Cop28

Cop21. Diana Guzman: “La crescita economica sostenibile è possibile”

Direttrice per l’Europa del sud di Cdp spiega quale può essere la strategia da adottare per affrontare i cambiamenti climatici e continuare a fare business.

L’associazione internazionale lavora con i maggiori gruppi ed aziende a livello mondiale, per aiutarle verso una decarbonizzazione dell’economia e una riduzione dell’impronta di carbonio, senza per questo rinunciare a crescere. In occasione della Conferenza sul clima di Parigi, Diana Guzman, direttrice dell’associazione per l’Europa del sud, racconta come è possibile disaccoppiare crescita economica e produzione di emissioni ad effetto serra.

 

diana guzman
Impianto fotovoltaico.

 Carbone, energie rinnovabili, il ruolo delle aziende secondo Diana Guzman

Cosa si aspetta il Carbon disclousure project dalla Conferenza sul clima di Parigi?
Ci aspettiamo si raggiunga un accordo globale. Negli ultimi 5 anni abbiamo visto che il settore privato è pronto per avviare una strategia a lungo termine sul cambiamento climatico, ma ha bisogno di una visione a lungo termine, anche dal punto di vista politico.
Ovvero?
Ci aspettiamo che si possa portare il finanziamento climatico ad un livello più alto. Crediamo che per per portare avanti la green economy sia necessario mobilitare i capitali. Inoltre siamo dell’idea che i governi dovrebbero essere maggiormente responsabili, attuando dei controlli sui diversi impegni presi dai Paesi nei confronti dei cambiamenti climatici.
Uno dei grandi imputati risulta ancora oggi il carbone, come fonte nella produzione di energia. Qual è la situazione rilevata da Cdp?
Se prendiamo ad esempio l’Italia, il 51 per cento delle aziende che collaborano con noi acquistano e producono energia rinnovabile per ridurre le proprie emissioni. Se facciamo un paragone con la media globale, che si aggira intorno al 37 per cento, vediamo come le aziende italiane siano ai primi posti.
A livello globale, chi è il leader per quanto riguarda l’utilizzo di energie rinnovabili?
Sono molte le aziende che si stanno preparando ad una transizione verso un’economia a ridotte emissioni, ed è un percorso che vede l’Europa in primo piano. A livello di ranking globale sono ben 52 le aziende europee che guidano questo cambiamento. Più della metà delle aziende che collaborano con Cdp sono europee.
Quali sono i consigli che si sente di dare in questo momento alle aziende?
Oggi siamo di fronte ad un punto di svolta dal punto di economico. Già ora sta cambiando quello che consideriamo come produttività e crescita economica. Consigliamo quindi di disaccoppiare la crescita economica dall’utilizzo dell’energia e dalla produzione di emissioni. Un esempio recente è quello di L’Oreal, che nel 2014 ha aumentato la propria crescita del 20 per cento, riducendo allo stesso tempo le emissioni del 50 per cento. Le aziende devono capre che le risorse sono limitate e che per continuare a fare business devono crescere in maniera più consapevole e sostenibile. È questa la chiave per mitigare l’effetto dei cambiamenti climatici.

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