Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, hanno designato Alessandro Modiano inviato speciale per il cambiamento climatico.
Si occuperà sia di presenziare i negoziati e i tavoli internazionali, sia di essere il punto di riferimento per le amministrazioni pubbliche nella promozione di politiche di contrasto al riscaldamento globale.
Questa figura esiste già in molti Paesi: ad esempio, John Kerry per gli Usa, Xie Zenhua per la Cina e Nick Bridge per la Gran Bretagna.
Anche l’Italia ha il suo inviato speciale per il cambiamento climatico. Si chiama Antonio Modiano ed è stato nominato lo scorso 16 gennaio dai ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio.
I Ministri @luigidimaio e Roberto #Cingolani@MiTE_IT nominano il diplomatico Alessandro Modiano Inviato Speciale per il cambiamento climatico 🌍
Cinquantasette anni, romano di origini, diplomatico per vocazione. Modiano si è laureato in Scienze politiche all’Università La Sapienza di Roma e nel 1992 ha cominciato a muovere i primi passi della carriera diplomatica. Il 1995 segna uno spartiacque importante con l’inizio del servizio presso il segretariato generale dell’Ufficio affari diplomatici alla Presidenza della Repubblica. Nella parabola della sua carriera ha rappresentato l’Italia a Buenos Aires, Il Cairo, Pretoria e Santiago del Cile. Dal 2018 è direttore centrale per le questioni globali alla Farnesina e vicedirettore generale per la mondializzazione e le questioni globali. Si è distinto sul tema del contrasto ai cambiamenti climatici al G7, al G20e all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).
O diplomata Alessandro Modiano será o principal representante da Itália em negociações multilaterais sobre a crise climática.https://t.co/QmhAX4z7vY
Cosa farà l’inviato speciale per i cambiamenti climatici
La figura dell’inviato speciale è stata istituita con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto legge del 23 giugno 2021 “Misure urgenti per il rafforzamento del Ministero della transizione ecologica e in materia di sport”. In questi mesi di stallo, attraversati da supposizioni circa un braccio di ferro tra Mite e Maeci, il ruolo è stato ricoperto dal ministro Cingolani, che ha fatto gli onori di casa al G20, sotto la presidenza italiana, ed è stato il portavoce della strategia del Paese alla Cop26 di Glasgow.
Da oggi l’inviato speciale dovrà presenziare ai negoziati e portare la voce e le intenzioni dell’Italia in tutti i tavoli internazionali. Figura di primo piano a livello europeo e mondiale, sarà inoltre un punto di riferimento per le amministrazioni italiane sulla dimensione esterna delle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Inoltre, come riportato nella nota stampa del Mite, farà da raccordo tra il dicastero guidato da Roberto Cingolani, dove è direttore generale per l’attività europea e internazionale, e il Maeci. Per Cingolani la nomina “rappresenta un ulteriore importante strumento grazie al quale il nostro Paese può affrontare l’emergenza del riscaldamento globale”. Per Di Maio l’opportunità di “confermare la propria leadership su uno dei temi decisivi per la sopravvivenza del nostro Pianeta così come lo conosciamo”.
La diplomazia climatica nel panorama internazionale
La scelta di nominare un inviato speciale riflette la decisione dell’Italia di affermare la propria leadership nel panorama internazionale della diplomazia climatica. Decisione che la allinea Paese ad altri protagonisti dei negoziati sul clima: dagli Stati Uniti, con la nomina di John Kerry, alla Cina, che dieci anni fa ha scelto Xie Zenhua, dala Gran Bretagna con Nick Bridgeall’Ue con la suddivisione di competenze tra l’alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, e il vicepresidente della Commissione con delega al clima, Frans Timmermanns.
Sui social network circolano tante voci di apprezzamento e qualche rimpianto: l’inviato speciale avrebbe dovuto presenziare all’ultima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e al G20 di Roma. Voltando pagina e concentrandosi sulla collaborazione Mite-Maeci, che ricorda Cingolani in nota è “un’opportunità straordinaria all’interno di una partita di portata mondiale”, occorre ricordare che la data di apertura della Cop27 in Egitto non è poi così lontana.
La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Il testo finale della Cop28, quello che contiene anche il bilancio delle azioni fatte e quello che c’è da fare contro la crisi climatica, è stato approvato dalla plenaria.
Phase out, phase down, unabated. Cerchiamo di capire meglio il significato delle parole della Cop28, al fine di orientarci meglio nelle prossime ore quando arriveranno nuove bozze e nuovi documenti da analizzare.
L’Italia è stata protagonista nella dichiarazione su agroalimentare e clima, la Emirates declaration. Sulla convergenza tra questi due temi vuole costruire anche l’agenda del G7.
Riuscire a non farsi influenzare dal contesto è sempre difficile per un giornalista. A Dubai lo è ancora di più, ma questo non deve inquinare il racconto del risultato che verrà raggiunto dalla Cop28.
Nella giornata a loro dedicata, i giovani parlano di occupazione militare, economica, fossile. Mentre l’Opec chiede ai “propri” delegati di rigettare l’accordo, al-Jaber si dice “fiducioso che qualcosa di speciale possa accadere”.