Secondo la Corte costituzionale la sugar tax sulle bevande analcoliche edulcorate è pienamente legittima e risponde anche a una esigenza sociale.
Frutta dopo i pasti e dolce dopo cena, quando è meglio mangiarli?
L’associazione di frutta a fine pasto e dolci con amidi, ma anche con proteine, causa la fermentazione del processo digestivo.
di Gabriele Bettoschi
Da sempre siamo abituati a mangiare la frutta dopo i pasti e il dolce dopo cena, ma il risultato è stomaco gonfio e indesiderati processi fermentativi? Questo perché la frutta, non dovendo praticamente subire alcuna digestione nella bocca e nello stomaco, passa più rapidamente degli altri cibi nell’intestino quando viene consumata a stomaco vuoto come pasto a sé, al mattino o per merenda. Diversamente, se entra a far parte di un pasto complesso, deve seguirne necessariamente il processo digestivo.
Fermentazione intestinale causata da frutta o dolci dopo i pasti
La frutta, restando troppo a lungo nello stomaco e poi nell’intestino, rischia di subire una fermentazione ed una decomposizione batterica che può anche servire da innesco per indurre la fermentazione degli amidi. Inoltre, quando ai cereali si aggiungono zuccheri in quantità elevata, ne consegue la produzione di saliva con poca ptialina che pregiudica la digestione degli amidi. Analogamente, è altresì inopportuna l’associazione con i cibi proteici perché lo zucchero, il miele e la frutta hanno un effetto inibitore sulla secrezione del succo gastrico e la frutta acida ha anche un’azione inattivante la pepsina.
Da tutte queste incongrue associazioni può derivare una digestione difficoltosa e incompleta dei cibi nello stomaco, con conseguente eccessivo impegno per l’intestino che deve supplire alle varie carenze per portare a termine la digestione. Se ciò non avviene in modo soddisfacente si potrà verificare, oltre a una incompleta utilizzazione dei cibi, anche l’innesco di fatti putrefattivi e fermentativi.
La fermentazione intestinale può provocare una vera e propria degradazione dei cibi mal digeriti con produzione di sostanze per lo più tossiche il cui assorbimento può provocare una diminuzione dell’energia vitale, seguita da un indebolimento dei poteri di difesa dell’organismo. Inoltre i processi fermentativi provocheranno un aumento della temperatura nell’intestino, unitamente a un aumento della cogestione vascolare che già caratterizza il momento digestivo. Tutto ciò rappresenta una condizione favorevole per lo sviluppo nella flora batterica di sostanze velenose causa di molte malattie.
Quando mangiare la frutta?
Tutti i nutrizionisti suggeriscono di mangiare la frutta lontano dai pasti perché viene assimilata meglio dal metabolismo senza ostacolare la digestione di altri cibi. A merenda o come spuntino di metà mattina è perfetta, l’importante è che venga assunta almeno tre ore prima dei pasti o un’ora e mezza dopo in maniera tale da non appesantire lo stomaco o provocare fastidiosi gonfiori intestinali.
Inoltre, gli esperti consigliano di mangiare la frutta lontano dai pasti per dimagrire. Ma esistono delle eccezioni: molti sostengono che la mela dopo i pasti aiuta a ridurre la velocità di assorbimento degli zuccheri e dei grassi perché, essendo ricca di fibre e in particolar modo di pectina, stimola alcuni enzimi specifici che mantengono monitorata la glicemia. Dunque, via libera alla mela, ma soprattutto all’ananas e alla papaya che sono noti per le loro proprietà benefiche sulla digestione.
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