Prezzo della benzina, prima preoccupazione

La preoccupazione numero uno dei consumatori inglesi è l’aumento del prezzo della benzina, secondo un sondaggio condotto dalla Beuc (il gruppo-ombrello a Bruxelles delle associazioni dei consumatori). In Europa dal 2005 la media del prezzo alla pompa è salita da 1 fino a 1,6 euro per la benzina e da 93 cent a 1,5 per

La preoccupazione numero uno dei consumatori inglesi è l’aumento del prezzo della benzina, secondo un sondaggio condotto dalla
Beuc
(il gruppo-ombrello a Bruxelles delle associazioni dei consumatori). In Europa dal 2005 la media del prezzo alla pompa è salita da 1 fino a 1,6 euro per la benzina e da 93 cent a 1,5 per il gasolio.

“Simili picchi e oscillazioni causano a molti un’immediata
sofferenza finanziaria. Un nuovo, più severo target di
riduzione delle emissioni, quindi di consumi e costi, per il 2025,
potrebbe rendere meno esposti i consumatori a questa significativa
tendenza al rialzo dei costi” spiega Monique Goyens, direttore
generale della Beuc. Avanzando la proposta di ancor più
severi liimiti: 70 g/km di CO2 da raggiungere entro il 2025.

I limiti alle emissioni di CO2
Secondo la Beuc, gli alti prezzi dei carburanti renderanno sempre
meno conveniente guidare, nonostante l’Unione Europea abbia
già fissato dei limiti. Nel luglio 2012 la Commissione
europea ha pubblicato il piano per rendere ancora più
stringenti i limiti su quanta CO2 possono emettere le nuove auto.
Fissando, per il 2020, una media obbligatoria di 95 grammi di CO2
al km per le auto e 147 g/km per i furgoni, ogni automobilista
risparmierebbe una media di 535 euro all’anno. I precedenti limiti
fissati per il 2017 erano di 130 g/km per le auto e 175 g/km per i
furgoni.

Le proteste delle case automobilistiche
Alcuni
produttori automobilistici hanno cominciato a protestare dicendo
che potrebbe così essere ulteriormente colpito un settore
già indebolito. Dopo una forte opera di lobbying da parte
delle case automobilistiche tedesche, si è pensato di
proporre più flessibilità sull’applicazione dei
limiti. L’associazione europea dei produttori di auto (Acea) aveva
definito comunque gli obiettivi “eccessivamente impegnativi”
temendo svantaggi per l’intero comparto. Secondo la Commissione, il
piano potrebbe far risparmiare ai cittadini europei miliardi di
euro di carburante, tagliare la CO2 di svariati milioni di
tonnellate, spingere l’innovazione e la competitività delle
case automobilistiche. Ora la Beuc si spinge oltre, proponendo
limiti a consumi ed emissioni ancora più bassi, con la
motivazione addirittura di far sì che ci si possa ancora
permettere di guidare, nei prossimi anni.

 

Posizioni contrastanti
Mentre in Europa sono in
corso dibattiti per far entrare effettivamente in vigore il limite
di 95 g/km, gli Stati Uniti hanno già fissato un target di
93 g/km per il 2025.

 

Già colpita dalla recessione e da una forte riduzione
della domanda, l’industria automobilistica si divide tra i
produttori di auto di lusso e quelli che, come Fiat, già
producono una gamma di veicoli più leggeri e meno
assetati.

 

Oltre a quello delle auto, altri settori coinvolti saranno il
settore siderurgico, che si avvantaggerà della maggiore
richiesta di alluminio, leggero e riciclabile, contro il settore
petrolifero che già lamenta margini di profitto sempre
più risicati e potrebbe esser posto di fronta a una
diminuzione dei consumi.

 

La Germania, in cui hanno sede i maggiori produttori di auto
di lusso, sta spingendo per ottenere super-crediti, ovvero
guadagnare con la produzione di veicoli elettrici o a basse
emissioni dei “crediti” che consentano ad altre case
automobilistiche come Audi, Bmw e Daimler di continuare a produrre
le loro vetture.

La Commissione è possibilista sui super-crediti, ma
ritiene che un loro sovrannumero possa vanificare lo scopo di
ridurre a livello continentale consumi petroliferi ed emissioni.
Alcuni diplomatici affermano addirittura che quella tedesca
è una manovra per minare l’intero schema proposto.

 

Secondo il ministro dell’Ambiente italiano Corrado Clini “gli
incentivi innescano comunque un circolo virtuoso. Una prova
sarà in Italia, dove abbiamo appena introdotto nuovi
ecoincentivi per auto ibride ed elettriche”, ha dichiarato
settimana scorsa a Bruxelles.

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