
Ha dato il via ai concerti ad alta quota ben 28 anni fa distinguendosi sin dall’inizio per il rispetto delle terre alte. Sancito anche da un manifesto.
Suite attrezzate per l’ascolto, hall come discoteche o interi piani dedicati a etichette. Questi 12 hotel sono il rifugio perfetto per i cultori del vinile.
Per molti appassionati di musica non c’è nulla di paragonabile al suono del vinile. A quasi settant’anni dalla sua introduzione, il disco è ancora qui, sopravvissuto all’evoluzione dei supporti fonografici e ai cambiamenti dei consumi. Ricercato dai collezionisti, coltivato dai nostalgici e rilanciato dalle mode, il suono del vinile con i suoi fruscii sembra impermeabile al passare del tempo e al progresso tecnologico. Ma c’è un aspetto pratico che ogni audiofilo analogico deve affrontare: come portare con sé in viaggio la propria collezione, senza ingombri?
La risposta è nel numero crescente di alberghi in tutto il mondo che mettono a disposizione dei loro clienti giradischi, impianti audio e intere discografie in vinile, scegliendo con grande cura gli album per soddisfare ogni capriccio musicale. La società indipendente inglese The Vinyl Factory ha individuato alcuni boutique hotel particolarmente adatti per questa esigenza o semplice amenità.
Dopo aver avviato nel 2013 un ristorante di successo, i proprietari Dan Hunter e Julianne Bagnato hanno aggiunto sei suite. L’architettura è sostenibile: i mattoni e il legname sono riciclati, mentre l’energia solare e l’acqua piovana raccolta sono parte integrante del design. Gli appartamenti sono equipaggiati con giradischi Thorens e album in vinile di tutti i generi, da Björk e Bowie fino a Caribou e Nick Cave. “Speriamo che gli ospiti scelgano di trascorrere il tempo nelle camere, invece di usarle semplicemente come un posto per appoggiare la testa. Possono ascoltare un paio di dischi, farsi un cocktail, sedersi sul divano, godere della vista rurale e staccare per un po’”, ha detto Bagnato.
Situato a Leicester Square, il W ha una hall piena di palle a specchi come se fosse un club notturno. È il primo hotel a offrire un servizio in camera di musica in vinile personalizzata, The Vinyl Collection: direttamente dalla propria stanza è possibile ordinare fino a cinque dischi da una collezione di oltre 200 titoli curata dalla dj e speaker radiofonica della BBC Annie Mac. La selezione, eclettica, varia dalla musica elettronica più attuale fino ai grandi classici dell’ r’n’b e del soul, con un’ampia sezione dedicata al britpop. I dischi vengono consegnati insieme a un lettore portatile Crosley con casse incorporate di alta qualità.
Situato in un edificio residenziale del XIX secolo, l’Autor Rooms ha solo quattro camere e uno spazio centrale comune con cucina, dove gli ospiti possono prepararsi la cena, condividere libri e utilizzare il video proiettore o il giradischi. Possono esplorare una collezione in vinile di artisti polacchi, a cura di Michal Pawlik, che va dai classici ad alcune gemme nascoste, da jazzisti di fama internazionale ai nuovi astri nascenti elettronici. Mobili e oggetti, sia d’epoca sia di design contemporaneo, sono tutti acquistabili.
Situato in cima a un edificio in stile Bauhaus, il Soho House di Berlino comprende quattro loft in cui alloggiare anche per intere settimane o mesi. Gli appartamenti offrono due o tre camere da letto, una zona pranzo enorme e un soggiorno aperto, con tavoli da calcio balilla d’epoca, sistemi audio-video e un centinaio di dischi in vinile a cura di The Vinyl Factory. Alcuni di questi sono uscite in edizione limitata, come Grace Jones, Florence + The Machine e The XX. Gli appartamenti possono ospitare le Loft Sessions, ovvero esibizioni dal vivo, mentre al piano terra è presente un negozio di dischi dove si può assistere a concerti e dj set, ascoltando la musica con l’impianto costruito a mano dalla Funktion One.
