Aretha e il rispetto per le donne

New York – 14 febbraio, 1967. Negli studi della Atlantic Records, il produttore Jerry Wexler ha convinto la sua cantante preferita a incidere un brano di cui entrambi sono super convinti. Lei si chiama Aretha Louise e suo padre era un pastore battista.  Da piccola ha imparato a cantare la parola del signore: il Gospel. La

New York – 14 febbraio, 1967. Negli studi della Atlantic Records, il produttore Jerry Wexler ha convinto la sua cantante preferita a incidere un brano di cui entrambi sono super convinti. Lei si chiama Aretha Louise e suo padre era un pastore battista.  Da piccola ha imparato a cantare la parola del signore: il Gospel. La chiesa è stato il suo teatro, l’altare il suo primo palcoscenico.

 

 

Tutti dicevano che era un fenomeno, una bimba prodigio che canta da dio. John Hammond è stato il primo a credere in lei: le ha fatto un contratto quando aveva 18 anni e l’ha fatta incidere per la Columbia. Ma deve ringraziare i fratelli Ertegun e la loro etichetta, la Atlantic. Grazie a loro, diventa Aretha Franklin, la regina del soul.

 

“Jerry Wexler ha voluto che incidessi quel pezzo che aveva scritto due anni prima Otis Redding. Sì, proprio quello che parla di RISPETTO.  Ma vi rendete conto?Un uomo grande e grosso come Otis che chiede RISPETTO alla propria donna? Un po’ esagerato, no?

 

Ok, anche lui è un afroamericano. Ma allora, cosa dovrebbero dire le donne NERE del Sud degli Stati Uniti d’America, punite, sfruttate, umiliate e spesso persino picchiate? Loro sì che esigono RISPETTO”.
Per questo, nel ritornello, Aretha decide di fare lo spelling di quella parola.
Già, proprio così: lettera per lettera.
Perché tutti, ma proprio tutti devono capirne il significato.
Perché il mondo deve imparare ad avere RISPETTO.
Rispetto per le DONNE.

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