Nell’ultima edizione della Qs Ranking, tra le oltre 600 università analizzate ben 51 sono italiane, e 4 di queste son parte della top 100.
L’arco di Palmira ricostruito a Trafalgar Square
Il 19 aprile inaugura l’installazione che vede la ricostruzione in 3D dell’arco di trionfo di Palmira a Trafalgar Square, Londra. Con una tecnologia che è anche un po’ italiana
Quello che Daesh ha abbattuto, la tecnologia ricostruisce. Se non esattamente come prima, almeno in ricordo di quello che è stato. Perché il terrore, la paura, l’ignoranza, in fondo, si combattono anche così: cercando di preservare la memoria di popoli martoriati, come quello siriano, con ogni mezzo possibile. Accade oggi, a Trafalgar Square, Londra: l‘arco di Palmira, completamente distrutto a ottobre 2015 durante il periodo di occupazione da parte dello Stato Islamico dell’antico sito carovaniero, riconquistato dalle forze armate siriane lo scorso marzo, viene ricostruito proprio al centro della storica piazza britannica a grandezza naturale grazie alla tecnologia 3D. L’installazione avviene in concomitanza con la Settimana del Patrimonio mondiale dell’umanità.
Il progetto
L’iniziativa ha coinvolto diversi attori: primo tra tutti, l’Institute of Digital Archaeology di Oxford, che ha raccolto una notevole quantità di dati grazie al progetto Million Image Database, un archivio open access di fotografie 3D di siti a rischio o distrutti. Dall’inizio del 2016, l’istituto ha fornito circa 5000 fotocamere agli archeologi che operano in Medio Oriente e Nord Africa, ma anche ai turisti e alla gente comune con l’obiettivo di realizzare fotografie tridimensionali di monumenti e siti in pericolo, a scopo didattico, educativo, di valorizzazione ed eventuale recupero. La ricostruzione è dunque basata sul rendering 3D realizzato grazie a questo database e altre risorse. Nella raccolta dei dati per la ricostruzione sono infatti stati coinvolti anche la stessa Unesco, l’Università di Oxford, il Museo del Futuro di Dubai e il governo degli Emirati Arabi Uniti.
Tecnologia italiana
L’arco di Parmira è stato ricostruito a grandezza naturale; a collaborare con l’Institute of Digital Archaeology sono state anche due società toscane, che hanno fornito i materiali, la tecnologia 3D, il lavoro di scultori e robot. Alto 5,5 metri, è stato realizzato in marmo egiziano utilizzando la più grande stampante 3D del mondo; pesa 11 tonnellate ed è costato circa 125.000 euro.
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Il Million Image Database
Il valore di questo lavoro non riguarda, naturalmente, solo Palmira. Se la città è divenuta un simbolo della distruzione della memoria storica archeologica, non dobbiamo dimenticare le migliaia di siti cosiddetti “minori” a rischio distruzione in contesti bellici. “Utilizzando tecniche digitali per mappare e conservare i monumenti e altri aspetti della storia umana condivisa, siamo in grado di garantire che nessuno possa più negare la storia […] o la nostra aspirazione di vivere insieme in armonia”, afferma Mohammed Abdullah Al Gergawi, Ministro per gli Affari di Gabinetto di Dubai.
Dopo il periodo passato a Trafalgar Square, l’installazione sarà trasferita a New York. L’obiettivo dell’istituto è di riportarla a casa, a Palmira, con il permesso dei siriani.
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