Cavallo. Imprinting materno

Avventuriamoci con Almerin nell’infanzia del puledro per comprendere, attraverso il suo racconto, l’importanza dell’imprinting materno.

Ciao a tutti, dove mi sono fermato la scorsa puntata? Ah sì,
ora ricordo: avevo parlato della nascita e avevo giusto detto che
l’importanza del contatto materno è davvero
fondamentale.
Oggi cercherò di spiegarvi come l’imprinting della madre sia
così importante da influenzare il carattere del puledro dai
primissimi momenti della nascita.

Io ho uno splendido ricordo di quei momenti, mia madre era una
bellissima fattrice di dieci anni ed era ormai una mamma molto
esperta, aveva già fatto ben tre puledri! La cosa che
ricordo con più nitidezza sono i suoi occhi, aveva uno
sguardo dolcissimo e sempre molto sereno, mia madre era davvero
fiduciosa nei confronti del mondo.
Ricordo che la prima volta che uno di voi umani si è
avvicinato a me, dopo pochissime ore dalla mia nascita, io ero
intimorito ma mia madre mi ha rassicurato con il suo sguardo e mi
ha trasmesso amore e tranquillità leccandomi con la lingua
dappertutto, così quando il primo uomo che si è
avvicinato mi ha accarezzato, non ho avuto paura anzi, ricordo che
è stata davvero una sensazione piacevole, anche lui mi
trasmetteva il suo amore con le sue carezze, proprio come la mia
mamma con la lingua. Mia madre si chiamava Nuvola, ma, nonostante
il suo nome, era sempre solare, positiva, quando andavamo a spasso
nel “paddock” io avevo timore di inciampare e rimanevo sempre un
po’ teso di fronte alle novità, invece mia mamma mi spronava
e continuava a ripetermi che non c’era motivo di preoccuparsi.
Così, in poco tempo ho acquisito fiducia e il mio carattere
è diventato sempre più simile a quello di mia madre e
devo dire che sono fiero di ciò!

Invece ho conosciuto tanti amici e amiche che non hanno avuto
un’infanzia così serena perché la loro mamma non era
positiva e ha trasmesso anche ai figli i suoi timori e le sue
frustrazioni. Ricordo che quando ero piccolo ho conosciuto una
splendida puledra che si chiamava Njala, era davvero carina, aveva
una criniera bionda che quando correva si confondeva con la luce
del sole! La prima volta che l’ho vista mi sono avvicinato per fare
amicizia, ma subito sono rimasto bloccato perché Njala mi
guardava e abbassava le orecchie… allora io non sapevo se
avvicinarmi o se restare distante, i suoi occhi mi dicevano di
continuare ma le sue orecchie mi dicevano di fermarmi! Poi si
è avvicinata lei e con molta tranquillità è
venuta a fare amicizia. Io sono rimasto un po’ perplesso dal suo
atteggiamento allora le ho chiesto perché continuava ad
abbassare le orecchie e ricordo che lei mi ha risposto molto
candidamente “Perché mia mamma ha sempre fatto così!”
Incredibile, Njala non sapeva neppure perché la madre lo
facesse, ma aveva ormai acquisito questo atteggiamento come un
riflesso incondizionato!

E di episodi simili ce ne sono davvero un’infinità, per
questo mi ritengo davvero fortunato di essere nato in un ambiente
sereno e positivo, infatti, modestia a parte, tutti dicono che ho
un bellissimo carattere!

Ornella Lessio

 

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