Migranti, dopo 7 anni l’accusa chiede l’archiviazione del processo contro Iuventa

Dopo 7 anni l’accusa chiede l’archiviazione per gli attivisti di Jugend Rettet, Save the Children e Msf e il dissequestro della Iuventa. Ma ormai è tardi.

  • Chiesta l’archiviazione per 24 attivisti di Jugend Rettet, Save the Children e Medici senza Frontiere che facevano salvataggi in mare.
  • Eclatante il caso della nave Iuventa, della piccola ong tedesca, è sotto sequestro dal 2017: nel frattempo nel Mediterraneo sono morte 10mila persone.
  • La stessa accusa ha ritenuto che i salvataggi non costituivano favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

La procura di Trapani ha presentato una richiesta di archiviazione per tutti i 24 indagati nell’inchiesta aperta nell’ormai lontano 2017 con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, e adesso (forse già per  domani) non si attende che la sentenza finale, che perà a questo punto sembra scritta: assoluzione. Gli indagati, che rischiavano (e tecnicamente ancora rischiano) fino a 20 anni di carcere, sono tutti membri delle organizzazioni non governative Jugend Rettet, Save the Children e Medici Senza Frontiere: delle tre, a oggi solo Msf è ancora attiva nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo centrale. Ma è la vicenda della piccola ong tedesca e della sua nave, Iuventa, di fatto “fatta fuori” dai soccorsi a causa di questa inchiesta, quella più rilevante e interessante.

Il sequestro della Iuventa e un’inchiesta durata 7 anni

La vicenda nasce nel 2017, quando la nave Iuventa, messa in acqua dalla ong tedesca Jugend Rettet, fondata da un gruppo di attivisti tedeschi poco più che adolescenti tramite un crowdfunding popolare, viene sequestrata dallo stato italiano dopo uno sbarco a Lampedusa al termine di una operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.

In quel momento iniziano le indagini contro l’equipaggio, che in un anno di lavoro tra il 2016 e il 2017 ha soccorso 14mila persone in mare e per questo è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare: Iuventa, secondo l’accusa, sarebbe stata d’accordo con gli scafisti libici per effettuare trasbordi di migranti in mare aperto. Per trovare le prove del misfatto fu messa in opera una verrà attività di intelligence, con tanto di intercettazioni ad avvocati e giornalisti (come racconta il cronista specializzato nel fenomeno migratorio, Sergio Scandura).

Per le stesse ipotesi finiscono sotto inchiesta anche singoli membri di Save the Children e Medici Senza Frontiere, altre ong che al tempo solcavano il Mediterraneo: nel loro caso però la nave non verrà sequestrata.

Indagini da intelligence, processo farsa

Nel 2022, quattro persone dell’equipaggio di Iuventa vengono portate in tribunale, a Trapani, e iniziano le udienze preliminari. Nel corso delle udienze, assicurano attivisti e osservatori, come Serena Chiodo, oggi campaigner di Amnesty Italia, aveva raccontato  sul sito specializzato “Open Migration”, si assiste a “errori procedurali, mancate traduzioni, testimoni chiamati dalla Procura e che non si presentano e, quando lo fanno, danno informazioni non attendibili”. Nel frattempo però il ministero dell’interno si è costituito come parte civile adducendo non meglio precisati danni subiti dall’azione di Iuventa.

Operatori umanitari della nave Iuventa sul molo, Sicilia, copyright Michele Cinque
Operatori umanitari della nave Iuventa sul molo, Sicilia, copyright Michele Cinque

Dopo sette anni di inchiesta, però, ora è la stessa Procura, cioè l’accusa, che chiede al giudice di non proseguire, e anche di restituire la nave rimasta sotto sequestro per tutto questo tempo, impossibilitata a tornare in mare a effettuare altri salvataggi: il dibattimento, infatti, avrebbe dimostrato che non esisteva alcun accordo tra trafficanti e attivisti, e che i contatti in mare avvenivano semmai sotto forma di richieste di aiuto da parte dei barchini in difficoltà, guidati dagli stessi migranti come scafisti improvvisati.

Our lawyer Francesca Cancellaro is now presenting her final arguments in court:“Almost 10,000 people have drowned in the central Mediterranean since 2017. THAT is the number we need to talk about when we talk about sea rescue”.#dropthecharges #iuventa #trapani #seenotrettung #seenotrettungistkeinverbrechen #migration #mediterranean #criminalisation #savinglivesisnotacrime

Posted by Iuventa-crew on Thursday, February 29, 2024

Nel frattempo però “quasi 10mila persone sono annegate nel Mediterraneo centrale dal 2017 a oggi” ha spiegato l’avvocato di Jugend Rettet, Francesca Cancellaro, nell’ultima udienza in tribunale, prima della richiesta della Procura. Dopo la quale i giovani attivisti si sono mostrati sollevati, ma allo stesso tempo rammaricati: “Anche se le accuse contro l’equipaggio di Iuventa dovrebbero essere ritirate, la criminalizzazione delle autorità italiane ed europee contro la flotta civile non si è fermata. Speriamo che la decisione del giudice sul caso Iuventa ponga fine al processo di diffamazione e cambi finalmente l’immaginario sociale sulla flotta civile. Le ong stanno facendo l’unica cosa giusta da fare: salvare vite”. Tutto il resto è propaganda politica.

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