
Come valutare se un’azienda fa dichiarazioni attendibili in materia di sostenibilità? Risponde Bureau Veritas, ente certificatore di FinDynamic.
Ethical Debt Collection è il sistema di certificazione nel campo del recupero crediti sviluppato da LifeGate e Sai Global. Uno standard basato sulla trasparenza e su linee guida che rispettano principi etici condivisi.
In un momento storico in cui la situazione finanziaria è molto critica a livello globale, lo strumento del credito è diventato man mano sempre più impattante nella vita di privati e aziende. Il mondo dei debitori si è allargato: questi versano in condizioni di particolari difficoltà economiche oltre che psicologiche e morali, anche a causa di modalità di recupero del credito che spesso sono eccessivamente aggressive e scorrette.
Sulla base di tali premesse è nato un nuovo sistema di certificazione volto a garantire trasparenza ed eticità nell’ambito del processo di recupero crediti: l’Ethical Debt Collection. Il progetto è sviluppato da LifeGate, il punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile delle imprese, e SAI Global, ente di certificazione internazionale e si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda dei valori etici stabiliti da una molteplicità di strumenti cogenti e volontari, nazionali ed internazionali. Oggi, con la certificazione Ethical Debt Collection, queste linee guida acquisiscono concretezza attraverso un sistema che consente alle società di recupero crediti di certificarsi, rendendo trasparente la propria attività e assicurando quindi un impegno a garantire i massimi standard etici nelle attività di recupero del credito a vantaggio di tutti gli stakeholder.
Lo standard è organizzato in un’area generale e due aree specifiche: soddisfatti tutti i criteri vincolanti della prima area di approccio generale, la società potrà scegliere tra un focus sulle attività di esazione a domicilio e uno sull’attività di phone collection o su entrambe. In funzione della performance ottenuta (numero di requisiti facoltativi soddisfatti dall’azienda) sono stati definiti tre livelli di certificazione crescenti.
“In un contesto complesso come quello economico attuale, si sentiva da più parti l’esigenza di una valutazione neutrale volta a garantire un approccio etico e sostenibile nel delicato mondo del recupero crediti”, spiega Stefano Corti, Direttore Generale di LifeGate. “Le società di recupero crediti, in questo modo, avranno la possibilità di garantire che la propria attività sia svolta in modo da raggiungere tutti gli obiettivi: da un lato garantire la soddisfazione del mandante, dall’altro poter vantare un processo svolto nel pieno rispetto di tutti gli attori coinvolti compresa la tutela etica del debitore. Un approccio che concretizza l’etica interna, con un indubbio impatto positivo sull’immagine dell’azienda verso i suoi interlocutori”.
“Per qualsiasi tipo di organizzazione è ormai diventato sempre più importante dimostrare di condurre il proprio business in modo sostenibile. Storicamente, il concetto di sostenibilità è sempre stato associato al rispetto dell’ambiente; da diversi anni però, con la diffusione di standard come SA8000 ‘Responsabilità sociale d’impresa’ o linee guida come la ISO 26000 ‘Guida sulla responsabilità sociale’, il tema della sostenibilità ha iniziato ad interessare anche le organizzazioni che per propria natura non hanno problematiche a livello ambientale ma vogliono comunque dimostrare ai propri stakeholder di condurre il business nel rispetto di principi etici condivisi”, sostiene Davide Marzetto, Head of Audit Certification & Scheme Management SAI Global. “Pertanto l’Ethical Debt Collection, rispetto ai precedenti standard, si concretizza in un manifesto di principi volti a garantire che il debitore venga trattato con il massimo rispetto, che la società di recupero crediti e l’esattore operino in condizioni lavorative ottimali e che l’azienda mandante sia soddisfatta del processo di recupero del credito a fronte di un’azione globale etica e rispettosa”, ha precisato Marzetto.
Come valutare se un’azienda fa dichiarazioni attendibili in materia di sostenibilità? Risponde Bureau Veritas, ente certificatore di FinDynamic.
Per una cucina degna di chiamarsi tale, bisogna scegliere con cura le materie prime, per poi trattarle con rispetto ed evitare ogni spreco. Il ricettario di Marine stewardship council ideato dalla blogger Lisa Casali e dallo chef Franco Aliberti.
Il consumo responsabile “va di moda”, per questo c’è bisogno di una certificazione credibile per comunicare al consumatore in modo trasparente e affidabile come sono prodotti i capi d’abbigliamento.
Immergiti nel blu: è l’invito dell’organizzazione non profit Msc che in vista della Giornata mondiale degli oceani ha portato il “mare” a Milano. Per ricordarci che ognuno di noi ha il compito di proteggerlo.
Il bosco di Piegaro, in provincia di Perugia, ospita il progetto sperimentale Trace – talking tree: installati dei dispositivi internet of things che raccolgono i dati degli alberi per una migliore gestione del bosco.
Il marchio specializzato nella produzione di alimenti realizzati con ingredienti naturali per animali ha lanciato una linea di prodotti certificati biologici per cani e gatti.
Le mense scolastiche che utilizzano prodotti biologici riceveranno una medaglia d’oro o d’argento da sfoggiare nella loro offerta formativa. È la dimostrazione di come un’alimentazione che faccia bene al corpo e all’ambiente diventi sempre più importante. Fin da piccoli.
Secondo il rapporto annuale dell’Airports Council International’s Carbon Accreditation l’impatto ambientale degli aeroporti è diminuito grazie all’aumento delle strutture che hanno adottato provvedimenti per tagliare le emissioni
L’iniziativa di Patagonia mira a garantire retribuzioni più congrue per i lavoratori impiegati nella produzione di capi di abbigliamento.