Cammini e itinerari

Il trenino dei castelli corre nelle valli trentine

Da maggio, nei week end, torna il trenino dei castelli: su e giù per il verde Trentino Alto Adige a scoprire i castelli della zona. Lentamente è meglio.

Forse non esiste cosa più bella di farsi trasportare nei luoghi che si amano, lentamente, avendo la possibilità di cogliere particolari, atmosfere e sensazioni; forse una delle gioie più grandi è viaggiare e farlo immersi nel verde delle valli trentine a bordo del trenino dei castelli, è davvero suggestivo. Torna la possibilità di visitare i castelli del Trentino Alto Adige grazie a un comodo trenino. Tutti a bordo da maggio.

Sul trenino dei castelli nel Trentino verde

È un bel percorso che tocca alcuni dei più bei castelli della regione, da scoprire nel fine settimana. La scorsa estate ha registrato un tutto esaurito e dunque si rinnova l’iniziativa che si snoda sulla tratta ferroviaria della Trento-Malé e che, in quattro tappe, permette di scoprire altrettanti manieri – San Michele e Caldes in Val di Sole, Valer e Thun in Val di Non – per un viaggio tra storia, arte e paesaggi.

Il progetto quest’anno offre qualcosa in più pensando ai bambini e alle famiglie che nelle domeniche del 31 luglio, del 7 e del 21 agosto potranno beneficiare di tariffe agevolate e soprattutto di alcune iniziative speciali, proposte nei singoli manieri, che spaziano dai laboratori, alle visite guidate, passando per una caccia al tesoro che coinvolgerà tutta la famiglia.

 

Trenino dei castelli
Trenino dei castelli in Trentino a partire dai week end di maggio

A bordo di un treno della Ferrovia Trento-Malè con carrozze dedicate si parte dal capoluogo per risalire i pendii delle valli del Noce. Dopo aver visitato il Castello San Michele di Ossana si scende in pullman a Castel Caldes, che da secoli controlla l’accesso alla Val di Sole. La giornata prosegue a Castel Valer, elegante residenza privata riconoscibile dall’altissima torre poligonale, e a Castel Thun con le sue atmosfere raffinate. Quindi il rientro nel capoluogo, tutto assaporando le eccellenze enogastronomiche del territorio.

 

Trenino dei castelli
Viaggia nei week end e partirà da maggio

 

I castelli

Diversi tra loro per architettura e storia, sono tutti magnifici e spesso custodiscono antiche leggende.

Castello di Ossana: il maniero, nell’omonimo borgo, conosciuto anche come Castello di San Michele dal nome del santo a cui è dedicata la cappella, sorge su uno sperone di roccia in posizione strategica. A cavallo fra Ottocento e Novecento fu comproprietaria del maniero Bertha von Suttner, Premio Nobel per la pace nel 1905. Il castello ha nel suo possente mastio, alto 25 metri, l’elemento architettonico più caratteristico e meglio conservato.

Castel Caldes: il maniero presenta una tipologia architettonica frutto dell’incontro delle culture veneta, tedesca e lombarda, tipico di questa zona al confine del Principato vescovile di Trento. Salendo la scala in legno della torre si entra in una stanza con voltino a crociera completamente affrescata, teatro di antiche leggende riguardanti la prigionia di Olinda, ovvero la sfortunata contessina Marianna Elisabetta Thun. Si racconta che la giovane venne qui rinchiusa dal padre Rodemondo per impedire il matrimonio con un giovanotto non di nobili origini per il quale morì d’amore. La leggenda vuole che tutti gli affreschi della piccola stanza siano opera della fanciulla.

Castel Valer: nelle vicinanze di Tassullo, in posizione panoramica e circondato dai frutteti, sorge Castel Valer. La sua torre, la più alta del Trentino con i suoi 40 metri d’altezza, caratterizzata dalla pianta ottagonale e costruita in parte di granito importato, primeggia per imponenza e particolarità su tutte le altre della provincia.

Castel Thun: è un esempio fra i più interessanti di architettura castellana trentina: la struttura civile-militare è tipicamente gotica ed è circondata da un complesso sistema di fortificazioni formato da torri, bastioni lunati, fossati e cammini di ronde. Castel Thun è fra i più insigni edifici monumentali pubblici non soltanto per l’ottimo stato di conservazione in cui si trova, ma anche perché ci racconta otto secoli di storia del Principato vescovile.

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