La musica è il filo conduttore del Dean, dove le camere portano tutte nomi a tema come Hi-Fi, Mod Pod e Punk Bunks. In ognuna di esse si può usufruire di giradischi Rega RP1, amplificatori Marshall e una selezione di vinili e libri a cura di Tower Records. I generi variano dal soul e blues all’hip hop, con particolare attenzione agli artisti irlandesi. Ogni settimana al bar del piano terra, e nei fine settimana anche sulla terrazza dell’hotel, gli ospiti possono cimentarsi come dj, fare festa e divertirsi insieme.
L’hotel Saint Cecilia è una ex casa vittoriana che può vantare una collezione di dischi specializzata nei classici del rock anni ’60 e ’70, anche se un’insegna luminosa con la scritta Soul campeggia nel verde della piscina esterna. Tutte le camere dispongono di giradischi Rega RP1 e sistemi audio Geneva. I clienti sono invitati a prendere in prestito LP d’epoca, raccolte di biografie rock, antologie di poesie scritte dagli artisti e, volendo, anche alcune chitarre Gibson.
Aperto a Manhattan nel 2014, a due passi da Katz’s Delicatessen, il Ludlow gode di una terrazza panoramica che si affaccia sul Lower East Side. Un’altra attrattiva sono le suite con i lussuosi impianti JBL disegnati da Arnold Wolf, una coppia di piatti Technics 1200 originali degli anni ’70 (gli stessi utilizzati nello Studio 54) e una grande collezione di dischi in vinile, che include classici di Frank Sinatra e Bob Dylan, così come album della scena post punk, no wave e hip hop.
Costruito all’interno di un palazzo del 1920, l’Hotel Max presenta arredamenti d’epoca e una grande esposizione con più di 350 quadri. Il quinto piano con 19 camere è interamente dedicato alla Sub Pop, etichetta culto di Seattle dal punk e indie rock al grunge: si possono ascoltare tutti i vinili pubblicati dalla label, rivedere i videoclip dei suoi artisti e ammirare il lavoro fotografico di Charles Peterson, che ha dettato l’estetica del rock anni ’90.
Risalente al XV secolo, il Gritti Palace è stato rinnovato sotto la cura del designer americano Chuck Chewning nel 2013. Chewning, direttore creativo di tessuti e arredi della società Donghia, ha optato per il classico design veneziano. Ha anche dedicato una delle suite al designer Angelo Donghia, che negli anni ’70 ha trovato la fama lavorando per artisti come Ralph Lauren, Diana Ross e Liza Minnelli. In ogni suite c’è un giradischi e una collezione di vinili a cura dello stesso Chewning, tra cui spiccano album disco e glam rock di Bee Gees e David Bowie.
L’Ace Hotel di Los Angeles che piace tanto ai Millennials rende omaggio al mondo della musica degli anni passati. Molte camere sono dotate di una chitarra Martin, con cui improvvisare una sessione acustica, e di un piatto Rega LP1 con una raccolta di vinili a cura di Amoeba Music. L’albergo sorge accanto allo United Artists Theatre, che ha contribuito a ravvivare promuovendo spettacoli musicali da 1600 posti.
Progettato appositamente per gli amanti della musica, il Goodland del gruppo Kimpton offre un lettore vintage e vinili in ogni stanza. All’interno dell’hotel c’è un negozio di dischi, Vnyl, collegato a una stazione di ascolto sul web, in modo che in qualsiasi angolo del mondo si possa ascoltare la musica del Goodland. Esiste perfino la figura della Vinyl Concierge: Lea Sindija, direttrice della programmazione, seleziona i dischi per ogni stanza, prenota concerti, acquista vinili dagli artisti che si esibiscono in loco e organizza corsi di yoga con dj. Tra i suoi artisti preferiti, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Astrud Gilberto, Zodiac Death Valley e Britten Newbill.
Curate dal noto fotografo e art director Matthew Rolston, che ha lavorato anche con Madonna, le 69 camere del Redbury di Miami ricordano il periodo d’oro della Hollywood più estrosa e teatrale, con interni ispirati al patrimonio Art déco di South Beach. Ogni camera ha un proprio giradischi e una collezione di vinili selezionata dalla Capitol Records.
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