Rock Files Today – 08 Agosto – Robert Altman

Oggi, 8 Agosto 1975 Esce in tutti i cinema americani il nuovo, attesissimo film di Robert Altman. Si chiama Nashville e si serve del dorato, inconsueto, tradizionalista mondo della country music (di cui la città del Tennessee è capitale indiscussa) come metafora di un’America alla ricerca di se stessa e dei valori sui quali, esattamente


Oggi, 8 Agosto 1975
Esce in tutti i cinema americani il nuovo, attesissimo film di
Robert Altman.
Si chiama Nashville e si serve del dorato, inconsueto,
tradizionalista mondo della country music (di cui la città
del Tennessee è capitale indiscussa) come metafora di
un’America alla ricerca di se stessa e dei valori sui quali,
esattamente 200 anni prima, è stata fondata.

Nonostante l’enorme successo ottenuto con M.A.S.H, Altman sta
attraversando un periodo critico: lui è un regista difficile
e soprattutto politicamente scomodo per Hollywood. Eppure, anche
lì nella culla dei sogni di celluloide, qualcosa sta
cambiando: proprio grazie a una nuova generazione di film maker che
oltre a Altman include, tra gli altri, gli allora emergenti Martin
Scorsese, Michael Cimino, Stephen Spielberg e Francis Ford
Coppola.

L’ambizioso Nashville è premiato dalla critica: il film
riceve cinque nomination agli Oscar e Robert Altman viene
consacrato tra i più grandi registi americani viventi. E’ la
svolta della sua carriera.

Seppur erroneamente considerato uno dei più grandi film
musicali di sempre, Nashville si rivela piuttosto un ritratto
impietoso di una nazione in crisi che si appresta a celebrare i
suoi duecento anni di storia.

Nashville è anche un atto di accusa nei confronti del
conformismo, del cinismo e dell’opulenza borghese della provincia
americana nonché dei suoi rappresentanti politici. Sotto
accusa vengono messi anche i rappresentanti musicali, sia quelli
dell’ortodossia country che gli anticonformisti come Keith
Carradine, politicamente impegnati, ma poi più interessati a
veloci e opportunistiche love story. Carradine interpreta il ruolo
di Tom, songwriter tenebroso, che in una delle scene più
famose canta il brano I’m Easy.

Il finale del film è altamente significativo: un concerto
nel bel mezzo della campagna elettorale, viene interrotto da una
esplosione di inaspettata violenza. E da un vero e proprio
omicidio. Tutto però si ricompone nell’indifferenza
generale, con il pubblico trascinato a cantare It Don’t Worry Me:
“Non me ne preoccupo”, che suona come l’epitaffio che Altman dedica
alla sua America.

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