![Sport e clima: perché il 20% delle nazioni che partecipano alle Olimpiadi è a rischio](https://cdn.lifegate.it/Oyvxh9fqlvSdX8dMyIk4V5eMp4k=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2023/11/parco-nazionale.jpg, https://cdn.lifegate.it/Tp6Lc_rqMtk1d9zAKGf8HIxeegY=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2023/11/parco-nazionale.jpg 2x)
Come i cambiamenti climatici stanno trasformando lo sport, ma soprattutto il destino olimpico di molte atlete e atleti solo per la loro provenienza geografica.
Secondo il “Climate Change Vulnerability Index 2012” : Haiti, Bangladesh, Zimbabwe, Sierra Leone esono tra i paesi a rischio maggiore
Secondo lo studio, tra i trenta stati catalogati come “a rischio estremo”, la piccola e già sfortunata Haiti è quella con il coefficiente più alto. A seguire si trovano Bangladesh e Zimbabwe, Sierra Leone e Madagascar. L’Europa, invece, è considerata un continente relativamente sicuro.
Così se al 28° posto troviamo l’India, al 37° la Thailandia e al 98° la Cina, i paesi europei, soprattutto quelli scandinavi, sono difficili da scovare. Anche l’Italia viene catalogata come un paese “a basso rischio” fermandosi alla posizione numero 124. Nonostante questo, alcune zone del Mezzogiorno (come le isole) e la pianura padana occidentale (Venezia) sono da tenere sotto controllo. All’ultimo posto, quello più ambito, troviamo l’Islanda che viene definita come la nazione più al sicura al mondo.
Le città
Il rapporto ha preso in considerazione anche le venti città più esposte ai cambiamenti climatici. Chittagong (la capitale del Bangladesh), Addis Abeba e Giacarta potrebbero soffrire gravi danni, soprattutto considerando che la popolazione di queste metropoli è destinata a crescere vertiginosamente mettendo in pericolo la vita di milioni di persone. Sotto osservazione anche Mumbai, Kinshasa e Kabul.
Potete scaricare il rapporto completo, previa registrazione, all’indirizzo maplecroft.com. Nella mappa il grado di vulnerabilità è più elevato nelle zone in cui la tonalità di verde è più scura.
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