Quando si pensa all’impatto ambientale del settore automotive spesso si sottovaluta l’importanza degli pneumatici. Eppure anche da loro dipende la percentuale di CO2 prodotta da un veicolo. Ad approfondire questi temi è stato Marco Do, Direttore comunicazione Michelin italiana, in occasione della presentazione del settimo Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate.

L’annuale sondaggio, realizzato per tastare il polso del Paese su impegno e consapevolezza in materia di sostenibilità, non manca mai di interpellare gli italiani anche sul loro rapporto con la mobilità sostenibile. Un concetto che nel 2021 è entrato nel vocabolario del 49 per cento delle persone e del 52 per cento dei giovani della Generazione Z. Ad essere sempre più diffuso tra la gente è anche il desiderio di spostarsi limitando il proprio impatto, tanto che un italiano su quattro sceglie abitualmente mezzi più green e rispettosi dell’ambiente.

Ma per inquinare meno, oltre a preferire la bicicletta, le auto ibride o elettriche, è possibile ridurre la propria impronta di carbonio anche scegliendo con criterio gli pneumatici dei propri veicoli. Per farlo è importante tenere in considerazione in modo particolare un parametro: quello che indica la rolling resistence. “Si tratta della resistenza al rotolamento che lo pneumatico offre all’avanzamento del veicolo”, spiega Marco Do. “Un dato tutt’altro che trascurabile, perché esso assorbe circa il 25 per cento dell’energia impiegata per far avanzare il veicolo, e quindi anche il 25 per cento del carburante o dell’energia elettrica impiegati”.

Da qui si comprende perché avere pneumatici con una bassa rolling resistence vuol dire anche risparmiare denaro ed emissioni di CO2 e l’importanza di informarsi correttamente per poter adottare comportamenti virtuosi, come sottolineato anche da Marco Do: “Scegliere uno pneumatico anche sulla base di questi criteri significa percorrere davvero la strada verso la transizione ecologica”. A dare più credibilità all’azienda è un impegno che parte da lontano. Già nel 1992 Michelin, infatti, aveva lanciato sul mercato il primo pneumatico verde, chiamato Energy Saver e pensato proprio per risparmiare energia, riducendo il grado di resistenza al rotolamento. Al di là delle intenzioni, è bene che a parlare siano, come sempre, i fatti.

Michelin sostenibilità
Nei suoi stabilimenti italiani Michelin ha già ridotto le emissioni di CO2 del 44 per cento rispetto al 2010 © Michelin

Ecodesign, la sostenibilità è circolare. Come uno pneumatico

Le caratteristiche finali di uno pneumatico, così come di qualunque prodotto finale, sono solo uno degli aspetti che rendono qualcosa davvero sostenibile. L’orizzonte lungo cui guardare oggi nel mondo produttivo ha un nome solo ed è ecodesign. Per ridurre l’impatto di qualcosa bisogna progettarla fin dall’inizio in modo sostenibile, guardandola nella sua interezza. È il  life cycle, il ciclo di vita del prodotto ciò che ne può davvero definire l’impatto sull’ambiente: dal modo in cui vengono reperite le materie prime di cui è fatto al modo in cui sarà smaltito a fine corsa. Un concetto fondamentale soprattutto per i big dell’industria, non solo per i numeri che fanno, ma anche per l’effetto traino che possono innescare sul mercato. È il caso di Michelin, colosso con un esercito di 130mila dipendenti, di 120 nazionalità differenti e che solo in Italia produce 14 milioni di coperture ogni anno, rappresentando il primo datore di lavoro nel settore dei pneumatici.

“L’ecodesign è fondamentale per arrivare a produrre e mettere sul mercato dei prodotti che siano sostenibili”, spiega Do, esprimendo un concetto in linea con il claim del gruppo All-Sustainable strategy, che punta dritto verso due obiettivi precisi: dimezzare l’impronta di carbonio dei propri stabilimenti entro il 2030, per essere completamente annullata entro il 2050. Prospettive in cui l’Italia si sta già dimostrando particolarmente virtuosa: “Oggi rispetto al 2010 abbiamo ridotto le emissioni di CO2 dei nostri stabilimenti italiani del 44 per cento”. Dato particolarmente importante se si pensa che lo stabilimento di Cuneo è il più grande polo Michelin di tutta l’Europa occidentale.

Lunga vita agli pneumatici

“La sostenibilità degli pneumatici consiste anche nell’allungare il più possibile la loro vita”. Un impegno che richiede investimenti in ricerca e sviluppo per l’azienda, oggi impegnata a portare avanti un’importante battaglia. “Oggi si ha la tendenza a cambiare gli pneumatici prima del necessario, ovvero prima del limite legale di usura che è fissato a 1,6 millimetri”, prosegue Do. “Questo rappresenta uno spreco sia di materia prima che di denaro per il consumatore”.

Per superare questo equivoco, che porta a pensare che cambiarli prima del tempo rappresenti una pratica sicura, Michelin sta cercando di colmare un vuoto informativo, chiedendo un’implementazione dei test di sicurezza. “I parametri riportati in etichetta sono riferiti allo pneumatico nuovo. Noi ci stiamo battendo a tutti i livelli sia in termini di comunicazione sia presso le istituzioni europee, per introdurre dei test che dicano effettivamente quanto vale un pneumatico arrivato al limite legale di usura di 1,6  millimetri”. Un modo concreto per permettere un utilizzo sicuro e consapevole da parte dei consumatori, nel rispetto dell’effettivo life cycle dei loro pneumatici.

Osservatorio 2021 Marco Do
Marco Do, direttore comunicazione Michelin italiana, partner e ospite del settimo Osservatorio nazionale sullo stile dei vita sostenibile © LifeGate

Il settimo Osservatorio sullo stile di vita sostenibile di LifeGate

I cittadini conoscono il concetto di sostenibilità, nelle sue varie declinazioni? Credono nel cambiamento? Sono disposti a ridisegnare le proprie abitudini quotidiane per renderle più rispettose del Pianeta e degli altri? A queste domande vuole dare risposta l’Osservatorio sullo stile di vita sostenibile condotto da LifeGate in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra MR.

Il 22 settembre 2021 a Milano sono stati presentati i risultati della settima edizione nazionale, accompagnati da un focus sulle città di Milano e Roma. La ricerca è stata condotta su un campione di 921 individui rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, con un approfondimento sulla Generazione Z. Il progetto vede il supporto di Gruppo Unipol, Koelliker, Michelin italiana, Ricola e Vaillant Italia.

I risultati sono incoraggianti: nonostante il periodo di incertezza legato all’emergenza sanitaria, il 75 per cento degli italiani si dichiara coinvolto in prima persona nei temi della sostenibilità, un dato in linea con quello di Milano (74 per cento) e Roma (79 per cento).