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Crescere nella difficoltà, il bilancio sociale di Vidas

Il nuovo bilancio sociale di Vidas è stato pubblicato a luglio 2022. Ecco le novità dell’ultimo anno di attività, quello della ripartenza.

Il cammino di Vidas inizia nel 1982 grazie al sogno e all’impegno della fondatrice Giovanna Cavazzoni, una donna determinata, coraggiosa, capace di trasmettere un amore per la vita che non si esaurisce con una diagnosi infausta, consapevole che “proprio quando non c’è più nulla da fare, c’è molto da fare”. In quarant’anni di attività, Vidas ha garantito un servizio gratuito di cure palliative a oltre 40.000 pazienti, restituendo loro dignità fino all’ultimo istante.

Abbiamo ripercorso l’ultimo anno di attività – il 2021, l’anno della ripartenza dopo il Covid – nel nuovo bilancio sociale, pubblicato a luglio e consultabile sul sito di Vidas.

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Giovanna Cavazzoni, fondatrice di Vidas. © Vidas

“Proprio quando non c’è più nulla da fare, c’è molto da fare”. – Giovanna Cavazzoni

Il bisogno di cure palliative in Italia: cosa racconta il bilancio sociale Vidas

Quando una malattia grave entra in una fase irreversibile per cui le terapie volte alla guarigione smettono di essere efficaci, le persone continuano a poter essere curate. Controllare il dolore e gli altri disturbi, farsi carico della sofferenza psicologica e spirituale, così come di eventuali difficoltà sociali, assume fondamentale importanza. Lo scopo delle cure palliative infatti non è quello di accelerare né di ritardare la fine, ma di preservare la migliore qualità della vita possibile.

Ogni anno in Italia sono 550.000 gli adulti e 35.000 i bambini che necessitano di cure palliative. Purtroppo però l’offerta complessiva sul territorio nazionale – tra pazienti assistiti a domicilio, in hospice e in day hospice – raggiunge un tasso di copertura del bisogno pari al 23 per cento. Questo significa che meno di una persona su quattro riceve le cure di cui ha bisogno.

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Ogni anno, meno di una persona su quattro riceve le cure di cui ha bisogno. © Vidas

Nuove sfide, nuovi progetti

Vidas ha dimostrato ancora una volta la capacità di disegnare risposte inedite a bisogni inascoltati e di costruire con il proprio operato un sistema virtuoso. “A quarant’anni dalla nascita, uno stato di diffusa precarietà, assurta a dimensione epocale e collettiva, ha reso urgente la necessità di dare corso a nuovi progetti che possano rispondere a nuove emergenze sanitarie e sociali,” dice Ferruccio de Bortoli, dal 2015 presidente dell’associazione.

Fedele a queste parole, Vidas non si è fermata durante la pandemia e ha continuato a rispondere al bisogno crescente di cure palliative: nel 2021 ha fornito 111.540 giornate di assistenza al domicilio, in degenza e nei Day hospice adulto e pediatrico, quest’ultimo aperto proprio nel giugno dello scorso anno.

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Day hospice Vidas ©Roberto Morelli

“Pur nella difficoltà di un anno in cui le richieste di cure palliative sono aumentate esponenzialmente e la linea media è cresciuta fino a 290 pazienti in carico ogni giorno, nuovi traguardi sono stati possibili,” continua de Bortoli. “Nel travagliato 2021 abbiamo avviato un progetto pilota, in partnership con l’IRCCS San Raffaele, per la presa in carico di una nuova tipologia di pazienti, i Cronici complessi fragili: persone malate, anziane, che dimesse dall’ospedale diventano soggetti elettivi di cure domiciliari a bassa intensità. La continuità assistenziale a casa loro evita i numerosi accessi, spesso impropri, al pronto soccorso.”

L’idea del progetto è maturata negli ultimi due anni, quando il progredire della pandemia ha mostrato limiti e debolezze della medicina territoriale. “Ci è parso doveroso mettere a disposizione la nostra capacità organizzativa anche per loro, persone che, pur avendo un’attesa di vita più lunga rispetto a quelli di norma seguiti in cure palliative, sono affetti da più patologie croniche e soggette a peggioramento”.

I numeri di un anno in crescita

Dal bilancio sociale emerge che l’assistenza domiciliare resta il cuore pulsante del modello di intervento di Vidas, ricoprendo anche nel 2021 oltre l’80 per cento dell’attività complessiva. Lo scorso anno l’associazione è riuscita a fornire assistenza sociosanitaria gratuita a 2382 le persone, il 9,3 per cento in più rispetto al 2020. Un risultato reso possibile anche grazie all’aumento dei donatori privati – oggi oltre 45.000 – che hanno scelto di sostenere l’associazione con erogazioni liberali, 5×1000 e lasciti testamentari per un valore di oltre 13 milioni di euro.

Comunicare il fine vita

La comunicazione rappresenta da sempre un’attività fondamentale per Vidas, non solo per far conoscere i propri servizi e le risposte che mette in campo per i diversi ambiti di bisogno, ma anche per far crescere una cultura diffusa rispetto ai temi delle cure palliative e del fine vita. In quest’ottica si inserisce la campagna sul biotestamento promossa lo scorso anno dall’associazione.

Prima campagna di respiro nazionale per Vidas, aveva l’obiettivo di aumentare il grado di informazione e sensibilizzazione sul tema portandolo a un pubblico più vasto possibile. Un obiettivo raggiunto grazie al patrocinio di Pubblicità Progresso e al supporto gratuito delle principali emittenti radiotelevisive che hanno diffuso il messaggio di scelta libera e consapevole sul fine vita a milioni di persone in tutta Italia.

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