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Uno studio ha scoperto che le conifere, in particolare il larice, riescono ad assorbire il rumore meglio delle latifoglie, grazie alla propria corteccia.
L’inquinamento acustico è così radicato e onnipresente nelle nostre città che sembriamo non farci quasi più caso. Eppure ha un notevole impatto sia sulla nostra salute, l’Oms ritiene che un’esposizione prolungata ad elevati livelli di rumore possa aumentare la pressione sanguigna ed essere causa di infarto, che sulla fauna.
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Le piante sono preziose e naturali alleate per contrastare questo fenomeno, legato soprattutto al traffico veicolare e alle attività industriali. La vegetazione riduce infatti l’inquinamento acustico attenuando il suono e riducendone l’intensità. Foglie, rami, tronchi e arbusti assorbono e deviano l’energia sonora, donando un po’ di sollievo alle nostre orecchie e al nostro sistema nervoso. Non tutti gli alberi, però, sono ugualmente efficaci per questo compito.
L’albero migliore, in questo senso, è risultato essere il larice, albero originario dell’Europa centrale e appartenente al genere di conifere Larix. È quanto rivelato dallo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University college di Londra (Ucl), pubblicato sulla rivista Applied Acoustics.
I ricercatori hanno sottoposto a test di assorbimento acustico in laboratorio tredici specie di alberi che presentavano cortecce con caratteristiche differenti, e il larice è risultato essere l’albero più efficace quando si tratta di assorbire il rumore.
Gli scienziati britannici hanno analizzato campioni di tronco di alcune specie di alberi frequentemente presenti nelle città, come ciliegi, pini, faggi, salici, pioppi e ontani, selezionati in base a determinati criteri, tra cui lo spessore della corteccia, l’età dell’albero e il diametro del tronco.
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I ricercatori hanno scoperto che le conifere, e in particolare il larice, sono in grado di assorbire meglio il suono rispetto alle latifoglie. “I fattori di influenza sulla riduzione del rumore da corteccia d’albero sono lo spessore della corteccia, l’età dell’albero e la rugosità della corteccia”, ha spiegato alla Bbc Jian Kang, coautore dello studio.
Gli alberi in città, oltre a contribuire all’indispensabile abbattimento delle sostanze inquinanti, a rinfrescarci e a rallegrarci con la loro bellezza, sono dunque necessari per combattere il logorante inquinamento acustico. Sappiamo che alcune specie sono più efficienti di altre, i risultati della ricerca potrebbero pertanto aiutare gli urbanisti a utilizzare gli alberi con maggior consapevolezza in fase di progettazione urbana.
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“La selezione di specie con cortecce leggermente più assorbenti può ridurre efficacemente l’inquinamento acustico e mitigare gli effetti negativi del traffico e del rumore generato dalle attività industriali – ha affermato Kang -. Dato che le cortecce delle conifere assorbono il suono leggermente meglio di quelle degli alberi a foglia larga, le conifere potrebbero essere più utilizzate nella realizzazione di spazi verdi urbani”.
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