Il picnic all’aperto, una lunga storia di gusto e natura

Una colazione sull’erba o sulla spiaggia non

Il picnic all’aperto è una pratica che ha alle spalle una
tradizione molto antica, vissuta un tempo con una solennità
e un fasto ormai lontani dalla nostra concezione attuale. Anche noi
però possiamo ridare dignità alle nostre colazioni
sull’erba, senza per questo indugiare eccessivamente in preparativi
laboriosi e… poco pratici.

Un ferragosto all’aria aperta, con un minimo di organizzazione
strategica e di fantasia, non avrà a a che invidiare ad una
tavola fastosamente imbandita se non vantare, al contrario, la
freschezza e la spensieratezza che la natura infonde
generosamente.

L’attrezzatura indispensabile al picnic prevede piatti, tovaglioli
e bicchieri di carta, possibilmente da riciclare. Da non
dimenticare apribottiglie e cavatappi; borse e contenitori termici
si riveleranno ovviamente indispensabili.

Ma veniamo al menù. Cosa possiamo mettere nel nostro
cestino?
Una generosa serie di verdure fresche (pomodori, sedano, carote,
cetrioli, ma anche fette di melone o cubetti di cocomero)
già puliti e solo da tagliare (all’ultimo momento!) saranno
un’ottima occasione per iniziare il pasto senza appesantire. La
verdura cruda infatti prepara lo stomaco alla digestione, rinfresca
e ci rifornisce di vitamine e sali minerali, ancora più
preziosi nella calda stagione.

Un cereale lessato (riso, orzo, farro) unito a verdure di tutti i
tipi ed eventualmente, se se ne garantisce la conservazione,
piccoli pesci tipo gamberetti, o spada tagliato a dadini, condito
con erbe fresche (basilico, prezzemolo, finocchietto) sarà
sicuramente un primo gradito. Da non dimenticare anche il riso alla
nizzarda (o, su questo tema, una semplice insalata), condito con
olive nere, dadini di formaggio, tonno sott’olio o uova sode e
ravvivato da un filo di olio extravergine.

Le torte salate possono dar via libera alla fantasia, così
come l’immancabile frittata da mangiar fredda. Sotto questa forma
(che si può peraltro non friggere ma cuocere al forno)
possono comparire, perché no, anche gli immancabili…
spaghetti.

Per gli amanti del ‘panino’ possono trionfare i classici rotondi al
latte farciti con frittatine alle erbe, o croccanti francesini
foderati con foglie di lattuga, fettine di uovo sodo, oppure
filetti d’acciuga e un filo di maionese, senza dimenticare
però che il pane migliore è quello di farina da
agricoltura biologica, lievitato con pasta acida. Fette di pane
già tostate accompagneranno gli altri cibi o si presteranno
ad esser soffregate con un filo d’aglio, olio e origano.

Occhio invece ai dolci e alle bevande troppo zuccherate: meglio
preferire l’acqua, lo zucchero a fine pasto non fa che rallentare
la digestione. Ottima la frutta fresca di stagione e, quando
disponibile, un buon gelato.

Loredana Filippi
giornalista specializzata in alimentazione naturale

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