Il profeta della chitarra acustica

Washington DC, fine anni 50. Le notti sono lunghe alla pompa di benzina della Exxon dove John Fahey, studente di filosofia all’American University di Washington, lavora un paio di volte a settimana. Un impiego che gli permette di guadagnare un bel po’ di soldi perché non è facile trovare qualcuno disposto ad avere a che fare

Washington DC, fine anni 50. Le notti sono lunghe alla pompa di benzina della Exxon dove John Fahey, studente di filosofia all’American University di Washington, lavora un paio di volte a settimana. Un impiego che gli permette di guadagnare un bel po’ di soldi perché non è facile trovare qualcuno disposto ad avere a che fare con gli automobilisti notturni e così la paga è piuttosto buona.

 

 

In più quella di Martin è l’unica pompa aperta anche di notte e questo fa sentire John veramente importante. Il ragazzo, trasferitosi dal Maryland in città per motivi di studio, non ha mai abbandonato la passione per la chitarra acustica, né il sogno di diventare un famoso bluesman. Anzi, ha per un po’ tralasciato gli studi per andarsene in giro per l’America a perfezionare la tecnica. Solo quando i soldi destinati alla carriera universitaria sono finiti, si è fermato e ora eccolo qui a scaldarsi le mani col calore del suo stesso fiato aspettando che arrivi il mattino.

 

Non molto tempo dopo, però, anche grazie ai soldini guadagnati lavorando alla pompa di benzina, John decide di aprire una sua etichetta: la Takoma Records, con la quale riesce a registrare il disco d’esordio Blind Joe Death. È il primo dei suoi grandi capolavori. La critica lo adora e i suoi album di sola chitarra acustica strumentale prenderanno sempre più la forma di mosaici di stili differenti.

 

Fahey non smetterà di studiare laureandosi e specializzandosi in etnomusicologia, ma la sua strada è la musica e lui sarà ricordato da tutti come il profeta delle sei corde acustiche.

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