Orto

Più orti e meno giardini contro i cambiamenti climatici

Secondo uno studio californiano per ogni chilo di verdure prodotte nel proprio giardino si risparmiano due chili di CO2.

Può una pianta di pomodori o peperoni contribuire a contrastare i cambiamenti climatici? Sì, almeno secondo un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della California pubblicato sulla rivista ScienceDirect.

Orto urbano in California
Orti urbani a Marina Del Rey, Los Angeles, California, Stati Uniti d’America (Photo by Universal Images Group via Getty Images)

Ortaggi anziché CO2

La correlazione tra agricoltura fai da te e clima è anche uno dei capisaldi del “chilometro zero”, ovvero l’eliminazione del processo di trasporto del prodotto. Secondo i ricercatori potrebbero essere evitati due chili di emissioni di carbonio per ogni chilo di verdure autoprodotte consumate.

Un orto in ogni prato

Se venisse fornito un orto produttivo ad ogni famiglia californiana, lo studio sostiene che l’impatto positivo sarebbe notevole e lo stato ridurrebbe le sue emissioni inquinanti del 10 per cento, avvicinandosi all’obiettivo di riduzione fissato per il 2020.

Uomo taglia il prato della sua abitazione
Il mantenimento dei giardini privati ha un impatto sulle risorse idriche locali, specie nelle aree maggiormente colpite da siccità (Photo by Robert Gauthier/Los Angeles Times via Getty Images)

Meno rifiuti in discarica

Il maggior taglio di emissioni sarebbe però dovuto non all’eliminazione dei trasporti, ma alla diminuzione dei rifiuti destinati alla discarica, dove gli alimenti in decomposizione rilasciano metano e protossido di azoto. Il taglio delle emissioni potrebbe avvenire dunque attraverso il riutilizzo dei nostri scarti alimentari, ad esempio utilizzando il compost come fertilizzante.

I prati bevono troppo

In alcuni stati degli Stati Uniti occidentali, costantemente alle prese con la siccità, è possibile ottenere finanziamenti dal governo se si rinuncia al proprio prato, responsabile di consumare troppa acqua. È possibile sostituire il prato con piante alimentari, come suggerisce Karrie Reid, consulente di orticoltura del Cooperative Extension Service dell’Università della California.

Cavolo
L’incremento degli orti privati potrebbe consentire alla California di tagliare del 10% le proprie emissioni di CO2 (Nakita Krucker/Toronto Star via Getty Images)

Ascoltare la natura

Per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare le risorse è infine importante piantare le piante giuste per quel determinato ambiente e suolo. “Non coltivare piante difficili, lascia che l’ambiente ti parli – suggerisce David Cleveland, l’autore principale dello studio. – Se le tue fragole hanno problemi è l’ambiente che sta cercando di dirti qualcosa”.

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