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Dalla più lenta alla più veloce, dalla più comune alla meno diffusa, così si ricarica l’auto elettrica nel nostro Paese.
Attacchi la spina e aspetti. Già, ma quanto? E dove? La ricarica è senza dubbio il tema principale quando si parla di auto elettrica. E la diffusione dell’e-mobility dipende in gran parte anche dalla qualità della ricarica, dalle diverse tipologie di infrastruttura e dal loro posizionamento; oltre alle aree urbane, dove la copertura è ormai soddisfacente, anche tangenziali e autostrade sono fondamentali per ridurre i tempi di ricarica e agevolare gli spostamenti sulle lunghe distanze. E allora vediamo insieme qual è la situazione dell’infrastruttura di ricarica e quante e quali sono le modalità oggi disponibili.
Partiamo innanzitutto dalla tipologia di punti di ricarica disponibili nel nostro Paese, in ordine crescente di potenza. Alla base c’è la Standard, fino a 3,7 kW in corrente alternata. Un gradino più su c’è la ricarica Quick, ovvero quella con potenza compresa fra 3,7 e 22 kW, sempre in corrente alternata. Lo step successivo vede il passaggio dalla corrente alternata a quella continua: si parla in questo caso di ricarica Fast e lavora a una potenza massima di 100 kW.
L’opzione più evoluta oggi disponibile per la ricarica di un’auto elettrica è rappresentata dalla ricarica Ultra fast o Hpc (High power charging), ovviamente in corrente continua, con potenze al di sopra dei 100 kW (anche molto al di sopra, si arriva infatti ai 350 kW). Grazie a quest’ultima soluzione (la più rara da trovare in Italia, ma in via di espansione), in pochi minuti ci si assicurano parecchi chilometri di autonomia. In questo modo, di fatto, il tempo della sosta è di poco superiore rispetto a quello necessario per effettuare un pieno di gasolio o benzina.
Quanto ai numeri e alla capillarità dell’infrastruttura, in Italia c’è ancora molto da fare, come emerso da una recente analisi. Va meglio in alcuni Paesi d’Europa dove, in termini assoluti, il primo Paese è l’Olanda (con oltre 50mila punti di ricarica). Vengono poi Germania (quasi 40mila), Francia (quasi 30mila) e Regno Unito (quasi 20mila). In termini relativi (che sono i più rappresentativi sul grado di elettrificazione della mobilità), l’Olanda presenta la più alta densità di punti di ricarica per 100 chilometri di strade/autostrade con una densità pari a 38 punti di ricarica per 100 chilometri di strade e autostrade. Seguono Norvegia e Portogallo con quattordici e dodici punti di ricarica, rispettivamente. Per chi volesse approfondire il tema, molti dati sono contenuti nello Smart mobility report redatto dal Politecnico di Milano – Smart mobility report.
Preso atto della situazione, è anche vero che per il cosiddetto commuting quotidiano per chi sceglie un’auto elettrica – il classico casa-lavoro – la ricarica notturna a casa (e non c’è bisogno di avere un garage, qui vi spieghiamo tutto) è tutto sommato sufficiente con 19mila punti di ricarica accessibili fra pubblici e privati diffusi su tutto il territorio nazionale.
Il prossimo passo dev’essere quello di incrementare la diffusione di colonnine Ultra fast. Una diffusione a cui Ionity – un consorzio europeo a cui hanno aderito molti marchi dell’auto, incluso Volkswagen Group – ha contribuito molto anche in Italia, con 65 punti di ricarica suddivisi in sedici stazioni. Un numero a cui vanno aggiunte le quattro stazioni di ricarica Hpc – ossia fino a 350 kW – appena inaugurate all’interno dell’Enel X Store di Roma. Di cosa si tratta? Di un’area di servizio di nuova generazione dedicata all’e-mobility. Qui, gli utenti potranno ricaricare in modo ultra rapido la propria auto elettrica e accedere a informazioni e servizi dedicati, fra cui bar e possibilità di effettuare un test drive. Ultimo ma non meno importante: incrementare il numero di colonnine non basta, bisogna farlo in modo strategico. Nello specifico, bisogna estendere la rete di ricarica elettrica anche su tangenziali e autostrade. Solo così, infatti, si agevolano gli spostamenti in elettrico anche sulle lunghe distanze e si incentiva il passaggio alla mobilità elettrica di un numero maggiore di utenti.
Se pensate che l’attenzione all’infrastruttura di ricarica possa essere eccessiva, in realtà gli sforzi nell’ottica di una maggiore capillarità vanno visti anche in funzione della crescente (e veloce) diffusione delle auto elettriche. Per capire la velocità con cui la progressiva elettrificazione dell’auto si sta diffondendo, basta prendere in considerazione anche solo i listini dei molti marchi del Gruppo Volkswagen per capire che i modelli di auto alimentati a batteria sono, già adesso, numerosi.
Audi, Volkswagen e Škoda (con Seat e Cupra pronte ad aggiungersi alla lista in tempi più o meno brevi), le alternative non mancano. Si può scegliere tra compatte a due volumi come la VW ID.3, suv di taglia medio-grande come VW ID.4 e Škoda Enyaq iV, senza dimenticare sportive di prestigio come Audi e-tron GT o maxi suv come la Audi e-tron. Un’offerta destinata ad allargarsi in modo esponenziale nei prossimi anni.
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