Cop28

Cop28, il braccio di ferro tra paesi arabi e Occidente – liveblog

Alla Cop28 di Dubai si attende una nuova bozza del Global stocktake, dopo quella, estremamente deludente, pubblicata lunedì. Segui la diretta.

A poche ore dalla chiusura della Cop28 di Dubai e dopo molte ore di attesa è arrivata la nuova bozza di documento finale proposto dalla presidenza di Sultan Ahmed al Jaber per chiudere la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Il testo, che verrà ora portato alla riunione plenaria per essere discusso, ha già suscitato numerose reazioni, soprattutto per quanto riguarda il mancato riferimento al “phase out” dei combustibili fossili – abbandono totale, ma in un tempo congruo – invocato a più riprese sia dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica mondiale.

Secondo quanto è emerso dalla seconda bozza di documento che funge anche da bilancio delle azioni prese e da prendere (global stocktake), la produzione e il consumo di combustibili fossili saranno ridotti entro il 2050 in linea con i pareri scientifici per restare nel solco degli 1,5 gradi di aumento della temperatura media globale. Il testo però evita di menzionare il phase out, cioè i riferimenti espliciti alla “eliminazione” delle fonti fossili, evitando di menzionare uno dei nodi principali di tutta la conferenza. Inoltre, pur in presenza di un riferimento alla riduzione della produzioni e consumo delle fossili, non vi è alcun elemento che sottolinei l’urgenza di tale azione, né il carattere di emergenza delle misure da attuare, fondamentali per contenere il riscaldamento globale. Un altro elemento che salta all’occhio  è lo scarso riferimento ai combustibili fossili. In un testo di oltre 11mila parole, infatti, il termine “combustibile fossile” viene utilizzato solo 3 volte: non abbastanza.

Non ce ne andremo in silenzio nelle nostre tombe, sott’acqua. Non accetteremo un risultato che porti alla devastazione del nostro paese e alla scomparsa di milioni, se non miliardi di persone che appartengono alle comunità più vulnerabili

John Silk, capodelegazione delle isole Marshall

23:39, 12 Dicembre 2023

Trapela una nuova bozza leaked. Ecco le novità

Nella serata di martedì 12 dicembre è trapelata una bozza non ufficiale alla Cop28. Si tratta di un testo oggettivamente migliorativo rispetto al precedente, con numerosi punti di compromesso e alcune novità.

  • – Sulle fonti rinnovabili si passa parola could alla parola should, ovvero da “potrebbero” a “dovrebbero” in riferimento alla necessità di triplicarne la potenza installata entro il 2030. Si tratterebbe di un passo in avanti, anche se è detto che ciò possa equivalere ad un obbligo in capo ai governi.

 

  • – Il documento accetta che in ogni caso le strade per raggiungere i risultati climatici saranno comunque “determinate a livello nazionale”. Un elemento che sembra essere una concessione soprattutto alle nazioni che non volevano impegni troppo vincolanti.

 

  • – Sul carbone il testo appare ancora deludente: si continua a parlare solo di quello unabated e non viene ipotizzata un’uscita, bensì solamente una diminuzione. Si parla anche di smettere di costruire nuove centrali, ma anche in questo caso limitandosi alle unabated.

 

  • – La bozza parla inoltre di “accelerare gli sforzi a livello globale per arrivare ad avere sistemi energetici ad emissioni nette azzerate, utilizzando combustibili a basso o nullo impatto ben prima o attorno alla metà del secolo”. Una formulazione più completa rispetto alla precedente, ma che lascia presenti due espressioni, “ben prima” e “attorno” fortemente diverse tra loro, sulle quali il rischio è che alcune nazioni possano “giocare” per rallentare l’azione climatica.

 

  • – Particolarmente interessante la nuova formulazione lessicale utilizzata in riferimento alle fonti fossili nel suo complesso. Per superare l’impasse tra phase out e phase down ed evitare il perdurare di un muro contro muro ai negoziati, si è scelto di passare all’espressione transitioning away. Il testo parla infatti di un “processo di transizione dalle fonti fossili nei nostri sistemi energetici, a cominciare da questa decade, in modo giusto, ordinato ed equo, al fine di raggiungere l’azzeramento delle emissioni entro il 2050 e in linea con la scienza”. Qui il limite temporale appare più chiaro. Da capire, però, se l’avvio della transizione “entro il decennio” non rischi di farci esaurire pericolosamente il carbon budget che abbiamo ancora a disposizione, ovvero il quantitativo di omissione di gas ad effetto serra che ancora possiamo permetterci di disperdere nell’atmosfera terrestre senza sforare il limite degli 1,5 gradi centigradi.

