A Usme, nel centro della Colombia, c’è una fattoria gestita da un ex combattente delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) che è un modello di giustizia riparativa. Rolando Albeiro Acevedo ha scommesso su questa terra per fare agricoltura sostenibile destinata alla popolazione e coinvolgere nelle sue attività studenti e altri cittadini, ragionando insieme sul futuro della Colombia.

Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) sono state fondate nel 1964 da un gruppo di contadini e intellettuali marxisti in opposizione al governo colombiano, denunciando la crescente disuguaglianza sociale, la concentrazione della terra e la mancanza di opportunità per i più poveri. In un primo momento si trattava di un movimento guerrigliero, poi le Farc si sono evolute in un’organizzazione paramilitare coinvolta in traffico di droga, estorsioni e rapimenti per finanziare la lotta armata.

Il trattato di pace del 2016 tra lo stato colombiano e le Farc ha segnato la fine di un conflitto armato andato avanti per oltre mezzo secolo e che fino a quel momento aveva causato quasi mezzo milione di morti e 45mila persone scomparse. Una prima versione del trattato di pace era stata bocciata dal voto popolare attraverso un referendum, poi le parti hanno firmato una versione rivista. Con la pace, che non è stata accettata da diversi gruppi di combattenti, le Farc hanno cessato di essere un gruppo armato, consegnando le proprie armi all’Onu e costituendo un proprio partito politico. Inoltre hanno promesso di mettere fine alle proprie coltivazioni illecite legate al traffico di droga, mentre lo stato colombiano ha accolto le richieste di riforma agraria delle Farc, con un piano di distribuzione ai contadini di tre milioni di ettari, la regolarizzazione di altri dieci milioni di ettari oggi coltivati da contadini senza titolo di proprietà e l’accesso al credito.

Uno dei pilastri dell’accordo di pace del 2016 tra lo stato colombiano e le Farc riguardava il risarcimento delle vittime dei conflitti, con l’istituzione di strumenti giurisdizionali ad hoc. Da qui sono nati progetti di giustizia riparativa, con ex combattenti che hanno iniziato a lavorare per e con la società civile, sotto forma di processo di reintegrazione ma anche di risarcimento per quello che hanno causato decenni di lotta armata.

Rolando Albeiro Acevedo è un ex combattente Farc che ha passato 13 anni in carcere, fino alla liberazione nel 2017 dopo il trattato di pace. Oggi gestisce una fattoria di animali, ortaggi e piante selvatiche a Usme, non lontano da Bogotà, portando avanti i suoi ideali di redistribuzione della terra e giustizia sociale non più attraverso la lotta armata, ma attraverso il dialogo e l’interazione costante con la società civile. Acevedo e altri ex combattenti Farc hanno infatti dato vita all’associazione Asocun, che mette l’agricoltura al centro dei percorsi di riparazione nei confronti della società. Questo avviene nel contesto della Jep, la Giurisdizione Speciale per la pace, il tribunale creato attraverso l’accordo di pace che non infligge pene e anni di galera ma, chiamando gli ex combattenti a testimoniare in modo volontario sulla propria attività del passato, costruisce percorsi di giustizia basati sulla riconciliazione e la riparazione del danno. La fattoria di Usme lavora in quest’ottica e se da un parte fa agricoltura per la popolazione e coltiva una terra che altrimenti sarebbe finita in mano ai latifondisti, dall’altra promuove incontri con studenti e altri cittadini per ragionare sul futuro della Colombia e la pace. 

“Abbiamo iniziato la lotta armata per le trasformazioni sociali ed economiche, ora combatteremo quelle trasformazioni, ma nell’arena politica. La pace ha un cognome, e quel cognome si chiama pace con giustizia sociale”, sottolinea Rolando Albeiro Acevedo.