Investimenti sostenibili

In Asia arriva il primo sustainability bond, per coltivare la gomma rispettando l’ambiente

Una coltivazione sostenibile dell’albero della gomma è possibile. L’Indonesia ci prova, sfruttando un nuovo strumento finanziario detto sustainability bond.

In Asia, per la precisione in Indonesia, esordisce il primo corporate sustainability bond: letteralmente, un’“obbligazione societaria sostenibile”. Questo strumento finanziario mira a raccogliere 95 milioni di dollari, da impiegare per le piantagioni sostenibili dell’albero della gomma su territori pesantemente degradati, in due diverse province del paese asiatico. La notizia è riportata da BusinessGreen.

Come funziona il sustainability bond  

L’annuncio del sustainability bond arriva dalla Tropical Landscape Finance Facility, un’iniziativa supportata (tra gli altri) dal governo dell’Indonesia, oltre che da una serie di enti pubblici e privati. La Tlff si pone l’obiettivo di indirizzare i flussi finanziari verso progetti per la lotta ai cambiamenti climatici, la resilienza delle comunità e dei territori e il miglioramento delle condizioni di vita nelle zone rurali.

Nello specifico, quest’operazione (gestita dalla banca francese Bnp Paribas) finanzierà l’operato della joint venture locale PT Royal Lestari Utama, fianco a fianco con il WWF. Queste realtà vogliono portare nelle province di Jambi, Sumatra ed East Kalimantan “una produzione di gomma naturale che sia intelligente sotto il profilo climatico, vicino alle esigenze della fauna selvatica e inclusiva a livello sociale”. Sull’area complessiva, pari a 88mila ettari, ne verranno preservati circa 45mila per la sussistenza della comunità e la difesa degli animali. Nella provincia di Jambi, le aree in concessione (unite a quelle del WWF) formano una sorta di cuscinetto intorno al Parco Nazionale Bukit Tigapuluh, uno degli ultimi luoghi rimasti in Indonesia dove convivono elefanti, tigri e oranghi. La decisione è stata accolta con parole molto positive dal ministro indonesiano dell’Ambiente e delle foreste, H.E. Siti Nurbaya Bakar.

albero della gomma
Albero della gomma © Paula Bronstein/Getty Images

La sfida della sostenibilità nelle coltivazioni di gomma

Il 90 per cento della gomma naturale – spiega il Wwf – arriva da India, Vietnam, Cina meridionale e Indonesia, territori in cui le condizioni climatiche e le caratteristiche del suolo risultano ottimali. La gomma non ha certo conquistato l’attenzione dei media com’è accaduto ad esempio con l’olio di palma; resta il fatto che i problemi ambientali sono numerosi e tangibili. Ettari ed ettari di foreste vengono letteralmente rasi al suolo per fare posto alle coltivazioni di alberi della gomma, con conseguenze indicibili per la biodiversità, la fauna e le emissioni di gas serra.

Secondo il Wwf, però, la coltivazione sostenibile di gomma è una missione possibile. Anzi, è una grandissima opportunità. Ad oggi non esiste una certificazione internazionale che garantisca che una certa fornitura di gomma è sostenibile: si contano soltanto alcune iniziative prese in autonomia da singole aziende. Queste campagne devono raggiungere la massa critica, avverte il Wwf. L’organizzazione ambientalista chiama apertamente in causa soprattutto i produttori di pneumatici (che da soli utilizzano il 75 per cento della gomma naturale esistente al mondo), le case automobilistiche, gli operatori di flotta e le linee aeree. E, in seconda battuta, chi produce guanti, scarpe e dispositivi medici.

Elefanti di Sumatra Indonesia
Elefanti di Sumatra nella provincia di Lampung, in Indonesia © Ulet Ifansasti/Getty Images

Social bond, green bond e sustainability bond: facciamo chiarezza

Il mondo della finanza sostenibile in questi ultimi anni sta vivendo uno sviluppo dirompente. Gli strumenti finanziari si moltiplicano e, per chi non è esperto, diventa facile fare confusione.

Volendo descrivere in poche righe il mondo delle obbligazioni, non si può non cominciare dai green bond, i cui proventi vengono impiegati per finanziare progetti a sfondo ambientale in diversi settori: trasporti, energia, rifiuti, agricoltura e così via. L’agenzia Standard&Poor’s prevede che il 2018 sia un altro anno da record per le obbligazioni verdi, che secondo le sue stime arriverebbero a un valore di 200 miliardi di dollari.

Poi ci sono i social bond, che servono per finanziare progetti a impatto sociale; i sustainability bond come quello indonesiano, invece, uniscono le finalità sociali a quelle ambientali. Non sono da confondere con i social impact bond, che prevedono un sistema di remunerazione particolare: in poche parole, l’investitore riceve un premio se viene raggiunto un certo risultato sociale (il meccanismo non a caso si chiama pay by result). I charity bond infine sono obbligazioni standard, che però pagano una cedola più bassa perché una quota è devoluta a una ong.

 

Foto in apertura © Nick McGrath/Getty Images

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