 

  • – Il testo continua a contemplare nella transizione il nucleare, che finora non era mai stato inserito in un documento dell’Unfccc, così come i controversi sistemi di carbon capture and storage, ovvero di rimozione stoccaggio della CO2 dall’atmosfera: una tecnologia ancora acerba e costosa. Presente nell’elenco anche l’idrogeno.

 

  • – Si parla inoltre di “sostituzione” delle fossili unabated, seguendo in questo senso quanto indicato nel mese di novembre da un documento congiunto di Stati Uniti e Cina.

 

  • – Il documento chiede quindi di “accelerare e ridurre sostanzialmente le emissioni di metano entro il 2030”, e di aumentare il ritmo della transizione nei trasporti.

 

  • – Infine, viene chiarito maggiormente cosa si intende per sussidi “inefficaci “, che dovrebbero essere azzerati nel più breve tempo possibile. La bozza li definisce come “quelli che non aiutano nella lotta alla povertà energetica o ad una giusta transizione”.

Occorrerà tuttavia aspettare la mattina di mercoledì 13 dicembre per la pubblicazione della quinta versione, ufficiale, del Global stocktake.

18:02, 12 Dicembre 2023

Il segretario inglese al Clima lascia la Cop28 per un voto sui migranti a Londra

Il segretario di stato britannico al Clima, Graham Stuart ha lasciato la Cop28. Non perché quest’ultima fosse finita, bensì per quella che, evidentemente, per il governo conservatore di Londra rappresenta una priorità assoluta, ben più importante della lotta al riscaldamento globale. Stuart sta facendo ritorno nella capitale inglese per votare un provvedimento che punta ad espellere i migranti clandestini del Ruanda presenti nel Regno Unito. La decisione ha sollevato numerose critiche da parte delle organizzazioni non governative. Il premier Rishi Sunak si è affrettato a dichiarare che Stuart “tornerà alla Cop. È rientrato per essere presente in parlamento nel suo ruolo di deputato”. Peccato che la conferenza di Dubai potrebbe essere, nel frattempo, finita.

Anche il ministro italiano Pichetto Fratin ha lasciato la Cop28, suscitando critiche dalle opposizioni e una

17:51, 12 Dicembre 2023

Le difficoltà nei negoziati alla ventottesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite sul clima, la Cop28 di Dubai, sarebbero responsabilità del presidente Sultan al-Jaber. Il dirigente degli Emirati Arabi Uniti, già da mesi sospettato di conflitti d’interessi – è al contempo amministratore delegato della Adnoc, la Abu Dhabi national oil company, compagnia petrolifera di stato emiratina – non avrebbe “calcolato che il dibattito alla fine si sarebbe concentrato sui combustibili fossili”, il che ha fatto emergere una grande “tensione politica”. Ad affermarlo è stata la ministra dell’Ambiente colombiana, Susana Muhamad, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa spagnola Efe.

 

17:46, 12 Dicembre 2023

I negoziati ai tempi supplementari

Alla Cop28 vanno in scena i “tempi supplementari” dei negoziati. In mancanza di un accordo tra i governi, che a giudicare dall’ultima bozza di Global stocktake appare ancora molto lontano, si tratta ad oltranza. Le voci che circolano a Dubai hanno indicato dapprima che una nuova bozza avrebbe potuto essere pubblicata attorno alle 18 ora locale (le 15 in Italia). Successivamente, si è parlato delle 21. C’è però già chi indica come possa essere ritardata ulteriormente.

Ciò che è certo è che i rappresentanti degli stati hanno ormai poche ore a disposizione per tentare di trovare un compromesso.

12:42, 12 Dicembre 2023

Vertice Opec a Doha dei paesi petroliferi: “Dall'Occidente un'aggressione sulle fossili”

Le posizioni dei dirigenti delle nazioni arabe sulla sorte delle fonti fossili si stanno delineando non soltanto alla Cop28 di Dubai ma anche a Doha. Nella capitale del Qatar, infatti, parallelamente alla Conferenza mondiale sul clima, si sta tenendo il summit sulla cooperazione regionale del settore petrolifero, il vertice Opec. E le informazioni che giungono dagli esponenti governativi presenti non lasciano presagire nulla di buono.

