Viviamo in un tempo in cui cambiare comportamenti, abitudini, prospettive, modo di guardare al futuro è necessario. E per cambiare in meglio, spesso, serve un’ispirazione, un modello, una scintilla. Serve lasciarsi “contaminare”.

Ed è proprio del valore delle contaminazioni virtuose, quelle che portano a un cambiamento positivo reale e condiviso, che abbiamo parlato con Marco Sinigaglia, Executive Vice President di Fashion Box, e Stefano Colombo, fondatore – insieme a Eugenio Cosentino e Luca Marullo – di Parasite 2.0, agenzia con sede a Milano e Londra e che si occupa di architettura, design e scenografia. La chiacchierata, condotta dalla creator Giulia Ceirano, fa parte di un ciclo di appuntamenti promossi da Lavazza sul tema del cambiamento “di mano in mano”, da una persona all’altra, attraverso la condivisione di punti di vista, competenze, antichi saperi, esperienze, storie e racconti.

Contaminazioni per un cambiamento di mano in mano

Per la nostra chiacchierata sulla contaminazione virtuosa abbiamo scelto una location che è la sintesi perfetta di questo concetto: The Stage, il locale di Replay (parte del gruppo Fashion Box) con sede in Piazza Gae Aulenti, a Milano.

Intanto: Milano – con la sua vitalità, le sue connessioni, il suo fermento e i continui mutamenti – ci racconta uno spazio urbano fortemente interconnesso e costantemente contaminato da storie, personalità, pulsioni, ambizioni e stili diversi. The Stage, poi, è la contaminazione fatta a forma di american bar, misto a diner, misto a caffè, misto a store. Il locale, infatti, nasce dall’unione di più anime con l’obiettivo di avvicinare la moda alla ristorazione e di creare, in uno dei centri più dinamici della città, un luogo di incontro, dialogo e confronto. The Stage, poi, è parte della community dei Coffee Defenders Lavazza, composta da baristi consapevoli che, insieme ai loro clienti, diffondono la cultura del buon caffè sostenibile, trasformando il “piccolo” gesto del caffè in un primo passo per un futuro migliore.

Coffee Defenders - contaminazioni
“Quello che cerchiamo di fare è sempre di ridurre l’impatto, attraverso nuove tecnologie e fornitori sempre più in linea, per favorire davvero un cambiamento di mano in mano. La sostenibilità ambientale e sociale deve essere garantita, vogliamo che sia tutelata la persona. Questo è quello che cerchiamo di fare anche in qualità da Coffee Defenders, abbracciando il progetto di Lavazza”. Marco Sinigaglia, Executive Vice President Fashion Box © LifeGate

Come ci ha raccontato Marco Sinigaglia, Lavazza e Fashion Box condividono la grande cura nei confronti dell’intera filiera del loro lavoro. Come Lavazza si impegna a portare una contaminazione positiva dalla coltivazione alla tazzina, Fashion Box si occupa di rintracciare le migliori materie prime per i propri prodotti e, insieme, di sensibilizzare i propri clienti sull’importanza di prendere scelte d’acquisto responsabili e sostenibili.

Per celebrare questa affinità, la chiacchierata è stata accompagnata da un espresso Lavazza La Reserva de ¡Tierra! Brasile, miscela servita ai tavoli di The Stage e composta da Arabica e Robusta provenienti proprio dal Brasile, in particolare dalla regione del Minas Gerais, dove la Fondazione Lavazza sostiene oltre trentacinque comunità di coltivatori di caffè.

Ispirazioni e contaminazioni positive per il futuro 

Se le contaminazioni positive sono una delle strade possibili per portare a un cambiamento positivo, che passa “di mano in mano”, abbiamo allora cercato di indagare meglio quali possano essere gli spazi di ispirazione quotidiana.

Marco Sinigaglia e Stefano Colombo ci hanno raccontato di come i luoghi che attraversano e, soprattutto, le persone che li abitano, siano per loro un motore costante per la creatività. “L’essere umano è fatto per creare”, dicono, ed è nella diversità che si trova l’ispirazione per farlo.

Immaginando la città del futuro

Seduti sulle poltrone di The Stage, nel cuore di una delle città più dinamiche d’Europa, abbiamo concluso la nostra chiacchierata con una riflessione sulla città del futuro, chiedendoci cosa debba avere per favorire un reale cambiamento positivo. All’unanimità: la città del futuro deve essere accessibile. “L’accessibilità aumenta le contraddizioni e le differenze, che sono la benzina per l’evoluzione della società. È fondamentale costruire un contesto in grado di aprire possibilità per nuovi progetti e nuove visioni”. Lo sostiene Stefano Colombo e noi sottoscriviamo.