Sull’acqua, il governo ha iniziato a metterci la testa?

Il tavolo del governo sull’acqua pone le basi per un piano idrico straordinario nazionale: invasi e lotta alla dispersione le priorità da affrontare.

  • Nasce una cabina di regia a Palazzo Chigi per definire un piano idrico straordinario.
  • Verrà nominato un commissario e sarà approntata una campagna di sensibilizzazione.
  • Le priorità: lotta alla dispersione idrica e sviluppo di invasi e bacini di raccolta dell’acqua piovana.

Forse qualcosa si muove, nel governo, per far fronte all’emergenza siccità che ormai, secondo tutti gli esperti, in Italia sta diventando strutturale, come dimostrano le crisi della scorsa estate e perfino di questo inverno nelle regioni settentrionali. L’atteso tavolo sulla crisi idrica in programma per oggi ha stabilito un piano in quattro punti, che prevedono nello specifico:

  • l’istituzione a Palazzo Chigi di una cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli enti territoriali, per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione.
  • un provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità.
  • una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica.
  • la nomina di un commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla Cabina di regia.

I ministeri interessati, quelli che faranno parte della cabina di regia, sono ovviamente quelli dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ma anche quello delle Infrastrutture, degli Affari regionali, della Protezione civile e politiche del mare, del Sud.

caldo e siccità del 2022
Il caldo e la siccità del 2022 hanno prosciugato il fiume Po © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Le priorità: dispersione e invasi 

Ci si poteva sicuramente attendere qualcosa di più sul piano operativo: di fatto il tavolo non mette in campo ancora nessuna ricetta concreta, semmai si limita ad apparecchiare se stesso in vista di un lavoro che verrà sviluppato nelle prossime settimane o mesi. Quantomeno però, come spiega il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “finalmente è stato affrontato il tema dell’acqua non solo come emergenza ma anche per consentire la programmazione necessaria per gestire una risorsa essenziale per l’intera collettività”.

Qualche elemento in più lo ha fornito il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che ha ammesso come i fenomeni siccitosi in Italia, al di là della situazione attuale, stiano diventando sempre più frequenti, dal momento che “negli ultimi 20 anni siamo al quinto evento siccitoso che poteva essere affrontato in modo diverso nella previsione e utilizzo delle risorse”.

Lollobrigida ha parlato di una cifra di 8 miliardi da sbloccare per affrontare l’emergenza, soldi che in realtà “sono lì da qualche anno con l’impossibilità di essere spesi per ragioni burocratiche e normative su cui bisognerà intervenire rapidamente”. Da qui la decisione della cabina di regia di insistere sulla semplificazione.

Le priorità del piano di azione del governo, secondo quanto delineato dal ministro, saranno l’efficientamento degli acquedotti, che oggi disperdono il 40 per cento dell’acqua; la realizzazione di un piano di invasi e bacini (che in realtà già esiste, ma procede piuttosto a rilento) e per quanto riguarda il suo settore di competenza puntare sull’agricoltura di precisione tramite investimenti tecnologici, così da risparmiare sul consumo di acqua, e lavorare a colture meno idro-esigenti.

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