Fake news a fin di bene. Il caso Babchenko fa discutere la stampa mondiale
Dopo il falso omicidio del giornalista Arkadi Babchenko, la stampa mondiale si chiede: è giusto creare una fake news se l’obiettivo è arrivare alla verità?
Andrea Barolini
Contributor
Dopo il falso omicidio del giornalista Arkadi Babchenko, la stampa mondiale si chiede: è giusto creare una fake news se l’obiettivo è arrivare alla verità?
L’omicidio di Arkady Babchenko, reporter e scrittore russo critico nei confronti di Vladimir Putin, è stata una messa in scena: è apparso in una conferenza stampa con il capo dei servizi di sicurezza ucraini a Kiev.
Il governo della Svezia ha inviato un manuale di 20 pagine alla popolazione. Obiettivo: essere preparati in caso di guerra. Non veniva pubblicato dal 1987.
Nel Somaliland, stato del Corno d’Africa auto-proclamatosi indipendente, si è abbattuto un ciclone di potenza devastante. Almeno 50 i morti.
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Il governo francese ha dato il via libera al lancio di una bioraffineria che utilizzerà soprattutto olio di palma. Insorgono le associazioni ambientaliste.
Dalle rinnovabili all’agricoltura bio, la transizione verso un’economia sostenibile permetterà di creare 24 milioni di posti di lavoro. A fronte di soli 6 persi.
Nel giorno dello spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, scoppia la rivolta palestinese. Almeno 58 uccisi dai soldati israeliani.
Padre madre e quattro figli hanno effettuato tre attentati in altrettante chiese cristiane a Surabaya, in Indonesia: almeno 13 i morti e decine i feriti.
Noura ha ucciso il marito che l’aveva violentata. Un tribunale del Sudan non le ha concesso alcuna attenuante e l’ha condannata a morte. Insorge Amnesty.