Da Doha sono giunte infatti critiche durissime nei confronti di chi chiede di inserire nel Global stocktake, in discussione sotto l’egida delle Nazioni Unite, il riferimento all’uscita dai combustibili fossili.  Il ministro del Petrolio del Kuwait, Saad al-Barrak ha parlato di “attacco aggressivo” da parte dei paesi occidentali, accusati di voler tentare di dominare l’economia globale attraverso le energie rinnovabili. Secondo il membro del governo di Bagdad, quella che le nazioni arabe stanno conducendo alla Cop28 è “una battaglia per la nostra libertà e i nostri valori”.

Similmente, il ministro iracheno del Petrolio, Hayan Abdel-Ghani, ha dichiarato che “le energie fossili resteranno la principale fonte di energia nel mondo”. E ha in questo senso lasciato intendere una posizione oltranzista da parte del suo paese, che potrebbe non lasciare spazio non solo a un’uscita, ma neppure a una diminuzione dello sfruttamento di carbone, petrolio e gas: “Non possiamo abbandonarle neppure progressivamente”. “In quanto paesi arabi – ha aggiunto – noi produciamo queste fonti di energia, ma non siamo all’origine delle emissioni”. Un modo per rimbalzare la responsabilità su chi le fossili le consuma: “Sono loro a dover sviluppare tecnologie atte a ridurre le emissioni”.

A parlare è stato anche Mohamed Bin Mubarak Bin Daina, ministro del Petrolio e dell’Ambiente del Bahrein, che ha sottolineato come proprio il petrolio rappresenti “un elemento essenziale delle nostre economie. Dobbiamo concentrarci su questa industria e preservarla, consumando i suoi derivati in maniera equilibrata”. Ciò nonostante, il rappresentante della monarchia araba ha comunque parlato di riduzione delle emissioni e di utilizzo più intensivo delle energie rinnovabili.

A partecipare al vertice sono stati anche esponenti dei governi di Algeria, Libia e Oman. Ma anche lo stesso ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdelaziz bin Salman.

11:28, 12 Dicembre 2023

Il dito puntato contro l'Arabia Saudita. Ma si osservano anche Usa e Cina

Che l’Arabia Saudita sia contraria ad inserire nel testo il riferimento ad un’uscita (phase out) dalle fonti fossili è noto. Con lei, almeno sei nazioni dell’Opec (l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio) e il Qatar. Ma le sfumature sono molteplici alla Cop28 di Dubai. E gli occhi sono puntati anche sulle due nazioni che più di tutte, al mondo, sono responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra di origine antropica: gli Stati Uniti e la Cina. Le due nazioni, da sole, valgono il 41 per cento del totale di CO2, metano e altri gas dispersi nell’atmosfera terrestre. Il loro impegno, di conseguenza, è assolutamente determinante per il raggiungimento degli obiettivi climatici.

Qual è dunque la posizione di Washington e Pechino? Non oltranzista come quella saudita. Ma neanche così aperta. In una posizione comune assunta nello scorso mese di novembre, le due più grandi potenze industriali ed economiche del mondo si erano accordate per parlare di un’uscita a termine dalle fonti fossili ma avevano subordinato la stessa alla “sostituzione” delle stesse. In altre parole: l’accordo ad abbandonare carbone, petrolio e gas dovrebbe essere subordinato alla contemporanea crescita di altre fonti. Per comprendere ancora meglio: difficile immaginare un via libera alla chiusura di centrali a carbone, senza che l’energia da esse prodotto non sia garantita già da altri impianti.  Non sorprende, perciò, che nella bozza di testo diffusa lunedì compaia proprio il termine “sostituzione”.

