L’Indonesia batte il Brasile. La sfida è tra chi deforesta di più

Tra piantagioni di palma da olio, espansione delle città e taglio illegale, l’Indonesia ha superato per la prima volta il Brasile per deforestazione e perdita di habitat. Un primato di cui vergognarsi e che inquieta, soprattutto se si considera che il governo di Giacarta nel 2011 ha prorogato la moratoria contro la deforestazione nel paese,

Tra piantagioni di palma da olio, espansione delle città e taglio illegale, l’Indonesia ha superato per la prima volta il Brasile per deforestazione e perdita di habitat. Un primato di cui vergognarsi e che inquieta, soprattutto se si considera che il governo di Giacarta nel 2011 ha prorogato la moratoria contro la deforestazione nel paese, anche nel tentativo di salvare specie a rischio di estinzione, quali la tigre di Sumatra e l’orangotango.

 

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Solo nel 2012 sono andati persi 8.400 chilometri quadrati di foresta contro i 4.600 chilometri quadrati del Brasile secondo quanto presente nello studio Primary forest cover loss in Indonesia over 2000–2012 pubblicato sulla rivista Nature Climate Change. Dal 2000 al 2012 l’Indonesia ha perso 60mila chilometri quadrati, un’area vasta quasi quanto l’intero territorio irlandese.

 

Un dato che ora potrebbe mettere a rischio persino gli aiuti internazionali. La Norvegia, ad esempio, aveva promesso all’Indonesia un miliardo di dollari come contributo nella lotta alla deforestazione all’interno di un programma più ampio contro il cambiamento climatico. Ma solo se il governo avesse dimostrato di impegnarsi attivamente. Finora l’Indonesia ha ricevuto 50 milioni di dollari dal fondo norvegese per la costituzione di agenzie governative contro la deforestazione. Il resto è vincolato all’ottenimento di risultati concreti da parte del paese del sudest asiatico.

 

“Sembra che la moratoria non stia sortendo gli effetti desiderati. C’è bisogno di inasprire le leggi e aumentare il controllo delle aree verdi” hanno commentato gli scienziati guidati da Belinda Margono dell’università del Maryland. “Le foreste pluviali sono i polmoni del pianeta. I polmoni servono per respirare e se te ne prendi gioco, il pianeta non può che soffrire”.

 

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Gli alberi assorbono CO2 e la rilasciano quando vengono tagliati o bruciati, come avviene in Indonesia per fare spazio alle piantagioni di palma da olio. In questo modo contribuiscono direttamente al fenomeno del riscaldamento globale. Le Nazioni Unite stimano che la deforestazione contribuisce per il 17 per cento al totale delle emissioni di CO2 di origine antropica, causate dalle attività dell’uomo.

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