraina va avanti e Mosca ha subito la condanna della Corte internazionale di giustizia per la sua aggressione. Intanto la diplomazia continua a lavorare.

  • Nelle scorse ore Mosca ha bombardato un teatro pieno di civili a Mariupol e ucciso dieci persone in fila per il pane a Cernihiv.
  • La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha stabilito che la Russia deve porre fine alla sua invasione dell’Ucraina.
  • Il Financial Times ha diffuso la notizia di una bozza di accordo di pace tra i due paesi. L’Ucraina in parte ha smentito.

Sono passate tre settimane dall’inizio della guerra in Ucraina. Mentre la Russia continua a bombardare indiscriminatamente le città e il bilancio dei morti sale senza sosta, gli sforzi diplomatici per mettere fine alle violenze vanno avanti ma per ora non hanno portato ad alcun risultato. Il 16 marzo però il Financial Times ha annunciato la possibilità di una svolta, con una bozza di accordo a cui starebbero lavorando Kiev e Mosca già in stato avanzato. Sullo sfondo, la sentenza della Corte internazionale di giustizia, che ha ordinato alla Russia di sospendere l’aggressione militare.

La condanna della Corte internazionale di giustizia alla Russia

Più o meno nelle stesse ore in cui Mosca bombardava un teatro di Mariupol al cui interno trovavano rifugio più di un migliaio di persone, tra cui molti bambini, la Corte internazionale di giustizia si riuniva per giudicare l’aggressione russa all’Ucraina occorsa nelle ultime tre settimane.

Dal 24 febbraio, giorno in cui il presidente russo Vladimir Putin ha dato il via ai raid e all’invasione di terra, l’Ucraina è sprofondata nel baratro. 400mila persone sono bloccate senza acqua potabile, elettricità e riscaldamento a Mariupol, assediata dalle truppe russe e rasa al suolo in alcuni quartieri. Situazioni simili riguardano centri come Kharkiv e Chernihiv, dove il 15 marzo un attacco russo ha colpito e ucciso 10 civili in fila per il pane. I bombardamenti proseguono anche sulla capitale Kiev, dove le sirene antiaree non smettono quasi mai di suonare, mentre Mosca ha iniziato a colpire anche città occidentali, vicino al confine dell’Unione europea. Nonostante questo, l’avanzata di terra da parte delle truppe russe è sempre più lenta e a parte Kherson e alcuni centri più piccoli, per ora nel resto delle città la resistenza ucraina sta tenendo.

Secondo le Nazioni unite le persone che sono riuscite a fuggire dall’Ucraina finora sono tre milioni. I civili morti ufficialmente nel paese sono 726, ma l’inaccessibilità in molte aree rende la conta complicata: il ministero della Difesa di Kiev ha detto che solo a Mariupol sarebbero state uccise 20mila persone, tanto che già si parla di genocidio. E i giudici della Corte internazionale di giustizia dell’Aia si sono riuniti il 16 marzo per valutare l’aggressione in corso, dopo esplicita richiesta del 26 febbraio da parte delle autorità di Kiev. Con 13 voti favorevoli e i soli pareri contrari della Cina e della Russia stessa, hanno stabilito che Mosca deve porre fine alla sua invasione dell’Ucraina. Il tribunale ha detto che non ci sono ragioni alla base dell’attacco russo, sconfessando le accuse di genocidio contro il popolo russofono delle aree del Donbass usate come pretesto dell’attacco da Vladimir Putin. 

“L’Ucraina ha ottenuto una vittoria completa nel suo caso contro la Russia presso la Corte”, ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy. Nonostante questo, la sentenza verrà ignorata da Mosca visto che non c’è modo di renderla vincolante. Per Mosca sarà un ulteriore danno reputazionale, ennesima prova del suo disinteresse per le norme del diritto internazionale.

Verso un accordo di pace tra Russia e Ucraina?

In questi giorni il presidente ucraino Zelensky si sta collegando con i parlamenti dei principali paesi occidentali per sensibilizzare ulteriormente su quanto è in corso nel suo paese. Il 16 marzo è stata la volta del Congresso statunitense, il 17 marzo del Bundestag tedesco, il 22 marzo toccherà a Montecitorio. Intanto sta andando avanti il quarto round di negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Cominciato il 15 marzo in teleconferenza e non più in presenza come i precedenti, è stato interrotto per pause tecniche e poi riavviato. Il formato digitale rende anche più difficile capire quando e come i colloqui stiano andando avanti. 

Tra quanto emerso nelle scorse ore, all’Ucraina è stata richiesta una posizione neutrale in stile austriaco o svedese. Vienna non fa parte della Nato in ragione di un memorandum firmato con i sovietici negli anni Cinquanta, dopo la fine dell’occupazione da parte di Usa, Gran Bretagna, Francia e Urss stessa. La Svezia è invece impegnata da sempre in una neutralità convenzionale che l’ha tenuta lontana dalla guerre del secolo scorso nel continente europeo. Kiev ha comunque rifiutato di dover sottostare a questi modelli, per quanto nei giorni scorsi il presidente Zelensky avesse detto di prendere atto che non ci sarà alcuna adesione del suo paese all’Alleanza atlantica.

Intanto il Financial Times ha diffuso la notizia di una bozza di accordo di pace a cui starebbero lavorando i due paesi e che sarebbe in una fase di stesura già avanzata. Il giornale americano avrebbe ricevuto le informazioni da Mykhailo Podolyak, un alto consigliere di Zelensky, che ha parlato di un programma di 15 punti. Tra questi, quelli più importanti sarebbero il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe di Mosca dal territorio ucraino in cambio dell’annuncio di neutralità da parte di Kiev. Le autorità ucraine hanno sottolineato che il documento rappresenta le posizioni russe, mentre quelle ucraine non vi sono contenute, a parte la richiesta di un cessate il fuoco. In ogni caso, tra round di negoziati e bozze più o meno smentite e mentre sul campo l’aggressione russa prosegue, l’unica buona notizia è che dietro la quinte la diplomazia continua a essere al lavoro per cercare di risolvere la situazione.

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