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Grazie all’associazione Il Miele Buono, Bee my Future di LifeGate sbarca nell’area metropolitana di Roma, nell’oasi Lipu di Castel di Guido.
“Anche non avessi il background scientifico che ho, considererei la salvaguardia dell’ape importante per ragioni egoistiche: il 75 per cento di quello che mangiamo dipende da questi insetti. Ma ti rendi conto di cosa vorrebbe dire non avere il loro servizio?” Carlo Taccari, Presidente dell’Associazione Buono, centra perfettamente il punto. Negli ultimi anni la popolazione di api e di altri insetti impollinatori ha subito un calo. Secondo la Fao, 71 delle 100 colture più importanti al mondo si riproducono grazie all’impollinazione. Più dell’80 per cento delle coltivazioni destinate a nutrire l’uomo conta sul lavoro che questi insetti ci offrono gratuitamente. Se il numero di api continuerà a diminuire, molto presto non potremo più godere di alimenti come i frutti di bosco, le pesche, le castagne, le mele, le mandorle, ma anche le zucchine, i pomodori e tantissimi altri ortaggi. Lo stesso vale anche per i prodotti caseari come latte, yogurt, burro e formaggi freschi.
Noi di LifeGate abbiamo intervistato lui e Marialba Ventricelli, Vicepresidente, per parlare di una delle migliori notizie del 2022: Bee my Future sbarca finalmente nell’area metropolitana di Roma. L’apiario si trova nell’Oasi Lipu di Castel di Guido, la quarantacinquesima zona di Roma nell’Agro Romano. Ed è gestito direttamente dall’associazione, formata oltre che da Taccari e Ventricelli, anche da altri quattro apicoltori-scienziati. “Veniamo tutti da facoltà scientifiche, tutte diverse fra loro”, racconta Carlo. C’è chi è laureato in Biologia evoluzionistica, chi in Neurobiologia, chi in Biologia Cellulare applicata, chi in Ecobiologia e chi è guida naturalistica. “A un certo punto, con il lavoro in apiario, abbiamo provato a mettere in pratica le nostre conoscenze e restituire qualcosa ai cittadini, metterle a servizio”.
E continua Marialba: “Il nostro obiettivo è conoscere e studiare le api e fare divulgazione della cultura scientifica attraverso questi piccoli insetti. Conoscere questi animali ci riporta nel giusto posto nella natura, ci ricorda i limiti e i privilegi della nostra specie e la responsabilità che abbiamo verso il Pianeta”.
Una responsabilità che adesso Il Miele Buono condivide con LifeGate. Dal 2015 fino a questo momento, il progetto ha tutelato oltre 10 milioni di api. E ora la grande “famiglia” Bee my future non potrà che aumentare, grazie alle arnie dell’associazione. Venti Buoni, le hanno chiamate, perché sono venti arnie, ciascuna dedicata a uno scienziato o a una scienziata le cui scoperte sono state fondamentali per il progresso dell’umanità. “Si tratta di un progetto di divulgazione attraverso le immagini e i social, nato per raccontare l’importanza della scienza nella vita di tutti i giorni”, racconta Ventricelli. “E poi, oltre a essere un omaggio alla ricerca, questo progetto ha uno scopo pratico. Le arnie dipinte sono prassi, per gli agricoltori, perché aiutano le api a orientarsi e a trovare la propria casa”.
Delle arnie di Castel di Guido, LifeGate ha iniziato con l’adottarne cinque, dedicate rispettivamente a Marie Curie, Alan Turing, Isaac Newton, John Nash e Jane Goodall. Sono tutte dotate del sistema sistema di biomonitoraggio Melixa System non invasivo che, tramite i sensori di temperatura interna ed esterna, il peso e il conta voli quotidiano, fornisce preziose informazioni sulla salute delle api e dell’ambiente circostante. “L’oasi è il posto ideale per questi studi”, continua il presidente. “È una zona in cui troviamo tanta diversità, ma in condizioni controllate, perché è protetta. Così le api ci restituiscono moltissime informazioni: sulle fioriture, quali e in che periodo, sul loro stato di salute, e sulla qualità del miele – che per fortuna è sempre sta buona – e sulle sue caratteristiche”
Bee my Future supporterà gli apicoltori coinvolti nell’acquisto degli sciami di api, delle attrezzature necessarie, come le arnie, gli indumenti di protezione e il necessario per la cura degli insetti, la verifica e il monitoraggio delle attività e dello stato di salute di questi impollinatori, e offrirà i propri canali per diverse attività di sensibilizzazione e di edutainment rivolte a persone, aziende e istituzioni. “Con LifeGate ci siamo proprio trovati”, chiosa Carlo. “Sappiamo che l’azione individuale, per quanto buona, non porta a un vero cambiamento sensibile. Serve sempre un lavoro di concerto, dove ciascuno fa la propria parte, per il bene della comunità e per raggiungere il maggior numero di persone. Non a caso, il nostro motto è ‘facciamo insieme qualcosa di buono'”.
Noi ci siamo.
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