Smart city

Come la natura può proteggere le nostre città dall’innalzamento del livello dei mari

L’Antartide si scioglie più velocemente del previsto. Un’escalation che può spingerci ad attuare i cambiamenti di cui abbiamo bisogno per prosperare in un mondo sempre più caldo per proteggere le città costiere

La calotta glaciale in Antartide si sta sciogliendo più velocemente di quanto previsto e il livello dei mari in tutto il mondo potrebbe aumentare di 1,5-2 metri entro la fine del secolo, il doppio rispetto a quanto stimato in precedenza. Questo causerebbe, tra le altre cose, lo spostamento forzato di 45 milioni di persone dalle città costiere cinesi e sommergerebbe le principali città australiane.

 

Sydney Harbour, Australia © Ian Waldie/Getty Images
Il Sydney Harbour, in Australia © Ian Waldie/Getty Images

Affrontare i rischi dell’innalzamento del livello dei mari

Diverse aree di Miami e Manhattan, negli Stati Uniti, sono situate a meno di due metri sul livello del mare e lo stato del New Orleans ne è poco al di sopra. Infatti, molti dei quartieri più “bassi” delle città della costa orientale americana risentirebbero dell’impatto dell’innalzamento del livello dei mari. E molto spesso le aree più a rischio inondazione sono popolate da comunità a basso reddito che non possono sostenere il costo di assicurazioni o di ristrutturazioni. Le città dovrebbero fare da guida nel proteggere i propri abitanti.

 

Azioni immediate mirate a fermare le emissioni di gas a effetto serra e rallentare i cambiamenti climatici rimangono importanti e gli impegni presi dai paesi e dalle città alla Cop 21 a Parigi offrono uno sviluppo importante in questa direzione.

 

north wildwood new jersey
Un’inondazione causata da un mix di alta marea e tempesta a North Wildwood, nel New Jersey a gennaio 2016 © Andrew Renneisen/Getty Images

Proteggere le città dal mare, naturalmente

A prescindere da ciò che faremo da oggi in poi, il clima sta cambiando come mai prima e, per questo, dobbiamo imparare ad adattarci. E le città devono imparare a usare la natura per proteggere le case e gli edifici. Le piane alluvionali, le foreste di mangrovie, le barriere coralline, le paludi salmastre e le ostriche sono alcune soluzioni utili per ridurre l’impatto dell’innalzamento del livello dei mari e degli eventi meteorologici estremi.

 

A Miami l’organizzazione ambientalista Nature Conservancy ha annunciato una collaborazione con un’impresa ingegneristica con l’obiettivo di sviluppare nuove strategie per usare la natura per proteggere i cittadini dall’innalzamento del livello dei mari. “La Contea di Miami-Dade è uno dei luoghi economicamente più vulnerabili del mondo. Con risorse da 345 miliardi di dollari e 2,6 milioni di persone a rischio a causa delle inondazioni e dell’aumento del livello del mare, bisogna intraprendere azioni decisive per mantenere sicura quest’area”, ha affermato Kathy McLeod, direttrice dell’area che si occupa della resilienza applicata alle zone costiere.

Nella città di New York l’architetto Bjarke Ingalls, famoso in tutto il mondo, sta lavorando con i politici della città e con finanziamenti federali per progettare il Dryline: una serie di parchi, piste ciclabili e terrapieni che circondano il quartiere di Lower Manhattan. Questo creerebbe nuovi spazi verdi per gli abitanti della città e proteggerebbe il quartiere da inondazioni simili a quella causata dall’uragano Sandy che nel 2012 era costato alla città 20 miliardi di dollari. La città “non girerebbe le spalle all’acqua, ma la accoglierebbe”, ha detto Ingalls al Guardian.

 

Questa è la città del futuro. Un luogo dove tutti i residenti vivono in quartieri verdi e sicuri, adatti a creare una famiglia e vivere bene la propria vita. Il nostro obiettivo dovrebbe essere la creazione di una società in cui poterci adattare e gestire i cambiamenti in atto lavorando non contro la natura, ma insieme ad essa.

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