La parola chef non lo rappresenta, così ha deciso di definirsi cuoco delle terre. È Antonio Chiodi Latini, il suo ristorante si trova a Torino. Un progetto di cucina vegetale e creativa frutto di uno studio molto importante sulle verdure, con tecniche e tecnologie di altissimo livello.

“Ho pensato che la strada per il futuro fosse un’altra rispetto al veganesimo”, ha affermato il cuoco, per questo “al momento la parola che ci conviene di più è ‘vegetale’. Non so se questa sarà la parola del futuro, la chiave di lettura per avvicinare di più le nuove generazioni”, ma di sicuro questo tentativo va fatto. E così ha iniziato un percorso di studio e di sperimentazione che lo ha portato a realizzare un’alta cucina, nel senso più sensoriale e meno ghettizzante: “Una cipolla deve sapere di cipolla, bisogna solo raccoglierla nel momento giusto e trasformarla”, continua Chiodi Latini. Una trasformazione per tutti, che possa dare anche alle verdure più “bistrattate” la giusta importanza. Una cucina che guarda al futuro delle persone e della Terra.

L’abbiamo incontrato in occasione del nostro primo Osservatorio Torino sostenibile che si è svolto a giugno presso Green Pea, il primo green retail park interamente votato al rispetto del pianeta e di chi lo abita.