
“La moda veste la pace” è il premio che viene conferito a chi contribuisce a combattere il razzismo nel settore. Ecco i premiati 2023
Il lino offre grandi opportunità all’industria della moda, che può rendere più virtuosa. Ne abbiamo parlato con la Confederazione europea del lino e della canapa.
Dalla coltivazione a basso impatto ambientale alle proprietà quali durata, resistenza e termoregolazione. Il lino è una fibra ecologica dalle innumerevoli virtù, soprattutto in relazione all’ambiente, e secondo la Confederazione europea del lino e della canapa (Celc) può rappresentare un punto di svolta per l’industria tessile e dell’abbigliamento tradizionale.
La ristrutturazione dei processi produttivi del mondo della moda, dalla coltivazione della fibra alla sua trasformazione in tessuto e poi in abiti finiti, trova un importante alleato nel settore del lino. A raccontarcelo è stata Marie-Emmanuelle Belzung, delegato generale della Celc.
Uno studio ha recentemente svelato l’importante potenziale di questa fibra nell’ambito della sostenibilità. In che modo può contribuire al cambiamento dell’industria della moda rendendola più virtuosa?
Il lino si basa sui tre pilastri cardine dello sviluppo sostenibile. A livello sociale la sua produzione è etica perché non fa uso di prodotti dannosi per l’uomo e richiede una manodopera qualificata che operi nel rispetto degli standard dell’Ufficio internazionale del lavoro. La sua coltivazione è inoltre ecologica perché preserva gli ecosistemi riducendo notevolmente il proprio impatto. La produzione di questa fibra si rivela altrettanto virtuosa anche a livello economico stimolando l’occupazione agricola e industriale, grazie a un eccellente know-how e a posti di lavoro europei che non possono essere delocalizzati. Queste caratteristiche specifiche del lino sono in grado di migliorare l’industria tessile e dell’abbigliamento, rispondendo perfettamente alla necessità di processi meno impattanti per soddisfare consumatori sempre più intenzionati ad acquistare responsabilmente.
Nell’immaginario comune, il lino è tutt’ora legato a tendenze passate. Come possiamo ricollocarlo nel contesto odierno?
Ancorato a una lunga storia di tradizione e innovazione che dura da 36mila anni, questa materia diventa la risposta a nuovi scenari necessari quando la moda vuole staccarsi dal ritmo delle stagioni e quando gli stili non sono più indicatori di identità. Responsabile e consapevole, sorprende per la sua versatilità nelle applicazioni e negli abbinamenti con altre fibre sostenibili: è in grado di soddisfare la voglia di freschezza e leggerezza con tessuti per camicie, micro armature, piqué, effetti seersucker, doppi “piuma” in colori tenui, screziati o leggermente delavati. Infine fa rima con comfort e flessibilità nelle combinazioni lino-seta o tencel, lino elasticizzato, con spalmature fini e mischie con un tocco di cashmere per la mezza stagione.
Questo tessuto trova sempre più spazio all’interno delle collezioni di abbigliamento e per la casa. Per la stagione primavera/estate 2021, il trend è confermato da una presenza massiccia di capi in lino sulle passerelle di marchi di lusso.
Quanto è diffuso nelle collezioni di prêt-à-porter oggi?
In questo contesto, la Celc ha chiesto alla società Tagwalk di analizzarne la presenza sulle passerelle nelle ultime due stagioni. Per l’estate del 2021, abbiamo registrato un +102 per cento di silhouette in lino nel prêt-à-porter femminile rispetto all’estate precedente. E sebbene rimanga la fibra preferita dei marchi eco-responsabili, il 64 per cento dei marchi di lusso lo ha utilizzato in modo significativo per la prima volta in questa stagione.
Ma voi di Celc, in che modo state cercando di favorirne la diffusione?
La Celc ha lanciato la piattaforma digitale linendreamlab.com per la primavera-estate 2022. Questo strumento nasce per facilitare le relazioni tra i membri Celc quali filatori, tessitori, maglifici e i loro clienti, oltre a marchi e stilisti. L’approvvigionamento viene agevolato dalla semplicità dell’interfaccia: registrandosi sulla piattaforma, sarà possibile creare una propria selezione tra i tessuti e i filati presentati, costruire una moodboard ed entrare in contatto diretto con i produttori. Questa piattaforma è stata concepita per arricchirsi nel tempo e nel corso delle stagioni andando di pari passo con un programma di formazione sul lino destinato a marchi e distribuzione, e con una campagna di supporto per lo sviluppo delle vendite in boutique o sull’e-commerce “Amo il lino”.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
“La moda veste la pace” è il premio che viene conferito a chi contribuisce a combattere il razzismo nel settore. Ecco i premiati 2023
Ora che il fashion month è definitivamente concluso possiamo dirlo: la body positivity è scomparsa dalle passerelle. Tornerà o si tratta di un addio?
In occasione della fiera Milano Unica, è stato presentato uno studio sul lino che dimostra il basso impatto ambientale della sua produzione.
Dalle pellicce alla lana, il documentario Slay affronta il tema dei materiali animali nella moda senza fare sconti e offrendo delle alternative.
Una minigonna non è solo una minigonna, così come gli slogan femministi sulle t-shirt di Dior: ecco come le lotte delle donne hanno cambiato la moda
Moda e biodiversità: qual è il loro legame e cosa si può fare affinché questo settore rispetti il delicato equilibrio del pianeta.
Una campagna lanciata lo scorso anno ha ottenuto di far cambiare la definizione di “color carne” su alcuni dizionari italiani, ma l’invito è ancora aperto.
Comprare meno, comprare meglio. Ecco nove brand per la nostra selezione mensile di marchi eco-conscious e rispettosi delle condizioni dei lavoratori
La Settimana della moda milanese si è conclusa e sono stati molti i progetti dedicati alla sostenibilità. Ecco la nostra selezione.