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Molte sono le metodiche usate in naturopatia per valutare e curare le intolleranze alimentari: nutrizionale, dieta a rotazione, analisi su sangue, kinesiologiche e test bioelettronici…
In Naturopatia, le cause delle intolleranze alimentari sono da
imputare alla contaminazione, sofisticazione ed adulteramento dei
cibi e alle mutazioni che stiamo causando all’ambiente;
all’assunzione di cibi estremamente raffinati, impoveriti di
minerali e vitamine; alla compromissione della flora batterica
intestinale (assunzione smodata di lassativi, antibiotici,
cortisonici).
Solitamente le intolleranze alimentari insorgono verso cibi comuni
assunti frequentemente, non sono ereditarie ma si può
ereditare la predisposizione.
Alcune si formano già in età neonatale a causa del
latte materno impregnato di tossine alimentari, errato svezzamento,
etc., e poi le si portano in forma più o meno mascherata per
tutta la vita; altre insorgono in determinati momenti
dell’esistenza per stress psico-fisici particolari.
Vi sono vari metodi per verificare le intolleranze alimentari:
Un metodo attendibile adottato dall’Ecologia Clinica è il
Citotoxic Test – prove tossiche alimentari sul sangue, il
cui parametro più importante è l’osservazione di
eventuali modificazioni strutturali citoplasmatiche a carico dei
leucociti.
Altri test intolleranze utilizzati sono quello kinesiologico e i test
bioelettronici.
Il trattamento consiste nell’eliminazione rigorosa degli alimenti
cui si è risultati intolleranti per un periodo che dipende
dal grado di reazione riscontrato, tenendo presente il fenomeno
della cross-reattività; bisogna eliminare anche gli alimenti
che appartengono alla stessa famiglia biologica, allo stesso gruppo
o che contengono sostanze simili.
Le prime tre settimane di esclusioni alimentari sono caratterizzate
da una lieve riacutizzazione dei sintomi iniziali, provocata dalla
massiccia liberazione di tossine accumulate in mesi o anni di
errori alimentari.
La guarigione, il benessere sono subordinati alla pulizia completa
del sistema corporeo che consiste nella rimozione di tali tossine,
le quali, una volta smosse, si riversano nel torrente circolatorio
senza una meta prefissata.
Perciò non è sufficiente escludere i cibi per
guarire, ma bisogna incrementare i sistemi di drenaggio tossinico
individuali, altrimenti il soggetto ricreerà a distanza di
giorni, mesi o anni nuove problematiche conseguenti ad un
“drenaggio tossinico”, deposito di tossine in altri
organi.
Il trattamento naturopatico consisterà quindi, oltre alla
sospensione degli alimenti incriminati, nel:
Dopo il periodo di astinenza agli alimenti risultati positivi,
questi vengono reintrodotti nella dieta con molta cautela e
seguendo un determinato schema. In futuro potranno essere assunti
due, tre volte a settimana per
evitare ricadute.
La prevenzione è la miglior cura: la consapevolezza
interiore che “noi siamo quello che mangiamo” e che solo seguendo
una corretta igiene alimentare possiamo raggiungere uno stato di
vero benessere psico-fisico ci pone verso un cammino avanzato.
Raffaella Colella e Luciana Larcher
naturopate
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