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Migliaia di chilometri tracciati tra sentieri, carrarecce, borghi e ciclabili; nasce il manifesto per chi ama i bike trail, l’avventura in bicicletta e la condivisione.
Una delle novità più interessanti del 2022 arriva dal mondo dei bike trail che nel ciclismo si contraddistingue per la sua interpretazione avventuriera della bicicletta, non utilizzata prettamente come mezzo competitivo ma come compagna di viaggi, sfide, esperienze da condividere.
In Italia, da nord a sud, sono sempre più numerosi e partecipati i bike trail che portano a pedalare su strade secondarie, sentieri e strade bianche in modalità unsupported (dove chi partecipa si muove in autonomia). Non esistono classifiche, l’obiettivo non è arrivare primi ma portare a termine pedalate su lunghe distanze in compagnia, per viversi a pieno l’esperienza del viaggio, godendosi luoghi e incontri. Per esprimere questi valori nasce il Bike trail manifesto, un documento inclusivo, simbolo di sostenibilità e libertà.
Chi organizza i bike trail oltre ad avere una grande passione per il viaggio e per la bicicletta, all’interno del territorio è di fatto il custode di un patrimonio. Si tratta infatti di persone che hanno tracciato migliaia di chilometri tra strade secondarie, sentieri, carrarecce, borghi e ciclabili, persone capaci di incidere positivamente sulle sorti dei luoghi che animano. Per questo nel manifesto si dice che sono promotrici della sostenibilità ambientale e del rispetto delle comunità.
Il manifesto interpreta e incornicia questi valori, tracciando le linee guida per uno sviluppo positivo dei trail a beneficio di tutti. L’idea nasce a Milano all’interno di Upcycle bike café da Barbara Bonori cofondatrice di questo spazio, luogo d’incontro e punto di riferimento per chi pedala. L’iniziativa è stata poi condivisa e promossa insieme a Bam (il raduno di cicloviaggiatori), Miss Grape (che realizza borse da bikepacking) e l’ente di promozione sportiva Msp ciclismo.
Basta dare un’occhiata alla lunga lista delle adesioni al Bike trail manifesto per comprendere la portata degli eventi. Al momento troviamo più di trenta realtà sparse nelle varie regioni italiane. C’è per esempio il Tuscany trail, l’evento al mondo che detiene il maggior numero di partecipanti: tre mila, da circa 40 paesi. Accanto a questo ci sono iniziative più recenti come il Sicily Divide che si snoda lungo l’itinerario cicloturistico permanente che congiunge Trapani a Catania e che vedrà la sua prima edizione il 28 aprile 2023.
Tra le regioni con il maggior numero di adesioni spicca la Sardegna, con cinque iniziative che invitano ad immergersi negli spettacolari scenari dell’isola in bikepacking. Alcune proposte hanno chilometraggi e itinerari più accessibili, altre si presentano come vere e proprie sfide. Basti citare il Naturaid “Sardegna impossibile” che conta 1.100 chilometri con un dislivello di 28.500 metri (solamente il dieci per cento è su asfalto) e che porta a esplorare il periplo dell’isola.
Ricordiamo anche il Veneto gravel che con la sua organizzazione si è aggiudicato il Trail award 2022, proprio per la “valorizzazione del territorio, la grande cura nell’accoglienza dei partecipanti, per aver contribuito alla crescita di questo settore e per l’attenzione all’impatto positivo sulle comunità locali e territorio”, come ha rimarcato la giuria.
Hanno inoltre dimostrato interesse all’adesione al manifesto anche eventi ciclistici non propriamente “trail”, come il festival Pavè a Venezia o Sterroappalla nel Mugello.
Come ricorda il manifesto, due sono gli elementi fondamentali: non ci sono vincitori ma “finisher” e si promuove la condivisione di un’esperienza di valore, nel rispetto dei territori. Da cicloavventurieri e avventuriere si esce dalla classiche rotte turistiche per andare alla scoperta di angoli poco battuti, capaci di regalare autenticità. Si pedala per andare lontano, non veloce.
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