Secondo la Corte costituzionale la sugar tax sulle bevande analcoliche edulcorate è pienamente legittima e risponde anche a una esigenza sociale.
L’io antico e l’io selvatico. Le nostre radici
Riprendere contatto con le proprie radici permette di ampliare il significato della vita individuale, sociale e planetaria. La tradizione del passato offre strumenti e intuizioni per affrontare il presente e creare un futuro possibile.
Cosa ci racconta la storia dimenticata dei sapiens? Ci
racconta di quei ventimila anni di storia che vengono banalmente
riassunti in poche paginette nei libri di storia, etichettati come
“preistoria” e che precedono gli exploit degli ultimi 5000 anni di
storia conosciuta dei sapiens sapiens che di fatto rappresentano
una frazione infinitesimale della storia del pianeta e della stessa
storia dell’umanità, peraltro, in gran parte
sconosciuta.
Intere civiltà sono state eliminate la coscienza
collettiva dell’umanità da zelanti storici che hanno sempre
saputo riscrivere la storia dal punto di vista dei vincitori. Ma
chiunque abbia un po’ di curiosità può scoprire
quante culture e civiltà ci hanno preceduti lasciandoci
preziose eredità che nessuno studierà mai a scuola.
Per rimanere in ambito europeo, quanto davvero sappiamo su Pelasgi,
Etruschi e Celti? Hanno avuto culture diverse da quelle che li
hanno soppiantati, quella greca e quella romana, indiscusse
progenitrici della cosiddetta civiltà occidentale
moderna.
Eppure erano culture molto vicine alla natura senza per questo
essere rozze e primitive. Erano ancora vicine alle culture
neolitiche caratterizzate da divinità femminili, protettrici
della vita. Le conoscenze astronomiche, mediche, fitoterapiche
erano molto sviluppate e probabilmente anche la percezione e forse
addirittura lo sfruttamento delle energie dei luoghi, della cui
testimonianza rimangono siti megalitici, ma anche gran parte delle
attuali chiese, cattedrali e santuari, spesso eretti in luoghi
già sacri in passato: luoghi con energie particolari, che
persone sensibili anche oggi riescono a percepire.
Lo sciamano è l’erede di una esperienza del passato,
l’intima consapevolezza di unione col creato, prerogativa di uno
stadio dell’umanità che la psicologa transpersonale
definisce pre-personale, quindi uno stadio precedente al delinearsi
e consolidarsi della consapevolezza di essere un unico individuo,
coi pregi e i limiti di questa conquista. Lo studio contemporaneo
delle culture sciamaniche antiche e di quelle ancora presenti sulla
Terra in popoli che hanno saputo mantenere vive tradizioni e
percezioni di tempi più antichi, ci può fare da guida
per proseguire il percorso individuale alla ricerca di una
riconnessione con la totalità di cui siamo parte, dopo la
fase di individualizzazione.
Transpersonale è proprio la capacità di
oltrepassare i limiti della propria individualità per
riallargare i confini della propria identità verso orizzonti
più ampi, ma senza perdere di vista il conquistato centro
individuale che ci rende tutti artefici attivi della realtà,
cocreatori, ora consapevoli, degli sviluppi futuri della nostra
avventura evolutiva. «Non siamo esseri terreni che viviamo
una esperienza spirituale, siamo esseri spirituali che viviamo una
esperienza terrena», con questa parole Teilhard de Chardin
apre una immensa prospettiva all’individuo e alla specie umana,
offre una chiave di lettura per invitare a vivere la vita
all’insegna di valori di gioia e condivisione, invece che di
separazione e conflitto.
L’Ecopsicologia recupera l’esperienza antica inserendola in un
contesto attuale, trasformando l’esperienza sciamanica in una
viaggio alla scoperta delle proprie radici per dare forza e
solidità al viaggio verso le vette. E’ il trait d’union tra
sciamanesimo e psicologia transpersonale, in quanto si sofferma
sull’esperienza terreste e sulle applicazioni pratiche che possono
e devono derivare da un ampliamento di consapevolezza e di
orizzonti interiori.
Per l’Ecopsicologia il pianeta Terra è importante,
è la dimensione sulla quale di esprime in questo momento
l’esperienza spirituale umana e la sfida non è quella di
ascendere verso una più alta e sublime dimensione incorporea
(già proveniamo da lì e lì andremo dopo
l’attuale esperienza terrena), non è quella di trascendere
la materia e di elevarsi verso lo spirito ma è, in direzione
opposta, di portare lo spirito nella materia, di intridere di
valori spirituali – gioia, bellezza, comunione, compartecipazione,
compassione – la dimensione terrena in vi viviamo ogni singolo
giorno. La sfida è qui, la sfida è ora.
Con l’ecopsicologia si incontrano il passato – che ha tanto da
insegnarci sulla realtà in cui viviamo – e il futuro, in cui
possiamo diventare agenti attivi, se solo ci svegliamo alla nostra
più vera natura.
Disegno di Anatta Agiman
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