
L’energia della Formula E porta la mobilità elettrica in tutto il mondo
Si è conclusa la nona stagione dell’ABB FIA Formula E World Championship, ma continua la ricerca di soluzioni per una mobilità più sostenibile.
Elisabetta Scuri
Digital Editor
Sono cresciuta in provincia di Sondrio, ma ho sempre la valigia pronta e appena posso ne approfitto per viaggiare. Ho studiato interpretariato e relazioni internazionali, e il mio amore per la scrittura mi ha portato alla London School of Journalism. Mi piace trascorrere il tempo in campagna e sono una grande appassionata di equitazione, che pratico da diversi anni.
Citazione preferita: “Se davvero volete sognare, svegliatevi”. (Daniel Pennac)
Si è conclusa la nona stagione dell’ABB FIA Formula E World Championship, ma continua la ricerca di soluzioni per una mobilità più sostenibile.
Il progetto E-ducation 2.0 di LifeGate e Jaguar Land Rover Italia, che ha coinvolto centinaia di studenti, si è concluso con la loro partecipazione alla tappa romana di Formula E.
La maggior parte dell’Europa sta vivendo un drammatico periodo di siccità, stando all’European drought observatory, e l’Italia è fra i paesi più colpiti.
Mentre si scoprono nuove specie, altre che si credevano estinte ricompaiono. Spesso, la natura sa riservarci delle belle sorprese: vediamo le ultime.
Le aree centrali e settentrionali della Grande barriera corallina, al largo dell’Australia, sono in salute, ma è importante non abbassare la guardia.
Il 28 luglio si celebra la Giornata mondiale per la conservazione della natura. Un’occasione per ricordarci che anche noi facciamo parte del mondo naturale.
Nella periferia di Lagos, in Nigeria, c’è un’organizzazione che sta insegnando ai bambini a giocare a scacchi, offrendo loro nuove prospettive per il futuro.
Il Mediterraneo è uno dei mari più inquinati e la colpa è anche degli “attrezzi fantasma”.
Nella città di Aqaba, l’incontro fra culture diverse avviene sul campo da calcio.
Il 97,3 per cento della popolazione globale vive in luoghi dove la qualità dell’aria non è soddisfacente. Questo abbassa notevolmente la speranza di vita.
Il catrame proveniente dalle fuoriuscite di petrolio in mare finisce per attaccarsi alle microplastiche, formando agglomerati potenzialmente dannosi per l’ecosistema.