Città del Messico potrebbe rimanere senz’acqua a partire dal 26 giugno

La siccità continua, sempre più vicino il “giorno zero” per Città del Messico. Ma nelle altre città la situazione non è migliore.

  • La siccità continua, sempre più vicino il giorno zero per Città del Messico: potrebbe essere il 26 giugno.
  • Al momento la disponibilità di acqua stoccata è solamente del 36,2 per cento e la stagione secca terminerà solo a fine maggio.
  • Nelle principali città messicane la metà dei cittadini non ha accesso quotidiano all’acqua potabile e solo il 20 per cento non teme di ammalarsi bevendola.

Città del Messico, la capitale messicana con una popolazione di oltre venti milioni di abitanti, sta affrontando una siccità storica, la peggiore degli ultimi decenni, secondo le autorità della Commissione nazionale dell’acqua (Conagua). E si teme che il cosiddetto “giorno zero”, quando le autorità non saranno più in grado di fornire acqua potabile, potrebbe arrivare già il 26 giugno prossimo, quando le riserve idriche disponibili di esauriranno, proprio come durante le famose crisi idriche del decennio scorso che hanno colpito diverse città popolose di paesi in via di sviluppo, come nel caso della stessa Città del Messico o di Città del Capo, in Sudafrica, soprattutto nel 2018.

Secondo uno studio condotto nel 2022 dall’Università della California di Los Angeles (Ucla), la mega siccità che sta colpendo l’area dal sud-ovest degli Stati Uniti fino a Città del Messico è una delle più lunghe della storia, e sta mettendo a dura prova il sistema idrico di Cutzamala, che fornisce il 25 per cento dell’acqua alla città e ai suoi dintorni, secondo Sacmex (Sistema di approvvigionamento idrico di Città del Messico).

Città del Messico senz’acqua, ma tutte le città sono a rischio

I dati della Commissione nazionale dell’acqua del marzo 2023 indicano che la capacità del sistema Cutzamala, il sistema idrico per lo stoccaggio, la conduzione, la purificazione e la distribuzione di acqua dolce per la popolazione e l’industria di Città del Messico e di tutto il Paese, uno dei più grandi sistemi al mondo, è scesa drasticamente, raggiungendo solo il 36,2 per cento della sua capacità al 19 marzo scorso, un livello minimo storico. Questo ha portato le autorità a ipotizzare una possibile interruzione totale dell’approvvigionamento idrico se il declino dovesse continuare, individuando la data precisa intorno al 26 giugno. La recrudescenza del fenomeno climatico El Niño nel 2023 ha ulteriormente aggravato la situazione, intensificando la siccità e le ondate di caldo.

La cattiva gestione delle risorse idriche è un altro fattore chiave nella crisi che affligge Città del Messico, ma tutto il Paese mesoamericano. Le 653 falde acquifere del Paese in molti casi sono sovrasfruttate, con il 60 per cento del paese che si trova in una situazione di siccità dalla fine di gennaio 2024. Anche se la stagione delle piogge potrebbe portare sollievo, questa è prevista solo per la fine di maggio: mancano ancora due mesi e mezzo. Secondo Fabiola Sosa Rodriguez dell’Università metropolitana autonoma del Messico, il Messico deve rendere la gestione delle risorse idriche una priorità assoluta. Tuttavia, le sfide sono molteplici, tra cui “lo scorso trattamento delle acque reflue, il mancato utilizzo delle acque piovane e le perdite nelle reti idriche”.

A soffrire della crisi idrica sono soprattutto le città: da quanto emerge da una rilevazione dell’Istituto nazionale di statistica e geografia (Inegi), solo il 52,3 per cento della popolazione che vive nelle città del Messico dispone di un approvvigionamento costante di acqua potabile, al di là dell’attuale situazione di contingenza: una percentuale in calo costante dal 57,7 del 2021 al 52,3 per cento nel 2023 rispetto al 62,4 per cento deel 2019. Secondo i dati, nove stati hanno ridotto la loro fornitura costante tra il 2021 e il 2023: Chihuahua, Guanajuato, Hidalgo, Nuevo León, Puebla, Quintana Roo, Tamaulipas, Veracruz e Yucatán. Inoltre, l’indagine ha rivelato che solo il 20,9 per cento della popolazione confida di poter bere l’acqua potabile della propria città senza ammalarsi, rispetto al 24,4 per cento che si fidava nel 2021.

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