 

11:08, 12 Dicembre 2023

A Dubai si lavora per cercare un compromesso. Attesa una nuova bozza

Nella mattinata di martedì 12 dicembre, mentre a Dubai si attende la pubblicazione di una nuova bozza del Global stocktake, ad esprimersi è stato il direttore generale della Cop28, Majid al-Suwaidi. In un comunicato diffuso mentre sono in corso gli ultimi negoziati nella speranza di arrivare ad un testo accettabile, l’ex ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in Spagna ha spiegato che la presidenza sta lavorando ad un nuovo draft, sulla base dei “paletti” imposti dai paesi che hanno giudicato inaccettabile la proposta avanzata lunedì.

“Sappiamo da molto tempo – ha spiegato al-Suwaidi ai giornalisti – che le formulazioni in riferimento alle fonti fossili sarebbero state complesse e che le opinioni sul tema sono altrettanto complesse. È importante che si trovino perciò le giuste parole. C’è chi vuole un’uscita, chi vuole una riduzione e chi vuole una locuzione ancora differente”.

 

8:00, 12 Dicembre 2023

L'ora prevista per la chiusura della Cop28 è passata

La ventottesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite non è terminata all’ora prevista. La chiusura era infatti programmata per le 11 di mattina di oggi, 12 dicembre (le 8 in Italia). Tuttavia, le enormi distanze tra i governi sulle bozze di Global stocktake pubblicate finora non hanno permesso di rispettare la scadenza. Si continua a trattare ad oltranza. Per ora, il calendario fissato dall’Onu continua ad indicare “martedì” come ultimo giorno della Cop28, senza precisare più un orario.

21:21, 11 Dicembre 2023

Jennifer Morgan: “Europa unita nel giudicare il testo inaccettabile”

L’inviata speciale per il clima della Germania, Jennifer Morgan, ha assicurato che l’Europa è “estremamente unita” nel condannare il testo proposto dalla presidenza della Cop28, giudicandolo inaccettabile.

20:45, 11 Dicembre 2023

Preoccupazione e rabbia tra le ong e i think tank

Fortemente negative tutte le reazioni fin qui giunte da istituti di ricerca e organizzazioni non governative: “Questo testo è un incubo fatto di proposte deboli e contraddittorie”, ha commentato Tom Evans, del think tank E3G.  “Hanno detto ‘addio’ alla parola ‘addio’”, ha osservato Li Shuo, dell’Asia society policy institute, secondo il quale tuttavia, i governi, volendo, avrebbero ancora il tempo di tornare sui loro passi.

Andreas Sieber, attivista di 350.org è apparso sconsolato: “Ciò a cui abbiamo assistito rappresenta la realizzazione delle nostre paure”. Similmente, Jean Su del Center for biological diversity ha dichiarato che il testo “si allontana in modo disastroso dalle formulazioni iniziali, nelle quali si parlava di uscita dai combustibili fossili. Se questa mostruosa corsa al ribasso sarà confermata, questa Cop cruciale si tradurrà in un fallimento”.

Il testo “è estremamente deludente, inquietante e non si avvicina neanche lontanamente al grado di ambizione che occorre garantire all’umanità”, ha dichiarato Rachel Cleetus, dell’Union of concerned scientists.

Unica voce fuori dal coro, quella di Mohamed Adow, di Power shift Africa, secondo il quale il testo avrebbe comunque il merito di “porre la base per un cambiamento profondo. Questa è la prima Cop nella quale le parole ‘fonti fossili’ verranno incluse in un documento. È l’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili”.

20:20, 11 Dicembre 2023

Al-Jaber ammette: "C'è ancora molto lavoro da fare"

“Abbiamo fatto dei progressi ma abbiamo ancora molto da fare”, ha commentato il presidente della Cop28 Sultan al-Jaber, dopo la pubblicazione della nuova bozza di compromesso, giudicato in modo pressoché unanime come un testo deludente. “Dobbiamo ancora colmare numerose distanze – ha aggiunto l’emiratino nel corso di una sessione plenaria, ammettendo che “non c’è tempo da perdere. Dobbiamo arrivare ad un risultato che rispetti la scienza e che mantenga l’obiettivo degli 1,5 gradi a portata di mano”.

In linea teorica, la Cop dovrebbe chiudersi alle 11 di martedì 12 dicembre, ma è molto probabile che saranno necessari i “tempi supplementari”. E al-Jaber sa che non è affatto detto che basteranno.

19:59, 11 Dicembre 2023

Al Gore: "La Cop28 sull'orlo del fallimento totale"

“La Cop28 è a questo punto sull’orlo del fallimento totale”, ha scritto su X Al Gore, ex vice-presidente degli Stati Uniti e attivista per il clima.

