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L’intolleranza al lattosio e ai suoi derivati non deve essere considerata un’allergia e nemmeno una malattia. Ecco i sintomi di come si manifesta e quale dieta è consigliato seguire.
Rispetto al passato, la nostra società consuma una maggiore quantità di prodotti caseari, non solo nelle forme tradizionali, ma anche attraverso molti alimenti industriali, in cui viene utilizzato come “additivo” per migliorare il gusto: dolci e biscotti, cioccolato, muesli, piatti pronti surgelati e non, salse, cracker, miscele per dolci e anche farmaci, solo per citarne alcuni.
Il lattosio è un disaccaride, in altre parole uno zucchero, che viene assorbito dall’intestino dopo essere stato scomposto da un enzima specifico nelle sue due componenti: glucosio e galattosio. Se l’enzima non viene prodotto o è presente in scarsa quantità, il lattosio permane nell’intestino, dando origine a tutta una serie di disturbi.
L’intolleranza al lattosio si può verificare in diversi momenti e modalità:
L’obiettivo è disintossicare il corpo da quella che per lui è diventata una sostanza nociva. Normalmente, si introducono con gli alimenti 20-30 grammi di lattosio al giorno, mentre a seconda del grado di intolleranza dovremo adeguarci ad una dieta totalmente priva di latte e derivati (in cui si ammette al massimo 1 g di lattosio al giorno) oppure povera di latte e derivati (in cui si ammette al massimo 8-10 di lattosio al giorno). Il fabbisogno di calcio deve, quindi, essere compensato con altri alimenti. Si deve, inoltre, leggere attentamente le etichette al momento dell’acquisto dei prodotti e chiedere sempre ai farmacisti se il preparato contiene lattosio.
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