
Sono passati cinque anni dall’approvazione dell’Accordo di Parigi. Il bilancio dell’azione climatica da parte dei governi è fatto di luci e ombre.
A causa dell’epidemia di coronavirus, la Cop 26 non si terrà a novembre di quest’anno ma nel 2021.
Ascolta “07. Coronavirus, quando una pandemia apre il decennio più importante per il clima” su Spreaker.
La ventiseiesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, Cop 26, prevista a Glasgow dal 9 al 19 novembre, è stata rimandata. La pandemia mondiale legata alla diffusione del coronavirus ha reso infatti impossibile effettuare i lavori preliminari – posticipati a questo punto ad ottobre – imprescindibili per la tenuta del summit. Meglio dunque procrastinare l’appuntamento, che si terrà nel 2021.
⚠️Update⚠️
Due to #COVID19, the COP Bureau has decided to postpone the UN Climate Change meetings of the Subsidiary Bodies (SB52) until October 4-12, 2020.
Press Release: https://t.co/TpHBARcaSR pic.twitter.com/rHQMnIUA3h
— UN Climate Change (@UNFCCC) April 1, 2020
L’Unfccc, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite che si occupa di organizzare le Cop, non ha comunicato nuove date, spiegando che queste ultime saranno indicate “a tempo debito”. Da parte sua, il governo del Regno Unito – che co-organizza l’evento assieme all’Italia – ha spiegato che “tenuto conto dell’impatto mondiale del Covid-19, la tenuta di una Cop 26 ambiziosa e inclusiva nel novembre prossimo non è più possibile”. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha accolto con favore la decisione, spiegando che la lotta al coronavirus rappresenta “la priorità assoluta” per il mondo intero: “Questa crisi umana drammatica è anche un esempio della vulnerabilità dei nostri paesi, delle nostre società e delle nostre economie”.
The world is facing an unprecedented global challenge & countries are rightly focusing on fighting #COVID19. Due to this, #COP26 has been postponed. We will continue working with partners to deliver the ambition needed to tackle the climate crisis & agree a new date ?
— Alok Sharma (@AlokSharma_RDG) April 1, 2020
Alok Sharma, presidente della Cop 26, ha affermato similmente che “il mondo deve fronteggiare una sfida mondiale senza precedenti”, il che impone un ripensamento di tutti gli altri eventi. Allo stesso modo, la segretaria dell’Unfccc Patricia Espinosa ha confermato che “il Covid-19.rappresenta la minaccia più urgente per l’umanità in questo momento”. Esattamente come quella derivante dai cambiamenti climatici “è la minaccia più grande sul lungo termine”.
Anche le organizzazioni non governative hanno sostenuto la scelta di rimandare la Cop26. Tuttavia, la dirigente di Oxfam Chema Vera ha ammonito: “I governi evitino di ripetere gli stessi errori commessi dopo la crisi finanziaria del 2008, quando i piani di rilancio hanno provocato un aumento delle emissioni di CO2”.
#COP26 postponed – my reaction:
The #COVIDー19 response has to be resilient for our health and climate. The goal of governments now is to care for their citizens, stabilise and rebuild – and they must do so in a way that creates a just and climate-safe world… (1/3)— Jennifer Morgan (@climatemorgan) April 1, 2020
“L’obiettivo dei governi deve essere ora come ora quello di prendersi cura dei propri cittadini, di stabilizzare la situazione e ricostruire, e tutto questo deve essere fatto in modo da creare un mondo più giusto e attento alla tutela del clima, perché la salute ambientale e il nostro benessere dipendono l’una dall’altro”, ha dichiarato Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International. Secondo la quale “la sospensione della Cop26 dovrebbe far sì che i governi raddoppino gli sforzi per intraprendere una via più verde e più giusta nella gestione di questa crisi sanitaria e dell’emergenza climatica. Tornare al ‘business as usual’ sarebbe del tutto inaccettabile”.
Sono passati cinque anni dall’approvazione dell’Accordo di Parigi. Il bilancio dell’azione climatica da parte dei governi è fatto di luci e ombre.
In attesa della vera Cop che si terrà a Glasgow nel 2021, i giovani attivisti britannici organizzano una conferenza online, la Mock Cop 26.
Il Regno Unito ha proposto e ottenuto di rinviare ulteriormente la Cop 26 al mese di novembre del 2021. Le ong: “Ma l’azione climatica non deve arrestarsi”.
La ventiseiesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop 26) si terrà a Glasgow a novembre. L’Italia organizzerà la pre-Cop a Milano.
Come una sirena d’allarme, gli attivisti hanno portato la voce del mondo dentro la Cop 25 di Madrid. I risultati dai governi del mondo non sono arrivati, ma le loro grida e messaggi più forti che mai, anche per chi non c’era.
La Cop 25 si è conclusa con due giorni di ritardo. Con pochissimi passi avanti e la prospettiva di un 2020 in salita. A mancare, ancora una volta, è la volontà politica.
La Cop 25 si avvia lentamente verso il fallimento. L’ambizione sperata, urlata, implorata non si è vista. Così entriamo nel decennio decisivo.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è alla Cop 25 di Madrid per porre le basi del decennio per il clima. A cominciare dalla Pre cop di ottobre 2020 che si terrà a Milano.
I negoziati alla Cop 25 di Madrid hanno portato a numerosi passi indietro sul tema dei diritti umani e, in particolare, sul Gender action plan.