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L’inizio dell’agricoltura biodinamica

agricoltura biodinamica
Rudolf Steiner nel 1916. (© Fine Art Images/Heritage Images/Getty Images)

L’agricoltura biodinamica si pone come metodo di coltivazione che ha come primo obiettivo quello di coltivare prodotti sani e genuini, in armonia con le stagioni e in sintonia con la natura, favorendo scelte – legate alla fertilizzazione, alla coltivazione e all’allevamento – rispettose della vitalità del terreno e della diversità delle specie vegetali e animali.

Il movimento dell’agricoltura biodinamica nasce da Rudolf Steiner nel 1924, anno in cui il filosofo tiene una serie di otto conferenze intitolate “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura” a Koberwitz, in Slesia.  

Già da allora un gruppo di agricoltori tedeschi aveva compreso l’impatto delle pratiche dell’agricoltura industriale e le conseguenze negative dell’utilizzo di composti chimici di sintesi, iniziando a prendere in considerazione fattori come la sostenibilità e la fertilità della terra per la produzione di piante e alimenti sani. 

Accanto all’origine filosofica del metodo sono cruciali il lavoro e l’impegno degli agricoltori che coltivano senza inquinare, nel totale rispetto dei ritmi delle stagioni, dando una nuova fertilità alla terra e operando come “creatori di passaggio” in sintonia con Madre Natura. 

Nel contesto della biodinamica, contadini, piante e animali contribuiscono con le loro forze e il loro spirito a mantenere in salute la Terra con pratiche agricole incentrate non sulla cura ma sulla prevenzione, per innescare le giuste reazioni che possano ricreare lo stato di salute e di equilibrio delle colture.

Ecco i principi dell’agricoltura biodinamica riassunti in 7 punti.