
Anche le valigie causano emissioni: se non siete tra quelli che partono sempre con un bagaglio a mano, queste iniziative potrebbero interessarvi.
In occasione della fiera Milano Unica, è stato presentato uno studio sul lino che dimostra il basso impatto ambientale della sua produzione.
Il lino è da sempre considerato una materia nobile per le sue caratteristiche tecniche e la sua bellezza, ma forse ancora pochi sanno delle sue virtù in ambito ambientale. Per questo la Sezione Lino del Sistema Moda Italia e la Confederazione Europea del Lino e della Canapa hanno presentato uno nuovo studio condotto da Centrocot durante la fiera dedicata proprio ai tessuti, Milano Unica.
Protagonisti dello studio sono stati gli esponenti della filiera del lino europea certificata Masters of Linen®, un marchio che garantisce l’eccellenza del lino e il Made in Europe, dalla coltivazione della fibra alla filatura e al tessuto. In particolare, i campioni presi in esame sono stati due articoli di diverso uso e grandezza, ovvero una camicia e una tovaglia da 6 posti. Focalizzandosi soltanto sulla fase produttiva, e dunque escludendo per ora la fase d’uso e smaltimento, il lino si è rivelato una fibra naturalmente ecosostenibile. Sono stati presi in considerazione tutti i principali indicatori ambientali come i cambiamenti climatici, il consumo energetico, lo sfruttamento del suolo, l’utilizzo di acqua e prodotti chimici tossici.
L’impatto ambientale del lino è risultato mediamente basso rispetto a tutti i fattori ambientali analizzati, anche se messo a confronto con tutti gli altri tessuti tradizionali come cotone, lana, poliestere e viscosa. “Un punto a suo favore è la fase agricola che ha bisogno di pochi input in termini di fitofarmaci, pesticidi e fertilizzanti” – ci ha raccontato Michela Secchi, responsabile dello studio. “Inoltre, il fatto che quella del lino sia una filiera energivora che si rifornisce in larga parte da fonti rinnovabili, è sicuramente un altro punto a favore”.
Ma il dato più significativo è la quasi totale assenza di irrigazione e sostanze chimiche inquinanti, aspetti considerati cruciali nella misurazione dell’impatto ambientale delle fibre tessili. “Il fatto che l’utilizzo di prodotti chimici non avesse contribuito in maniera importante è stata una sorta di sorpresa” – continua Michela Secchi -. Abbiamo notato che gli impatti erano molto più legati al consumo di energia che all’utilizzo di prodotti chimici”.
Leggi anche: Il lino, produzione e lavorazione di un materiale che coniuga bellezza e sostenibilità
Oltre all’elemento sostenibilità, al quale la filiera del lino è sempre stata particolarmente sensibile per natura, esistono molte altre caratteristiche di questo materiale che vale la pena di valorizzare. È durevole nel tempo, resistente, anallergico, traspirante, termoregolatore, oltre a presentare un’alta presa sul colore.
Pierluigi Fusco Girard del Linificio e Canapificio Nazionale ci ha parlato del lino definendolo “una fibra nobile per la bellezza, la sostenibilità e la capacità di avere proprietà tali da renderla utilizzabile in settori completamente diversi tra loro. Si va dalla camicia finissima dell’imperatrice giapponese fino ad arrivare alle vele della nave scuola Amerigo Vespucci: l’una è leggera, fresca e affascinante, le altre sono resistenti e durature nel tempo”. Questi sono solo due esempi di utilizzo se ripercorriamo la storia antica di questa fibra: “le tele dei più importanti pittori come Caravaggio, Raffaello e Donatello erano fatte in lino perché, oltre a consentirgli di conservare i loro dipinti nel tempo, sono antistatiche e hanno una grande capacità di assorbimento dei colori. Allo stesso modo anche i pannolini dei bambini erano in lino, non solo per le proprietà antistatiche e assorbenti di questa fibra, ma anche per le caratteristiche anallergiche e il tatto soffice che rispetta la pelle di un bambino”.
Ci troviamo di fronte a una fibra unica nella sua specie le cui virtù vengono apprezzate e tramandate di generazione in generazione sin dall’antichità. Ma possiamo considerare il lino moderno? A risponderci è stato Stefano Albini del Cotonificio Albini: “il lino è moderno perché unisce le caratteristiche antiche, come il fatto che non assorbe umidità ed è naturalmente stropicciato, con performance tecniche quali l’antipiega, l’anti raggi UV e l’impermeabilità, richieste dal consumatore di oggi. Queste caratteristiche nel lino, rese possibili grazie alle mischie con altre fibre e a tecniche di finissaggio particolari, gli conferiscono un look di modernità e sportivo”.
Il lino è in auge, grazie ai consumatori giovani che si stanno mostrando più sensibili verso le tematiche ambientali. Ecco perché i creativi della filiera stanno sviluppando nuovi metodi di lavorazione dando vita al lino invernale, al lino impermeabile senza uso di formaldeide e fluoro, al lino denim e a quello stretch, ma anche al lino decorato con particolari tecniche di stampa digitale. Dimentichiamoci i tessuti fuori moda: il lino moderno sarà al passo con l’innovazione, contemporaneo e naturalmente sostenibile.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Anche le valigie causano emissioni: se non siete tra quelli che partono sempre con un bagaglio a mano, queste iniziative potrebbero interessarvi.
Comprare meno, comprare meglio. Ecco nove brand per la nostra selezione mensile di marchi eco-conscious e rispettosi delle condizioni dei lavoratori
Comprare meno, comprare meglio. Ecco nove brand per la nostra selezione mensile di marchi eco-conscious e rispettosi delle condizioni dei lavoratori
Ecco cosa ci chiedete ogni mese in fatto di acquisti moda responsabili: abbiamo provato a dare qualche risposta in merito a questioni hot, come il prezzo
Noleggiare gli abiti conviene: ma solo a noi o anche all’ambiente? Ecco pro e contro del fashion renting.
Nel calcolare l’impatto ambientale di una campagna pubblicitaria bisogna considerare sia la CO2 prodotta dalla logistica che l’impulso al consumo
L’80 per cento dei lavoratori sfruttati nel tessile è donna mentre la catena di comando del settore è in mano agli uomini
Si usava negli anni Trenta, poi è stata soppiantata dalle fibre di derivazione sintetica: ecco perché un ritorno alla lana nei costumi sarebbe auspicabile.
La fondatrice del Fashion film festival Milano Constanza Etro racconta la categoria “For green”, dedicata a una moda che si riconcilia con il Pianeta.