Fiamme in Sardegna, Sicilia e Calabria, e il rapporto parla chiaro: nel l 2025 persi già 31mila ettari di terreno in tutta Italia, col Sud più colpito.
- Allarme incendi in Sicilia, Sardegna e Calabria, colpite località come Villasimius e Riserva dello Zingaro.
- Solo nel 2025 sono già andati in fumo in Italia oltre 514 chilometri quadrati di terreno.
- Il report evidenzia che il 95 per cento degli incendi ha origine antropica.
Un’ondata di incendi sta colpendo duramente l’Italia, con Sardegna e Sicilia tra le regioni più martoriate nelle ultime ore. In Sardegna, il rogo di Punta Molentis a Villasimius ha distrutto decine di auto e costretto 200 bagnanti a fuggire via mare. L’area è ora interdetta. A Osilo un allevatore è rimasto ustionato tentando di salvare la sua azienda agricola. A Orosei sono state evacuate 150 persone per un incendio vicino alla costa. In tutta la fascia orientale dell’isola è stato diramato il bollino rosso per rischio incendi, con mezzi aerei impegnati su più fronti. In Sicilia, le fiamme hanno colpito la Riserva dello Zingaro, arrivando fino a Scopello e costringendo all’evacuazione notturna di 50 abitazioni. Il rogo è stato circoscritto all’alba, ma i danni ambientali ed economici sono gravi.
Anche nella provincia di Vibo Valentia, in Calabria, si sono sviluppati diversi incendi tra il 25 e il 27 luglio. A Joppolo, evacuate dieci persone da un residence per un rogo fronteggiato anche con elicotteri. Fiamme anche nel capoluogo, a Nicotera, Ricadi e in altri comuni della zona, dove in alcuni casi è stato necessario evacuare temporaneamente hotel, villaggi turistici e abitazioni, soprattutto per il fumo intenso.
Uno spettacolo che purtroppo si ripete ogni anno e che conferma il trend sottolineato proprio in questi giorni dal report “L’Italia in fumo 2025” curato da Legambiente: sebbene nel 2024 si registri una diminuzione degli incendi boschivi rispetto agli anni precedenti, infatti, il fenomeno continua a colpire duramente le regioni meridionali italiane, aggravato da siccità, vento e cambiamenti climatici. E probabilmente anche malaffare.
Oltre 514 km quadrati colpiti da incendi nel 2024
Secondo l’Ispra, nel 2024 sono andati in fumo 514 km quadrati di territorio, pari per intenderci a circa la metà del Comune di Roma. Di questi, circa 103 km quadrati erano aree forestali, con prevalenza di macchia mediterranea, latifoglie decidue e boschi di conifere. Le regioni più colpite sono appunto Sicilia, Calabria e Sardegna, che insieme concentrano il 66 per cento della superficie forestale bruciata. La provincia di Reggio Calabria da sola ha perso oltre 10 km quadrati di bosco, pari al 10 per cento del totale nazionale.
Il report evidenzia che il 95 per cento degli incendi ha origine antropica: colposa (bruciature incontrollate di residui vegetali, mozziconi, barbecue) o dolosa (per interessi economici, ritorsioni, speculazione edilizia). In parallelo, i cambiamenti climatici amplificano il fenomeno con ondate di calore, siccità e fulmini che prolungano e intensificano le stagioni del fuoco. Sotto accusa anche l’abbandono del territorio e la riduzione delle pratiche agro-silvo-pastorali, che favoriscono l’accumulo di biomassa e la propagazione del fuoco. I cosiddetti “incendi di interfaccia” – che si sviluppano tra aree naturali e zone urbanizzate – sono in forte aumento, con gravi ripercussioni su abitazioni, infrastrutture e salute pubblica. Oltre alla distruzione del patrimonio boschivo, gli incendi provocano danni estesi a biodiversità e suolo, alterano i cicli idrici e rilasciano in atmosfera milioni di tonnellate di CO₂. Il fumo degli incendi, carico di particolato fine e sostanze tossiche, è considerato un rischio crescente per la salute, con effetti su cuore, polmoni e sistema nervoso. L’Italia perde ogni anno oltre 2 miliardi di euro a causa degli incendi boschivi, tra costi diretti (danni a colture, strutture, infrastrutture) e indiretti da non sottovalutare, come salute, turismo, servizi ecosistemici.
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