Nuovo golpe militare nel Burkina Faso, destituito il tenente-colonnello Damiba

A soli otto mesi dal colpo di stato di gennaio, il tenente-colonnello Damiba è stato destituito da un altro militare: Ibrahim Traoré.

Sono passati solo otto mesi da quando il tenente-colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba ha annunciato la destituzione del presidente del Burkina Faso Roch Marc Christian Kaboré. Era la fine di gennaio e il paese africano veniva scosso da un colpo di stato militare, accompagnato dallo scioglimento del parlamento e dalla sospensione della Costituzione. Venerdì 30 settembre un nuovo golpe ha provocato un nuovo rovesciamento dei vertici istituzionali: un altro ufficiale militare, Ibrahim Traoré, ha destituito Damiba, che dopo due giorni di tensioni ha accettato di dimettersi.

Il presidente Damiba si è dimesso e si è rifugiato nel Togo

In un comunicato ufficiale, il presidente ha dichiarato di aver assunto la decisione “al fine di evitare scontri che avrebbero provocato conseguenze gravi”. Quindi si è rifugiato nel vicino Togo. La ragione del nuovo colpo di stato sembra essere legata non soltanto a questioni di politica interna, ma alle tensioni geopolitiche che da mesi attraversano l’Europa e il mondo intero. In particolare, in Burkina Faso sembra essersi delineato uno scontro tra Russia e Occidente, e in particolare la Francia.

Colpo di stato in Burkina Faso
La prima pagina di un giornale del Burkina Faso che annunciava il colpo di stato militare a gennaio © Olympia De Maismont/Afp/Getty Images

Per molti osservatori non è un caso se alcuni manifestanti a sostegno di Traoré si siano riuniti davanti all’ambasciata transalpina nella capitale Ouagadougou, dando fuoco alle barriere di protezione e gettando pietre conto l’edificio. Secondo il governo di Parigi, gli attacchi sarebbero frutto di “persone ostili, manipolati da una campagna di disinformazione contro la Francia”.

Il Burkina Faso terreno di scontro tra Russia e Occidente?

Il riferimento è ad una serie di notizie circolate sui social network, secondo le quali Parigi avrebbe accordato a Damiba una forma di protezione speciale. Ma, più in generale, la realtà è che parte della popolazione del Burkina Faso aveva manifestato per chiedere non solo la destituzione del presidente ma anche la fine della presenza militare francese sul territorio della nazione africana, nonché l’avvio di una cooperazione con la Russia in materia di Difesa. Di contro, è vero anche che Mosca sta cercando di accrescere la propria influenza in numerose nazioni del continente: è il caso non solo del Burkina Faso ma anche del Mali e della Repubblica Centrafricana.

Ciò che si sa è che, fortunatamente, a Ouagadougou da lunedì la situazione sembra tornata sotto controllo. Il coprifuoco che era stato imposto venerdì è stato cancellato e le frontiere sono state riaperte. Traoré ha inoltre convocato i responsabili ministeriali per incaricarli del disbrigo degli affari correnti. La situazione nel Burkina Faso resta tuttavia decisamente precaria ed è impossibile, allo stato attuale, comprendere se e quando ci sarà un ritorno alla vita democratica, con nuove elezioni e la proclamazione di un nuovo presidente.

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