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L’economia della bicicletta in Italia vale il doppio della Ferrari, con 12 città che hanno un offerta ciclabile all’altezza degli standard europei. Sono solo alcuni dei dati presentati al Bike summit di Roma.
In principio erano solo Amsterdam, Copenaghen e poche altre: le città bike friendly dell’Unione Europea, fino a qualche anno fa, erano rare e concentrate in una specifica area continentale. Dati e numeri svelati al Bike Summit di Roma dimostrano invece come la bicicletta sia ora un veicolo economico anche in Italia, oltre che un mezzo di trasporto ecologico. Questi numeri non potranno che migliorare con il supporto delle istituzioni ai progetti dedicati al cicloturismo e alla mobilità ciclabile.
Con questi obiettivi a Roma è stato presentato il Rapporto L’A Bi Ci – 1° Rapporto Legambiente sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città, realizzato in collaborazione con VeloLove e Grab+. Con la presenza del Ministro dei Trasporti Graziano Delrio e della Presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni si è discusso dei benefici che potrebbe avere l’Italia da un maggiore sostegno allo sviluppo dell’economia dedicata alla due ruote.
Nel rapporto vengono indicati suggerimenti per ottimizzare i percorsi ciclabili e aumentare così il numero di persone che decide di spostarsi sulle due ruote. Questi suggerimenti trovano sintesi nel Grab, il Grande raccordo anulare delle biciclette che Legambiente con VeloLove è riuscita a farlo diventare una delle ciclovie nazionali finanziate dal Governo.
Un numero su tutti: l’insieme degli spostamenti a pedali genera un fatturato di 6.206.587.766 euro. Una cifra che unisce la produzione di bici e accessori, il cicloturismo e l’insieme delle esternalità positive generate dai ciclisti come risparmio di carburante, benefici sanitari o riduzione di emissioni nocive.
Il fatturato dell’economia ciclabile supera nettamente i ricavi dell’export del vino e, tanto per fare un esempio, sono il doppio del fatturato Ferrari. Tra le voci in testa ci sono il cicloturismo, con due miliardi di euro, il mercato delle biciclette (di cui l’Italia è maggior produttore con una quota del diciotto per cento) con 1,1 miliardi e i benefici sanitari con poco più di un miliardo. Appena sotto il miliardo di euro analizzati i benefici per la salute dei bambini.
Gli italiani che utilizzano sistematicamente la bici per coprire il tragitto casa-lavoro sono 743.000, con percentuali elevatissime nella provincia autonoma di Bolzano dove il 13,2 per cento degli occupati raggiunge il luogo di lavoro in bici, in Emilia Romagna (7,8) e in Veneto (7,7).
Ci sono dodici città italiane che hanno un interesse e un’attenzione alla mobilità ciclabile analoghe a quelle di altre realtà europee, con una quota di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti urbani superiore al 15%. In testa ci sono Bolzano, Pesaro che è presente grazie alla Bicipolitana, Ferrara e Treviso. Bolzano è in cima alla classifica grazie all’idea di collegare tra loro con una sorta di grande anello ciclabile tutte le zone scolastiche, sportive e ricreative cittadine, costruendo anche un ponte ciclopedonale sul Talvera.
Come mai tra il 2008 e il 2015, le infrastrutture riservate a chi pedala nelle città capoluogo sono aumentate addirittura del cinquanta per cento, mentre nello stesso periodo la percentuale di italiani che utilizzano la bici per gli spostamenti è rimasta immutata? Era il 3,6 per cento nel 2008 ed era ancora il 3,6 per cento nel 2015. Purtroppo sono moltissimi i casi in cui le piste ciclabili urbane sono realizzate con standard costruttivi illogici e incoerenti, con sedi inadeguate e spesso concorrenziali con la pedonalità (un esempio su tutti i marciapiedi).
Il bike sharing si è diffuso a macchia di leopardo ma la regione che offre prestazioni migliori sembra essere la Lombardia: tra le città migliori per numero di bici ogni mille abitanti ci sono Bergamo, Brescia e Milano. Mentre Mantova, Lodi, Cremona e Sondrio sono appena dietro Reggio Emilia per quanto riguarda i metri equivalenti di ciclabile per abitante, un parametro che include qualsiasi percorso adatto e utile a favorire la mobilità ciclabile. Pisa e Rieti prime città non settentrionali in lista.
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