 

19:54, 11 Dicembre 2023

Le Isole Marshall: "Non siamo qui per firmare la nostra condanna a morte”

“La Repubblica delle Isole Marshall non è venuta qui per firmare la propria condanna a morte”, ha tuonato il ministro delle Risorse naturali e capo della delegazione della nazione insulare, John Silk.

18:00, 11 Dicembre 2023

La reazione degli Stati Uniti

“Il testo va rafforzato, anche sulla questione dei combustibili fossili”, ha detto il portavoce del segretario di stato degli Stati Uniti. “Abbiamo apprezzato lo sforzo di tanti per produrre un testo che bilanci la varietà degli interessi”. Allo stesso tempo vanno migliorati le sezioni dedicate a mitigazione e finanza. Quest’ultima in particolare contiene “inesattezze che vanno corrette”.

17:30, 11 Dicembre 2023

Per il ministro Pichetto Fratin si può e si deve fare di più

“Si può e si deve fare di più. Stiamo lavorando con i partner europei per migliorare la proposta della presidenza emiratina. Serve uno sforzo ulteriore per un testo più ambizioso”. È quanto ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin al termine della riunione di coordinamento dei ministri dell’Unione Europea in seguito alla diffusione della bozza di documento diffuso a Dubai dalla presidenza della Cop28.

16:25, 11 Dicembre 2023

Le parole dell'Europa, Wopke Hoekstra

“Non nascondo il fatto che il testo sia deludente. Certo, ci sono un paio di cose buone, ma nel complesso è insufficiente e non è all’altezza della questione. E non lo diciamo noi, in quanto europei, ma è la scienza ad essere cristallina nel dirci ciò di cui abbiamo bisogno. E in cima alla lista delle cose da fare c’è il phase out dai combustibili perché è il modo più veloce per mettere in sicurezza il pianeta e le persone”, ha precisato Wopke Hoekstra, commissario europeo per l’Azione per il clima.

16:20, 11 Dicembre 2023

Le parole dell'Europa, Teresa Ribera Rodríguez

“Ci sono cose in questo testo che sono totalmente inaccettabili. Non è affatto chiaro come dobbiamo agire in questo decennio critico. Riteniamo sia necessario fare chiarezza per far sì che da questa Cop si ottenga ciò di cui il mondo ha bisogno e ciò che ci aspettavamo che fosse: un punto di svolta nella nostra lotta contro la crisi climatica. Non c’è alcun messaggio chiaro sul phase out dai combustibili fossili e molte altre cose sono ancora assenti nella bozza di documento finale. C’è ancora molto lavoro da fare”, ha affermato Ribera Rodríguez, ministra spagnola della Transizione ecologica e alla Cop28 in qualità di presidenza di turno dell’Unione europea.

14:00, 11 Dicembre 2023

Le prime reazioni dalla Cop28 alla bozza di documento finale

La bozza redatta dalla presidenza della Cop28, quindi, ha suscitato non poche perplessità. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Guardian, il ministro delle Finanze di Tuvalu Seve Paeniu, ha criticato duramente l’assenza della parola phase out dalla bozza: “Non bene. Non va affatto bene. Non vi è alcun riferimento all’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Questa è una preoccupazione. Fornisce ai paesi opzioni anziché obblighi”, ha detto Paeniu. Lo stato insulare di Tuvalu, gravemente minacciato dall’innalzamento del livello dei mari, sta guidando gli sforzi per un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili con Vanuatu.

Anche gli analisti del Global Strategic Communications Council (Gscc) hanno accolto con freddezza la bozza di accordo della Cop28, dischiarando di aspettarsi “una forte reazione da parte dei paesi vulnerabili dal punto di vista climatico e dei blocchi impegnati in un forte impegno per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Non si parla né di riduzione né di eliminazione graduale. Gli ingredienti ci sono ma non esiste una ricetta degna di nota. I delegati dell’Unione europea, dei paesi progressisti latinoamericani e dell’Alleanza dei piccoli Stati insulari faranno fatica a sostenere il testo così com’è, dato che non viene posta alcuna enfasi sull’azione in questo decennio critico, che è fondamentale per mantenere l’1,5°C a portata di mano”.

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