Auto elettrica e ricarica, servono qualità e velocità
Dalla più lenta alla più veloce, dalla più comune alla meno diffusa, così si ricarica l’auto elettrica nel nostro Paese.
Dalla più lenta alla più veloce, dalla più comune alla meno diffusa, così si ricarica l’auto elettrica nel nostro Paese.
La pandemia e gli incentivi hanno spinto gli italiani in sella alle bici, che hanno risposto alle necessità di distanziamento e di mobilità sostenibile.
Per far calare del 50 per cento le emissioni del comparto auto servono sei milioni di punti di ricarica pubblici e oltre cinquemila pompe di idrogeno.
L’auto connessa incontra sempre di più il favore degli europei. Toyota punta su tecnologie avanzate e su un patto di sostenibilità con i propri clienti.
Tra incentivi e imposte la mobilità elettrificata è sempre più conveniente. Dall’ibrido all’idrogeno, Toyota conferma la sua leadership sul mercato.
Il Rapporto Isfort fotografa come la mobilità si è adeguata all’emergenza sanitaria: salgono anche bici e monopattini, crolla il trasporto pubblico locale.
Un confronto tra le auto elettriche quelle alimentate a combustibili fossili evidenzia l’importanza delle batterie in termini di sostenibilità ambientale.
L’assessore al Traffico di Parigi ha confermato che entro la fine dell’anno il limite di velocità di 30 km/h sarà esteso su quasi tutta la metropoli.
Volvo produrrà solo auto elettriche a partire dal 2030. Addio anche alle versioni ibride. Intanto, in Italia al via le stazioni di ricarica fast charge.
Si chiama Railcoop e punta a dare nuova vita alle vecchie tratte ferroviarie della Francia, abbandonate a vantaggio dell’alta velocità.