Si tratta del pesce tilapia dal mento nero. Il governo tailandese ha stimato una spesa di oltre 265 milioni di euro per contrastarne la diffusione.
I neonicotinoidi riducono olfatto, memoria e senso dell’orientamento delle api
Arriva un’ulteriore conferma della pericolosità dei pesticidi nei confronti delle api e della biodiversità in generale. Aspettando le nuove considerazioni da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che dovrebbe pronunciarsi sui principali insetticidi oggi impiegati entro i primi mesi del 2017, oggi uno studio pubblicato su Scientific Reports conferma: i neonicotinoidi e in particolare
Arriva un’ulteriore conferma della pericolosità dei pesticidi nei confronti delle api e della biodiversità in generale. Aspettando le nuove considerazioni da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che dovrebbe pronunciarsi sui principali insetticidi oggi impiegati entro i primi mesi del 2017, oggi uno studio pubblicato su Scientific Reports conferma: i neonicotinoidi e in particolare l’Imidacloprid, sono pericolosi per la salute delle api. Anche a bassissimo dosaggio.
Leggi anche: Scopri Bee my Future, il progetto per la salvaguardia delle api
Lo studio condotto dal Laboratorio di Neurofisica dell’Università di Trento, indaga gli effetti che il pesticida più utilizzato al mondo avrebbe a livello neurologico sugli insetti impollinatori.
Pesticidi killer
Che i pesticidi avessero degli effetti deleteri sulla salute delle api è noto da tempo. Ma ora, grazie anche agli studi condotti dal CIMeC e dal Dipartimento di Fisica di Trento, si è potuto constatare come questi interagiscano con il sistema nervoso degli insetti, nell’ambito della memoria, dell’orientamento e, per la prima volta, la perdita dell’olfatto.
“I principi attivi di questo tipo di pesticidi sono altamente neurotossici: si legano ai recettori della nicotina nelle sinapsi e bloccano il trasporto delle informazioni a livello cerebrale”, ha dichiarato Albrecht Haase del CIMeC in una nota stampa. “Il nostro studio dimostra che i danni si rilevano non soltanto nelle funzioni avanzate, più sofisticate, del cervello delle api, ma anche in quelle di base, fondamentali, come l’olfatto”.
Neonicotinoidi responsabili della perdita dell’olfatto
Ciò che si sta osservando negli anni è che, nonostante l’utilizzo di questi pesticidi sia vietato durante alcuni periodi dell’anno, i suoi effetti continuano a sentirsi sulle popolazioni delle bottinatrici. Ciò significa che la sostanza resta nell’ambiente anche dopo molti mesi e va a impedire la comunicazione tra gli insetti.
“Un canale di comunicazione importante tra le api avviene infatti per via chimica, attraverso i feromoni”, continua il ricercatore. “Cambiamenti anche molto piccoli legati alla riduzione dell’olfatto possono compromettere seriamente la vita di un alveare perché si riflettono sulla sua organizzazione sociale e sulla capacità riproduttiva della colonia. Ad esempio, se l’informazione sulla malattia dell’ape regina non arriva correttamente alla colonia, le api non avvieranno i meccanismi che stanno alla base della produzione di nuove regine e l’alveare sarà destinato al collasso”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il passero cavalletta è stato salvato dall’estinzione prelevando le ultime coppie riproduttive per allevarle in cattività e reintrodurle poi di nuovo in natura.
Entusiasmo tra i botanici britannici per il ritrovamento di un’orchidea fantasma: in passato era stata addirittura dichiarata estinta.
Il Coesistenza festival è un luogo per parlare del rapporto tra uomo e fauna selvatica, una relazione complessa ma imprescindibile.
Per incoraggiare la citizen science, gli scienziati hanno pubblicato una lista delle specie di uccelli di cui mancano testimonianze recenti.
60 uova di coccodrillo siamese si sono schiuse in Cambogia, la più grande popolazione nata in questo secolo dopo anni di sforzi per la conservazione.
L’incontaminato vallone delle Cime Bianche, in Valle d’Aosta, è una Zona di protezione speciale ma è minacciata da un collegamento funiviario. C’è chi si batte per la sua salvaguardia.
Si tratta di un primo risultato positivo del progetto di reintroduzione in Calabria del cervo italico, che ora è solo presente in Emilia-Romagna.
Grazie a un incredibile progetto sarà ripristinata la foresta pluviale temperata in Galles, riportando la natura del passato celtico.