Crescere e prosperare sì, ma non ad ogni costo. E soprattutto non a spese dell’ambiente. Con questo approccio lavora Ricola, azienda svizzera che da oltre novant’anni addolcisce i palati con i suoi cristalli di zucchero miscelati alle tredici erbe. Una filosofia di business “in armonia con la natura” condivisa e sostenuta da Luca Morari, Vice President Southern Europe Ricola & Ceo Divita, partner e ospite all’evento di presentazione del settimo Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate organizzato a Milano il 22 settembre.

Coltivazioni Ricola
La coltivazione delle erbe usate da Ricola avviene sulle montagne svizzere secondo principi del tutto naturali. © Ricola

Dobbiamo ripensare il nostro modo di produrre e consumare

“La pandemia ha rallentato gli acquisti d’impulso e di conseguenza anche Ricola ha fatturato meno dell’anno precedente”, ha spiegato Morari durante il suo intervento, ricordando come la chiusura di bar e negozi e la tendenza a non soffermarsi alla cassa dei supermercati abbia influito sulle vendite di caramelle e affini. “Ma io sono contento, perché la mia azienda mi ha insegnato a rispettare i tempi della natura e a capire che non dobbiamo seguire per forza il modello americano, in cui ogni anno si deve crescere nel fatturato e nel profitto”, ha proseguito Morari sottolineando come i valori della sostenibilità siano intrinseci a Ricola sin dalla sua fondazione . “Come le stagioni della natura non sono tutte uguali – un inverno può essere più freddo, una primavera può essere più ricca –così anche tutti noi dobbiamo capire che, se vogliamo avere un mondo più sostenibile, dobbiamo ripensare al nostro modo di consumare e di produrre. Quello che conta, lo  zenit, deve essere nel lungo periodo”.

Il cambio di passo potrà arrivare grazie al Next Generation

L’approccio espresso da Luca Morari trova riscontro nei dati registrati dall’Osservatorio LifeGate secondo cui gli italiani sono sempre più convinti che un’azienda sia sostenibile se usa responsabilmente le risorse, è attenta ai lavoratori, è carbon neutral, dà informazioni trasparenti ai clienti e ha un report di sostenibilità. Richieste a cui le imprese italiane stanno rispondendo in modo non ancora sufficientemente tempestivo secondo Morari. “Purtroppo in media le aziende sono in ritardo su questi temi”, spiega il manager che plaude invece all’approccio svizzero. “Noi veniamo da un Paese come la Svizzera che è storicamente avanti e certamente per noi questo è un vantaggio”.

A questa presa d’atto Morari accosta però un approccio ottimista: “Grazie al fondo Next Generation, l’Italia riceverà 200 miliardi di euro che vale più del doppio del Piano Marshall che è stata la base del boom economico del secondo dopo guerra. Quindi se aziende e istituzioni sapranno spendere nella maniera corretta questa enorme quantità di denaro, ne avremo benefici non solo nel breve, ma anche nel medio e nel lungo periodo”.

Il settimo Osservatorio sullo stile di vita sostenibile di LifeGate

I cittadini conoscono il concetto di sostenibilità, nelle sue varie declinazioni? Credono nel cambiamento? Sono disposti a ridisegnare le proprie abitudini quotidiane per renderle più rispettose del Pianeta e degli altri? A queste domande vuole dare risposta l’Osservatorio sullo stile di vita sostenibile condotto da LifeGate in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra MR.

Il 22 settembre 2021 a Milano sono stati presentati i risultati della settima edizione nazionale, accompagnati da un focus sulle città di Milano e Roma. La ricerca è stata condotta su un campione di 921 individui rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, con un approfondimento sulla Generazione Z. Il progetto vede il supporto di Gruppo Unipol, Koelliker, Michelin italiana, Ricola e Vaillant Italia.

I risultati sono incoraggianti: nonostante il periodo di incertezza legato all’emergenza sanitaria, il 75 per cento degli italiani si dichiara coinvolto in prima persona nei temi della sostenibilità, un dato in linea con quello di Milano (74 per cento) e Roma (79 per cento).