Colonna sonora The Social Network

«Non puoi avere 500 milioni di amici senza farti qualche nemico». È lo slogan che accompagna The Social Network di David Fincher, il regista già dietro la cinepresa in Seven e Fight Club. Tratto dal libro di Ben Mezrich Miliardari per caso, il film narra i primi anni di Facebook e le vicende che hanno

«Non puoi avere 500 milioni di amici senza farti qualche
nemico». È lo slogan che accompagna The Social Network
di David Fincher, il regista già dietro la cinepresa in
Seven e Fight Club.

Tratto dal libro di Ben Mezrich Miliardari per caso, il film narra
i primi anni di Facebook e le vicende che hanno coinvolto il suo
fondatore Mark Zuckerberg. Per la colonna sonora, è stato
chiamato Trent Reznor, leader dei Nine Inch Nails, che si è
avvalso della collaborazione di Atticus Ross, già al fianco
di Trent nella produzione di quattro album dei NIN e che, nel 2010,
è stato anche il coautore della musiche del film post
apocalittico con Denzel Washington Codice genesi (The Book Of
Eli).

Racconta Reznor: «Quando David Fincher mi ha contattato per
chiedermi se volessi scrivere la musica di un suo film, ero
entusiasta. Più procedevo nella lettura dello script del
film, più mi rendevo conto di quanto fosse eccellente. Il
solo dubbio che avevo era come potesse tradurre in immagini la
sceneggiatura, ma David ci è riuscito splendidamente. Quando
ho accettato il lavoro, era stato realizzato solo un primo girato
di circa 40 minuti. L’ho visionato, leggendo al contempo la
sceneggiatura. Ho parlato a lungo col regista per capire cosa
volesse da me e David è stato da subito molto chiaro,
citando nomi come Tangerine Dream e Vangelis. Ho suggerito di
restare sintetici e di evitare orchestrazioni. Lavoro da tempo con
Atticus Ross e questo ci permette di essere in piena sintonia e di
capirci al volo. In realtà questo lavoro è l’ideale
continuazione dell’album Ghosts dei Nine Inch Nails».

The Social Network è una colonna sonora energica che sta con
forza sulle proprie gambe. È un insieme di suoni ambient
sperimentali, ma senza un vero filo conduttore: le note scorrono
senza seguire un tema principale e ricorrente, tipico di altre
colonne sonore di sola musica di commento. Reznor porta lo score a
un livello superiore grazie all’abile combinazione di classici
elementi come il piano con strumentazione elettronica: esemplare
è In The Hall Of The Mountain King, rielaborazione in chiave
elettronica del brano omonimo scritto nel 1876 da Edvard Grieg per
l’opera Peer Gynt. Tra molti brani dal ritmo sostenuto, si
stagliano oasi di pace. Una nota tecnica: l’album è
scaricabile in download e disponibile in cd, vinile e Blu-Ray audio
(senza tracce video) in suono surround 5.1.

Pippo Piarulli

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