Intervista a Alexander Lowen, padre della bioenergetica

La bioenergetica insegna a diventare più consapevoli di se stessi, ad ascoltarsi e volersi bene. Le persone tendonio all’autodistruttività

Sono passati 45 anni dal suo primo libro Il linguaggio del corpo.Incontrandolo di persona nella sua casa di New Canaan, nel Connecticut, gli chiediamo subito che cosa è cambiato da allora.

Qual’è, oggi, il problema principale della gente? La bioenergetica può essere ancora utile?

La bioenergetica serve oggi quanto allora. La gente, oggi – ancora più di prima – non è in contatto profondo con se stessa. Quindi non è in grado di vedere davvero quello che succede negli altri, intorno, nel proprio paese, nell’universo. Per esempio l’Aids: la gente non si prende cura di sé, dei propri comportamenti sessuali, e tanto meno degli altri. E non si cura delle possibili conseguenze distruttive. Finché la gente non diventa più consapevole non c’è modo di cambiare davvero le cose. Del resto, il vero problema è appunto che la gente non vuole “sapere”. Non se ne cura.

Perché la gente è autodistruttiva?

Perché la sua vita è vuota. Non c’è gioia. Il problema sta in una sessualità che è troppo fare e troppo poco sentire. Proprio quello della sessualità è uno dei campi in cui oggi si esprime la differenza di mentalità tra le varie culture e visioni del mondo. Per l’Islam è un abominio l’immoralità dimostrata dall’Occidente, e gli americani con i loro costumi ne sono l’esempio principe. È una violazione non solo del Corano, ma della stessa Bibbia. Di fatto, manca negli uomini un vero senso morale; non c’è né in sé, né verso gli altri. Per questo, penso che una vera trasformazione è difficile, perché manca il senso della dignità, della moralità, del rispetto. Conta solo far soldi. E questo vale per tutto l’Occidente. Lo si vede anche in relazione all’ambiente. L’uomo sta distruggendo il proprio habitat senza possibilità di ritorno: oceani, aria, terra. Lo distrugge pezzo per pezzo, e non è una questione che si risolve con movimenti o associazioni, perché è qualcosa di molto più profondo, qualcosa di sbagliato dentro gli uomini.

Che cosa c’è di sbagliato?

Il fatto che la mente controlli tutto, sentimenti ed emozioni. Con la mente, gli uomini pensano: “posso fare questo e quello”, ma non ne hanno un vero feeling, non lo sentono. La gente non è sana. E anche quando fa qualcosa per sé, per esempio attività fisica, ginnastica in palestra, sport o altro non lo fa per stare bene, ma prevalentemente per essere più forte, più bella. Per l’immagine, ma non sente. Il sentire non c’entra con l’intelligenza, né con la forza. La bioenergetica aiuta a sentire e può insegnare a diventare più vivi.

I nuovi movimenti ecologici e spirituali non sono un segnale del bisogno di cambiare?

I movimenti di carattere spirituale, come la meditazione, non credo siano davvero efficaci se non vanno al cuore del problema, che è quello di lavorare sul corpo. Altrimenti è solo una questione di mente. Continuano a masturbarsi il cervello, per così dire, sia pure in forme diverse. In realtà, viviamo in una società dove tutto è troppo. C’è troppo rumore, troppo movimento, troppo stimolo. La gente impazzisce per questo, non la ha possibilità di fermarsi a sentire, e crede che la vita sia così, che non ci sia rimedio. New York è un po’ il simbolo di tutto questo.

In che cosa la bioenergetica si differenzia da altri approcci?

Non si può cambiare con la mente. Si cambia con il corpo. Va cambiata l’energia del corpo. Da dove il corpo ricava energia? Dal respiro e dal cibo. Ecco l’importanza di respirare correttamente e nutrirsi correttamente. Senza respiro non c’è energia, senza energia il corpo si contrae, non è pienamente vivo, ed ecco perché poi si ha bisogno di compensare con diversi meccanismi. Si cerca di essere più forti, più veloci, più belli. Ma l’unico modo in cui gli uomini possono imparare è attraverso il sentire, attraverso l’esperienza personale, fisica, concreta. Leggere un libro non basta, non serve a cambiare. Persino la bioenergetica, che pure ho coltivato per tanti anni: da sola non basta, se non si va a fondo, se non si va con l’energia nei propri piedi e nel cuore.

 

Alexander Lowen è morto il 28 ottobre 2008

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