Investimenti sostenibili

Petrobras, gli investitori iniziano la fuga

Lo scandalo corruzione costa sempre più caro a Petrobras: il più grande fondo pensione norvegese ha annuncato che ritirerà tutti i suoi investimenti.

Petrobras è ancora nel pieno dello scandalo corruzione scoppiato nel 2014. I suoi ex-dirigenti sono accusati di aver gonfiato dell’1-3 per cento del loro valore i contratti con le società di costruzioni per realizzare infrastrutture petrolifere, instaurando un sistema di tangenti che avrebbe coinvolto anche esponenti dei più importanti partiti politici del Paese. Al gruppo petrolifero, questo scandalo è già costato almeno 1,7 miliardi di dollari. E, piano piano, inizia a vedere il vuoto formarsi intorno a sé. Nella giornata di giovedì – riporta il Financial Times – il più grande fondo pensione norvegese ha infatti detto addio alla compagnia brasiliana, temendo che il terremoto possa avere ancora ripercussioni ben al di là dei confini del Brasile.

Le proteste della popolazione a San Paolo, marzo 2016
Le proteste della popolazione a San Paolo, marzo 2016. Foto © Victor Moriyama/Getty Images

Il “no” del fondo pensione norvegese

Klp, fondo pensione norvegese che gestisce asset pari a 67 miliardi di dollari (60,8 miliardi di euro), è il primo grande investitore istituzionale a far sapere di aver inserito Petrobras nella sua lista nera. La decisione è annunciata tramite una nota, con queste parole: “Petrobras è coinvolta nel più grande caso di corruzione nella storia brasiliana. Nonostante le numerose iniziative della società e l’attenzione del pubblico, Klp continua a temere che nella compagnia esista un rischio inaccettabile di corruzione per il futuro”.

La numero uno per gli investimenti responsabili, Jeanett Bergan, rincara la dose: “Le proporzioni della vicenda, le quantità di denaro coinvolto e il periodo di tempo interessato sono senza precedenti ovunque nel mondo. Ci sono ancora diverse iniziative che vorremmo veder adottare dalla società: un’indagine sulla potenziale corruzione nelle sue attività al di fuori del Brasile (la compagnia infatti opera in paesi in cui il rischio di corruzione è estremamente alto); un forte programma formativo anti-corruzione costruito ad hoc; un’indagine di due diligence (valutazione oggettiva che segue una precisa serie di parametri tecnici, ndr) sui fornitori; il rafforzamento delle competenze anticorruzione del consiglio e dei dirigenti esecutivi; una chiara direzione etica in linea con gli impegni presi”.

Proteste di fronte alla sede di Petrobras, dopo la sospensione dei lavori della raffineria di Itaborai dovuta allo scandalo corruzione.
Agosto 2015. Proteste di fronte alla sede di Petrobras, dopo la sospensione dei lavori della raffineria di Itaborai dovuta allo scandalo corruzione. Foto © VANDERLEI ALMEIDA/AFP/Getty Images

Petrobras si deve preparare all’esodo?

Finora Klp ha escluso ben 159 società che non rispettavano le sue linee guida per gli investimenti responsabili. Nella maggior parte dei casi, si è trattato di aziende che producono armi o tabacco o che sono state criticate per il loro impatto ambientale o per violazioni dei diritti umani. Solo tre di loro sono state mese nella lista nera per questioni legate alla corruzione: Petrobras, China Railway Group (l’ente ferroviario cinese) e Zte (il colosso cinese delle telecomunicazioni).

A gennaio anche il Fondo petrolifero della Norvegia aveva annunciato di aver messo sotto esame i suoi investimenti in Petrobras, per via del continuo rischio di “grave corruzione”. La decisione definitiva arriverà entro la fine dell’anno: un “no” sarebbe una grande batosta per Petrobras, visto che stiamo parlando del più grande fondo sovrano al mondo, che gestisce asset pari a 873 miliardi di dollari.

 

Foto in evidenza © Mario Tama/Getty Images

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